Recensione tratta dal Bollettino Ceciliano, rivista di musica sacra. Anno 2008 mese di novembre (numero 11), pp. 286-287.
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“La storia della musica sacra in questa Italia lunga e culturalmente sfaccettata è ancora tutta da conoscere; così il patrimonio organario, non meno diversificato, attende di essere meglio approfondito. Per questo ogni ricerca al riguardo va salutata come prezioso tassello da aggiungere al quadro che si spera di poter completare un giorno. Il lavoro del giovane C. Del Medico è inserito nella Collana Crescamus dell’Archivio Diocesano di Conversano (Puglie) e come gli altri studi della raccolta si basa su documentazione inedita. Dice l’autore: Compatibilmente con le grosse lacune documentarie ho cercato di gettare le basi per una storia della musica sacra a Conversano preparando il terreno ad opere più specifiche e settoriali. Nelle dense 72 pagine dell’operetta si va ben oltre gli argomenti prospettati dal titolo organi e organisti: si parla anche di compositori e delle loro musiche, si delinea la fisionomia di una cappella musicale, si descrivono codici musicali, si riferiscono notizie sull’attività liturgica di confraternite e di monasteri: un microcosmo svelato per cenni, ma interessantissimo. Non manca un’Appendice di documenti relativi a progetti, lavori di restaro e a contratti. Ci pare utile segnalare, nel Documento 2 a pagina 63, il contratto stilato il 14 ottobre 1871 tra il Capitolo della cattedrale e il maestro di cappella don Francesco Paolo La Volpe circa tutti i servizi che egli era in obbligo di sostenere per l’annuo compenso di ducati 30 pari a lire 127,50. Uno dei tanti che già si conoscono, rispondenti ad una prassi consolidata e abituale. Ci sembra utile l’ulteriore segnalazione in questi tempi nei quali si dibatte on line la questione: pagare o no i musicisti di chiesa, in particolare l’organista? Oggi si propende per il volontariato musicale, cosa ottima da un verso e pericolosa ed elusiva dall’altro. Nel passato erano più concreti ed onesti: contratti e calendari dettagliati! La storia insegna.”
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Recensione pubblicata su L'Informatore - giugno 2008 - pag 47
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LA MUSICA SACRA rappresenta un aspetto importante dell'identità culturale di Conversano, per secoli centro politico e religioso di spicco nel Meridione. È un ambito di studio che riserva sempre straordinarie sorprese a chi si dedica con meticolosità alla lettura dei documenti consegnatici dal passato. Nasce così il libro "Organi ed Organisti a Conversano tra Sedicesimo e Ventesimo Secolo" di Claudio Ermogene Del Medico, 23 anni, studente universitario ed organista, che attraverso le sue ricerche ha portato alla luce una tradizione che sembrava destinata all'oblio, quella della musica sacra a Conversano. Il volume è stato presentato nella sala-forum dell'Archivio Diocesano, assieme ad un altro lavoro fondamentale, "Carte del monastero di San Benedetto nell'Archivio Diocesano di Conversano",inventario curato da Mariarosaria Lippolis e Rosaria Colaleo. Le due pubblicazioni rientrano nella collana "Crescamus", voce ufficiale dell'Archivio Diocesano di Conversano, diretta da don Angelo Fanelli e don Vito Castiglione Minischetti. Claudio Del Medico, quali sono gli elementi più importanti emersi nel suo lavoro? “Prima di tutto l'esistenza a Conversano di una consolidata tradizione musicale, testimoniata da quattro antifonari pergamenacei quattrocenteschi; una tradizione che prosegue nel '500, con la realizzazione in Cattedrale di ben due organi. Un altro dato importante è l'esistenza, nel 600 e nel '700, di compositori conversanesi di musica sacra fino ad oggi sconosciuti: tra le opere più pregevoli sopravvissute figurano un ‘Ufficio della Settimana Santa’ di fine '600 e le Antifone, composte nel 1785 dal canonico don Giovanni Antonio Palazzo”. Quali erano i luoghi della musica a Conversano? “Prima di tutto la Cattedrale, centro religioso di eccezionale prestigio. Un altra realtà importante era l'Arciconfratemita del Purgatorio, che verso la fine del '700 commissionò alcune cantate per il Veneri Santo al maestro di cappella Ignazio Candela”. Sono esistite donne musiciste a Conversano? “Si, nel monastero di San Benedetto, regno delle Badesse Mitrate, donne potenti e amanti delle arti. Ad esempio, è attestata, alla fine del ‘700, la monaca musicista Porzia Van Westerhout Interessanti sono anche le vicende dell’attuale organo del monastero, realizzato nel 1856 da Giuseppe Toselli: si tratta di un raro esempio di strumenti con due tastiere, costruite in maniera tale da permettere ai musicisti uomini di suonare durante la messa senza venire a contatto con le monache di clausura.
