Sin da quando ho letto solo le prime otto pagine ho potuto dire a me stesso con gioia che l’Autrice sta attraversando un momento di straordinaria creatività.
I temi che mi hanno colpito sono quello di Dio al femminile, del vento come anima ed amore. Inoltre l’amore viene simbolizzato come se fosse al servizio della conoscenza e della generatività. D’altra parte Bion ha parlato di tre funzioni fondamentali che sono L - love, H- hate, odio, K - Knowledge, conoscenza. La funzione K può essere positiva +k ed è l’argomento del suo poetare ma mi ha molto illuminato il suo citare il Cantico dei Cantici che ha anticipato di millenni il pensiero di Freud su Eros e Thanatos, pagina 8 del lavoro. Altra tematica che affiora è quella dall’iniziazione al piacere della sessualità.
Questa raccolta strutturata come un dialogo/monologo tra immaginazione e realtà, contiene una riflessione composita sull’Amore nell’era digitale, ripensando il sentimento che ha ispirato artisti e poeti di ogni tempo alla luce dei Maestri (da Platone fino ai giorni nostri non escluse le Scuole di pensiero della psicoanalisi, e ci si riferisce a Freud, a Klein, a Winnicott...).
Ma di quale amore si tratta? Quanti sono i volti dell’amore? Quali le sue espressioni? Forse sono infinite. Ciascuno ama secondo la propria storia, i racconti e le leggende. Quale la radice dell’amore? Il primigenio sentimento dell’odio, come scrive Freud, che in seguito si trasforma in amore e gratitudine, secondo Klein? Come oggi la coppia vive in un 'era dominata dal virtuale? La presente raccolta è densa di interrogativi per lasciar aperta la via del dialogo, dell ’effettivo intreccio fecondo, creativo e paritario se pur diverso tra l’uno e l’altro. L’Autrice struttura questo dialogo rivolgendosi alla parte maschile di sé in dialogo con la parte femminile; il risultato delle voci geni-toriali in lei, dell ’incontro fra le tante parti del sé che si esprimono in forma compiuta ma sempre aperta all ’ignoto lungo la via della conoscenza senza fine del cuore umano.
L’amore nei confronti di una persona, in questo caso del coniuge, diviene amore universale, Agape nella cui dimensione ci si ritrova tutti fratelli. Non a caso in un frammento leggiamo: Fratello, dammi il tuo cuore ...Non mi era mai capitata una descrizione così vivida della realtà psichica e di assistere ad un processo di dono amoroso così fulgido come quello che Francesco Paolo, il più fortunato fra gli uomini, ha ricevuto. Penso che lo stare a maggese per quanto creativo sia stato, abbia rigenerato nell’Autrice le sorgenti della creatività come tutta l ’acqua sorgiva del sottosuolo della sua terra, della sua casa materna a Carbonara.
E proprio vero quello che dicono Winnicott e Masud Khan. Illuminante la citazione di Reale. Nel risvolto di copertina di Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes si legge: “Per il grande pensatore francese l’amore è un discorso sconvolgente ed egli lo ripercorre attraverso un glossario dove recupera i momenti della “sentimentalità ”, opposta alla “sessualità ”, traendoli dalla letteratura occidentale, da Platone a Goethe, dai mistici a Stendhal. Si realizza così un repertorio suffragato da calzanti riferimenti letterari e da obbligati riferimenti psicanalitici sul lessico in uso nell'iniziazione amorosa. ” E Sthendal nel 1822, in De l’amour, descrisse il fenomeno dell’idealizzazione all’inizio di una relazione amorosa. Egli parla anche dell’adorazione e dell’invenzione di qualità immaginarie al fine di raggiungere la perfetta felicità. Ma si tratta ancora della fase iniziale. “In Occidente voi sposate chi amate, in India noi impariamo ad amare chi sposiamo (anche se è un matrimonio combinato)... ” si legge (E.M.Foster, A Passage to India).
Il vero amore è un duro lavoro che permane, volendo gli dei, tutta la vita ed anche dopo (la foscoliana corrispondenza d’amorosi sensi e l’eredità di affetti). Secondo Kernberg la continuità e la stabilità della relazione amorosa è dovuta anche all’abilità della coppia di gestire l’innata ambivalenza affettiva in un continuo processo di perdono reciproco delle altrui miserie. Questa reciprocità simmetrica (Fomari) starebbe alla base di Eros, quando vien meno la sopravvalutazione iniziale dell 'Altro nel grigiore e nella noia della quotidianità. E “se uguali amori non ci saranno, lasciate che ad amare di più sia io”. (W. H. Auden)
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