Coloro che leggeranno questo mio lavoro per curiosità, per amicizia, per far critica, hanno diritto ad avere qualche spiegazione. Ero stato in Sudafrica nell’autunno dello scorso anno ed al rientro avevo pensato di riordinare le idee su quel viaggio e sulla bella esperienza che avevo vissuto. In Sudafrica avevo, fra l’altro, incontrato anche un conversanese, uno dei figli di una cara vecchia amica di mia madre, la signora Pasqua Fanelli. Questa circostanza mi aveva fatto ricordare che conversanesi avevo incontrato anche a Montreal, a Berlino ed a Parigi; che di Conversano e dei suoi prodotti si era parlato a Berlino ed a Mosca; che conversanesi stanno nella Segreteria di Stato della Città del Vaticano, alla Sorbona di Parigi e in tante altre città, italiane ed estere, in posizioni di preminenza. Nel fare questa considerazione, avevo anche riflettuto che, a differenza di altri paesi, il mio può vantare una vivace attività culturale e un passato di grande rilevanza storica, sia sotto l’aspetto politico che religioso. È’ stata inoltre in Italia, dal 1226 al 1810, la più importante sede dove si affermò il potere giurisdizionale, quasi episcopale, delle badesse mitrate. Bastarono questi iniziali pensieri a farmi decidere di mettere insieme, raccolti in un libro, i racconti dei miei viaggi, le riflessioni su alcuni problemi, le note su alcuni personaggi della cultura, della politica, della finanza e dell’imprenditoria. Volevo, insomma, mettere per iscritto qualche tratto di quanti avessero Conversano quale fulcro centrale della loro attività; o meglio, sentivo il mio paese come filo conduttore dei miei pensieri. Di qui il titolo “Conversano e... dintorni ”. Ognuno vuole bene al suo paese, a suo modo; io credo di volergliene in un modo non esagerato, né insolito quando parlo delle sue virtù (e di quelle dei suoi concittadini), o anche dei suoi difetti.
Non me ne voglia nessuno se in questo mio lavoro sono stato maldestro o se ho dato l’impressione di aver voluto mettere la mia persona al centro di tutto e di tutti
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