“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa...”
(Esodo 23, 20-23a).
Queste parole del Libro dell’Esodo presentano in modo efficace il ministero affidato da Dio agli angeli a favore degli uomini.
Custodire, proteggere, accompagnare, guidare, prendersi cura sono i verbi che caratterizzano l’agire stesso di Dio verso gli uomini; verbi che noi abbiamo visto pienamente coniugati da Gesù: il Dio con noi.
L’angelo custode è la garanzia che Dio personalizza per ciascun uomo questa sua premura, che non è “premura di massa” ma attenzione a tutti e a ciascuno nella propria diversità.
Soprattutto nei passaggi più problematici della vita, l’angelo custode è testimone della vicinanza di Dio: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato...” (Isaia 49, 15-16).
Da un po’ di mesi il professor Lenoci, l’amico Pinuccio, mi aveva chiesto di scrivere una presentazione a questo bel libretto scritto da lui in collaborazione con Maria Teresa Lenoci e Antonio Fanizzi.
Purtroppo preso dagli impegni e poi travolto dall’epidemia di Covid-19 ho trascurato un po’ questo impegno.
Sentendomi in colpa per aver ritardato la pubblicazione di questo lavoro a cui il professor Lenoci teneva particolarmente, mi sono impegnato a scrivere questi pensieri in questo momento in cui sembra che lentamente stiamo venendo fuori dalla tempesta che ha travolto il mondo.
Riflettendo, ho pensato che non è stato forse un caso aver trovato in questo momento il tempo per scrivere, ma una vera provvidenza, ^esperienza di angoscia, paura e disorientamento che tutti abbiamo vissuto, ci rende più disponibili a pensare che, se ce qualcuno a nostro fianco, riusciamo meglio a non perdere la rotta della navigazione della vita. Certo, nel caso degli angeli custodi è necessaria la fede, quella dei semplici, dei piccoli, dei nostri nonni e genitori che, senza saper fare grandi discorsi, sapevano fidarsi e affidarsi a quella Provvidenza divina che tutto dispone con sapienza e amore.
L’angelo custode può diventare occasione di riflessione anche per coloro che pensano di non avere una fede ma amano la bellezza della vita e sono attenti a prendersene cura in tutte le sue forme; per loro e per tutti possono risuonare le parole di Don Tonino Bello che riscaldano il cuore e invitano a cercare sempre da qualche parte l’ala di riserva per affrontare il volo della vita.
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