Viene offerta a tutti noi la preziosa opportunità di fare un viaggio nel tempo per riappropriarci visivamente di un “tesoro” che ha fatto grande nella storia un luogo e una comunità. La mostra che ci accingiamo a visitare ci conduce nell’antico Monastero di San Benedetto in Conversano per incontrare nella concretezza del vissuto quotidiano la comunità delle Monache Benedettine, che nel corso di oltre sei secoli ha abitato tra quelle mura rendendole luogo di ascolto di Dio, di preghiera e di fraternità. Sarebbe bello se riuscissimo a scorgere in quegli spazi, lavorando un po’ di fantasia, i volti delle tante donne che lì hanno reso viva e operosa la loro fede nella gioia di un’esistenza donata al Signore attraverso la consacrazione monastica.
Percorriamo gli ambienti, osserviamo gli oggetti domestici e di devozione, sostiamo nella splendida Chiesa pregna di arte e di religiosità, non con la fretta del curioso che si ferma unicamente ad apprezzare opere pregevoli per la loro bellezza, ma con lo sguardo ammirato di chi sa riconoscere le tracce del Soprannaturale che si riverberano nella sfera dell’umano. Dietro ogni pietra, dietro ogni manufatto di valore o di uso comune, c’è sempre un atto di fede!
Al di là di tutto quello che si è scritto sulle singolari vicende dell’antico Monastero conversanese, credo che sia utile riscoprire le motivazioni profonde che hanno spinto donne di innumerevoli generazioni a consacrarsi con la professione dei consigli evangelici, decidendo di realizzare la propria ricerca di Dio guidate dalla Regola di San Benedetto. I secoli ci tramandano la memoria delle concrete storie di umanità e di santità vissute tra quelle mura. A noi è offerta ora la possibilità di affacciarci in punta di piedi su quelle vicende, soprattutto se, al di là di quanto osservato, sapremo scorgere in filigrana il mistero di un incontro – quello con il Cristo – che ha dato senso pieno all’esistenza di quelle donne. Questo è lo sfondo vitale da tenere presente se vogliamo cogliere in profondità il significato di tutto quello che ammireremo percorrendo l’itinerario della mostra.
Auspico che il contatto diretto con quell’antica comunità monastica, nei segni tangibili del suo prestigioso passato, aiuti i visitatori a cogliere l’importanza e il valore della vita consacrata femminile anche nel nostro tempo, affinché il genio di cui è depositaria la donna continui ancora oggi – magari in forme nuove – a rendere attraente, bella e feconda la Chiesa!
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