Questo secondo volume di Ricerche storiche su Conversano e dintorni prosegue la serie di studi di natura didattica promossi dal Museo Civico di Conversano. Secondo il programma tracciato nel 1987, al fascicolo "Dalla preistoria all'età romana" segue in questa occasione il volume dedicato a "L'età medioevale" Come si diceva in quella sede, la finalità del lavoro è essenzialmente quella di "orientare" e facilitare le ricerche di argomento locale, soprattutto nelle scuole dell'obbligo. Non si ha, pertanto, la pretesa di risultare esaustivi né di tracciare schemi che abbraccino ogni forma e ogni aspetto dello sviluppo storico per l'età considerata. Specie per un'epoca come quella medioevale, per cui particolarmente ricco risulta a Conversano la documentazione disponibile - sia fonti scritte, che oggetti materiali e complessi monumentali - e già consistenti sono gli studi finora condotti. In questa sintesi storica, dunque, si utilizza ampiamente la documentazione esistente, ma nello stesso tempo si invita a ricercarla e ad esaminarla direttamente nei testi, per poterne cogliere la ricchezza dei dati ivi presenti; si cerca di guidare ad una visita dei monumenti medioevali del territorio, mentre si invoglia anche a scoprire altri aspetti e interessanti edifici; si allarga l'indagine al complesso urbano, ma pure si spinge lo sguardo nel territorio rurale e nei vicini centri della provincia barese. Un complemento e talvolta un vero arricchimento del testo viene a rappresentare l'apparato illustrativo, in quanto l'immagine grafica o riproduce abbastanza fedelmente una documentazione d'epoca (ad es. codici, miniature, dipinti, sculture, ecc.), oppure estrapola dalla realtà ambientale elementi e particolari per poi inserirli in scenette liberamente ideale. Anche la ricerca iconografica e la individuazione delle "immagini d'epoca" costituiscono - come ho cercato di evidenziare con i numerosi disegni - un'utile via per avvicinarsi alla conoscenza di un periodo storico. Alcuni dei disegni, come è indicato in didascalia, sono di E. Degano, R. Panarelli, A. Pesole, C. Zaccaria, che ringrazio per averli resi disponibili. Infine, con un'impostazione sostanzialmente fedele a quella del primo volume, l'apparato di schede, note e "spunti di ricerca" porta verso un approfondimento maggiore dei temi trattati e delle problematiche accennate nei vari capitoletti del volume. Come è naturale e necessario trattando di epoche storiche ben documentate, estremamente importante è in primo luogo il ricorso ai documenti scritti: non era possibile però riportarli nel testo originale (scritto nel non facile latino medioevale) né tentare di fare una "antologia" di brani tradotti, in quanto il volume avrebbe assunto distensioni non conciliabili con la natura stessa del lavoro. Tuttavia, la facile consultazione dei documenti pubblicati consente di reperire gli elementi di volta in volta necessari, che gli insegnanti potranno indicare e suggerire. Qualche cenno ora sulla natura dei documenti, ai quali tanto spesso si farà riferimento in questo volane. Conversano entra per la prima volta nella storia con l'anno 901. In quel primo anno del sec. X viene scritto, infatti, un interessante documento per fortuna giunto fino a noi dopo una millenaria conservazione presso l'archivio del monastero di S. Benedetto di Conversano. Questa circostanza - il salvataggio di una numerosa documentazione scritta, per noi preziosissima - ha permesso di poggiare sulle solide basi di carte originali le fondamento della ricostruzione storica della nostra città. Sono queste le lanose pergamene del Chartularium del Morea, oggi ripubblicate nel vol. XX del Codice Diplomatico Pugliese e perciò facilmente consultabili presso tutte le biblioteche pubbliche. Si tratta di documenti per la maggior parte di natura privata: vi compaiono proprietari terrieri, coloni, amministratori locali, chierici, stonaci, gruppi familiari che decidono delle proprie cose e della propria vita, che affidano le loro volontà ai notai o portano le loro controversie dinanzi ai giudici, sempre col conforto di testimoni e sulla base delle consuetudini giuridiche dell'epoca. Si tratta, in definitiva, di alti conservati nel monastero conversanese perché innanzi tutto utili a tramandare la memoria dei beni patrimoniali dei benedettini e ad attestare le loro prerogative giuridiche e religiose. Ma in sostanza è la società intera nel suo vario articolarsi che appare la vera protagonista di queste carie: il popolo con le sue distinzioni economicosociali, i personaggi che componevano il ceto amministrativo dirigente, le istituzioni religiose, il potere politico. Pur se, come in tutte le vicende e in ogni epoca, anche questi documenti ci offrono solo alcuni aspetti della realtà e ci trasmettono quella che della realtà stessa era l'opinione dei protagonisti, quei lesti sono fondamentali perché ci portano direttamente gli uomini a parlare di se stessi, dei loro tempi, delle loro esigenze, con una vivacità superiore a qualsiasi cronaca, con una verità umana mai raggiunta da nessuna opera letteraria. Così uomini greci, latini, longobardi, normanni, ecc. sfilano sul palcoscenico della nostra storia: non sono però personaggi di possibili racconti, sono protagonisti di una storia vissuta. Abituiamoci, dunque, a saper leggere quei testi antichi, come dobbiamo abituarci a saper riconoscere nel territorio - da quello rurale a quello urbano - le tracce del tempo e i segni dell'attività umana.
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