Difficile è il compito dello storico, che deve reperire i documenti, raccoglierli, ordinarli, analizzarli, confrontarli e alla fine riuscire a ricostruire gli avvenimenti sociali, politici cd economici della comunità e della società nel corso del tempo. A volte la sua attenzione si rivolge in modo esclusivo ai grandi avvenimenti, altre volte alla ricostruzione ed analisi della vita quotidiana di persone ed istituzioni.
È la passione della ricerca che lo porta a tuffarsi nel passato per interrogarlo, conoscerlo e trasmetterlo alle nuove generazioni. È un lavoro encomiabile che offre la possibilità di dare al presente un valore, un significato, di capirlo e di capire i vari cambiamenti verificatisi nei vari ambiti da quello civile, socio-economico a quello religioso.
La LUTE ha la fortuna di avere come docenti Pietro Pellegrino, Marino Latrofa e Vito Didonna e nel passato Rita Tagarelli e il compianto Michele Sforza, appassionati di storia e di ricerca storica che nel corso dei vent’anni di attività della LUTE, in base ai progetti programmati e inviati alla Regione, coinvolgendo anche i corsisti nell’amore per la storia, per la ricerca dei documenti o testimonianze, hanno prodotto pregevoli lavori attraverso le pubblicazioni.
Tante le opere pubblicate, una diversa dall’altra, ma per la maggior parte rivolte alla conoscenza del territorio nojano, una delle finalità prioritarie dell’associazione.
“Noja 1719: La Nobile Congrega di Maria Santissima dei Sette Dolori” è un bel testo che il prof. Vito Didonna, assiduo, instancabile ed appassionato ricercatore di documenti, ci propone per conoscere meglio la Chiesa Madre inserendoci nel tessuto istituzionale e organizzativo e nelle finalità delle congreghe o confraternite, nel corso del tempo alcune scomparse ed altre nate per volontà di personaggi della Chiesa, come vescovi o arcipreti.
Esse sono tra le più antiche aggregazioni cristiane nate con l’intento di favorire una vita di pietas insieme con l'impegno a beneficio degli altri. Esse da sempre hanno accolto laici credenti che non solo manifestavano la fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo ma anche si occupavano del benessere materiale o della salute degli appartenenti. Molte divennero importanti e potenti politicamente, altre forti per i lasciti testamentari, donazioni e contribuzioni fatte dai confratelli che appartenevano a famiglie nobili e ricche (come alcuni duchi Carafa che furono confratelli della Congrega della Passione e Morte del Nostro Signore Gesù Cristo nella Chiesa della Madonna della Lama).
Nel suo libro Vito Didonna ha passato in rassegna, fornendoci foto e documenti, la storia della Nobile Congrega di Maria Santissima dei Sette Dolori: la sua costituzione del 1719, riportando gli articoli dello statuto relativi all’organizzazione e alla finalità; il cambiamento nel tempo dei Riti della Settimana Santa: l'impegno degli arcipreti nell'organizzazione delle processioni, in particolare dell'arciprete Giacomo Lioce, fondatore delle Madri Cristiane. Figlie di Maria e riorganizzatore dei Riti Pasquali nonché promotore della costruzione del Convento degli Agostiniani e della venuta degli Agostiniani a Noicàttaro che dettero al Convento vitalità spirituale, morale e culturale.
Importante ed efficace dal punto di vista storico è l'ultima parte, relativa alla cronologia delle pratiche devozionali dell’Addolorata e dei Riti della Settimana Santa, un elenco di date con i rispettivi argomenti e comunicazioni dal 1221 al 2022. che evidenziano un lungo viaggio di storia, non sempre lineare, ma tortuoso e ricco di eventi, per comprendere la religiosità dei nojani e i riti pasquali oggi.
Nel libro, come le tessere di un mosaico, si incastonano passato e presente per comporre il quadro storico coloratissimo delle feste liturgiche e delle devozioni nel nostro ambiente. Tanti avvenimenti che si intrecciano destando nel lettore una forte curiosità di conoscere la religiosità delle tradizioni e la consapevolezza del valore e della funzione delle confraternite, ancora oggi nel terzo millennio, attualissime. La loro testimonianza di fede che si esprime attraverso le celebrazioni liturgiche e le processioni, particolarmente curate con i confratelli rivestiti dei loro caratteristici abiti, assume oggi un valore ancora prezioso perché aggancia la tradizione con l'aggiornamento voluto dal Concilio Vaticano II. Si mantiene viva quella fede, talvolta semplice e immediata ma ben radicata, che sicuramente costituisce ancora adesso un’efficace forma di evangelizzazione.
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