Castello di Marchione si trova in una zona collinare, a circa 7 Km dall'abitato di Conversano, sulla stada provinciale per Putignano. Era la residenza di caccia dei Conti Acquaviva d'Aragona, circondata da un fitto bosco, da cui il toponimo Marchione (la forma corretta di "macchione"). Dell'antico bosco attualmente resta solo qualche monumentale quercia. La data di edificazione è incerta, ma si ipotizza che il casino di caccia possa essere stato edificato intorno alla metà del XVII secolo. Infatti lo stemma dipinto, posto al centro della volta del salone di rappresentanza, è inquartato degli Acquaviva d'Aragona, dei Filomarino e dei di Capua. Il 16 luglio del 1721 è documentata, invece, la commissione del conte Giulio Antonio III Acquaviva ad alcuni maestri muratori di Bari (Ignazio Pazienza, Scipione Colella, Saverio e Ignazio Affatato) per la realizzazione del muro di cinta e del padiglione d'ingresso. L'aspetto attuale del Castello di Marchione è riferibile agli interventi che si svolsero nel XVIII secolo e che gli conferirono i caratteri stilistici del Barocco, con influenze classicistiche. L'edificio è a pianta quadrangolare ed è articolato su tre livelli: il piano terra, l'ammezzato ed il piano nobile. Gli angoli della costruzione sono rafforzati da quattro torrioni cilindrici che si fermano al primo piano. La facciata principale è tripartita da lesene ed è caratterizzata da una sontuosa scala a rampe multiple, sorrette da volte a botte rampanti e decorate da eleganti balaustre in pietra. La scala conduce ad un loggiato che si apre sul cortile con tre archi a tutto sesto, impostati su colonne dotate di capitelli. La parte centrale della facciata è costituita da pietra bugnata a vista, mentre i due riquadri laterali sono intonacati. In ciascuno di essi si apre una porta-finestra, con il balconcino collegato al terrazzo di copertura delle torri cilindriche. La facciata posteriore è pressoché identica a quella principale, fatta eccezione per l'assenza della scala. Il prospetto delle due facciate, più elevato delle pareti laterali dell'edificio, è delimitato superiormente da una trabeazione in pietra. Le facciate laterali, al piano nobile, sono caratterizzate dalla presenza di quattro monofore, riccamente decorate: ai lati recano dei pilastrini, l'architrave presenta triglifi e metope ed è sormontato da un timpano. La distribuzione degli ambienti interni, che si affiancano simmetricamente ai lati dell'ampio salone, è da alcuni ritenuta un richiamo al Rinascimento veneziano. All'interno del recinto, che circonda il castello di Marchione, sono presenti una cisterna, un forno ed una chiesetta con campanile a vela, preceduta da un piccolo sagrato. Il complesso è inoltre dotato di un interessante padiglione d'ingresso, costituito da due ambienti con tetto a capanna, in uno dei quali è presente un enorme camino. Su di essi poggia l'androne, dotato di volta a pieno centro e di portale centinato. Esso è più alto del muro di cinta, al quale è raccordato da pinnacoli squadrati e cuspidati. La cornice orizzontale che sovrasta il portale d'ingresso funge da elemento di collegamento tra i motivi ornamentali laterali. Su di essa campeggia un leone rampante che regge lo stemma degli Acquaviva d'Aragona. A partire dalla fine del '700, la residenza di Marchione fu utilizzata come masseria, dato che gli Acquaviva si erano trasferiti a Napoli. Questa destinazione d'uso si è perpetuata fino al 1921, quando la principessa Giulia Acquaviva d'Aragona Filomarino di Boiano promosse un grosso intervento di recupero della struttura che per un lungo periodo era rimasta, di fatto, abbandonata. In quell'occasione furono collocati anche antichi arredi, trofei di caccia, gli alberi genealogici della famiglia Acquaviva d'Aragona e Filomarino ed i ritratti di alcuni personaggi della famiglia comitale conversanese. I più prestigiosi sono quelli di Isabella Filomarino e, probabilmente, del conte Giangirolamo II, il famigerato "Guercio di Puglia".
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