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Bianca Zupa
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Recensione pubblicata su Fax - 14 giugno 2008 - pag 26
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Che la mostra comunità potesse vantare una nota quanto popolare tradizionale in campo musicale è sotto gli occhi di tutti. Conversano, infatti, è nota - anche fuori della nostra regione – perché vanta, decenni, una grande formazione musicale: la sua celebre e celebrata landa. Che la nostra comunità, invece, potesse vantare anche una tradizione, non modesta, quanto a presenza di organisti, di organari (cioè l'artigiano che ripara e/o fabbrica gli organi musicali), e quindi, di organi - sino a poco tempo fa - lo si poteva solo ragionevolmente ipotizzare. Ora la pubblicazione di Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo (Scisci, Conversano 2008, pp. 72, euro 5) di Claudio Ermogene Del Medico ci offre la ricostruzione storica che ci permette di far divenire una ragionevole supposizione una concreta realtà con cui, però, d'ora in poi dover fare i conti. Quanto era forse solo una mera anche se suggestiva ipotesi di lavoro, ora, questa è divenuta una realtà che si può, forse, considerare come il precedente, più illustre, che ha poi permesso la nascita, in seno alla nostra comunità, delle formazioni bandistiche cittadine che si sono formate quindi, quasi naturalmente, in quanto Conversano aveva una sua modesta tradizione anche in campo musicale. Il Del Medico, infatti, dimostra (grazie alla documentazione che ha certosinamente scovato tra le 'carte' dell'Archivio Diocesano di Conversano e in quelle dell'Archivio Comunale di Conversano) che il primo organario che ha prestato la sua opera nella nostra città fu un certo Nicola De Spelli. Questi, nel 1565, già operava in Conversano. Il che fa presupporre che gli organi di cui erano dotate le chiese e/o i monasteri di Conversano fossero di gran lunga preesistenti alla documentata presenza di Nicola De Spellis in Conversano Del Medico, poi inoltre, documenta che dopo il mastro dell'organo Nicola De Spellis, tra il XVI e il XX secolo, ben altri 14 organari offrirono le loro competenze professionale per far funzionare gli organi della Cattedrale, del cenobio di S. Benedetto, del monastero di S. Chiara e del Purgatorio. Il Del Medico può, ulteriormente, documentare che il primo organo, di cui si può attestare l’esistenza in Conversano, risale al 1565. Che il primo organista della nostra Cattedrale, di cui si ha certa notizia documentale, è un ecclesiastico: don Antonio Cosmano che, operò, per l'appunto come organista nella nostra Cattedrale dal 1551 al 1562. Che a Conversano è documentabile una consolidata tradizione musicale: testimoniata dal ritrovamento di quattro antifonari pergamenacei quattrocenteschi: una tradizione che poi prosegue nel '500 con la realizzazione in Cattedrale di ben due organi. Che la prima composizione, per organo, composta per le funzioni religiose che si svolgevano nelle chiese della nostra comunità, scritte da compositori conversanesi, sino ad oggi sconosciuti, forse risalgono ai primi del '600. Che la prima ‘cappella musicale’ creata a Conversano è quella che funzionò, nella Cattedrale, a partire dagli anni 1552-1553. Ma il microcosmo - che sino a ieri ci era letteralmente ignoto - nel quale c'introduce il Del Medico non si limita a fornici le notizie che abbiamo poco più sopra riportato. Del Medico, infatti, documenta come alcuni conversanesi furono 'musici' castrati (cita: Paolo Castelli, Vitantonio Scattone e Tommaso Vignola). E che questi, pur nei loro piccolo, ebbero una certa notorietà. Infatti, Del Medico può riprenderne i loro nominativi da una recente pubblicazione scientifica. Del Medico poi può, per di più, assicurarci che uno degli evirati conversansi (il reverendo don Vitantonio Scattone) cantò, per il monastero di S. Chiara, insieme a don Como Tafaro, un mottetto: nel 1709. E che la preparazione musicale, che lo stesso don Vitantonio Scattone aveva conseguito dopo aver frequentato il Conservatorio musicale di Napoli, gli permise - per di più - di divenire l'organista titolare dello stesso monastero. Ma le singolari quanto piacevoli sorprese non sono finite. Del Medico ci documenta, inoltre, che le monache cistercensi di S. Benedetto - anche in campo musicale - si son tenute all'altezza della loro celebrata fama. Si sono, per l'appunto, fatto costruire un organo che aveva una doppia tastiera. La prima perchè venisse correntemente utilizzata dalla monaca organista, permettendole di farle rispettare la clausura. L'altra tastiera, invece, era stata fatta costruire perchè potesse essere utilizzata da un musicista, estraneo al convento, nel caso fosse venuta a mancare la monaca organista. Sicché le badesse mitrate di S. Benedetto riuscivano a non privarsi delle melodie del loro organo neanche quando la consorella musicista era ammalata. Questa cavalcata tra '500 e '900 (che abbraccia i palcoscenici su cui si espresse quel microcosmo che Conversano ebbe il privilegio di far vivere) ci è ora rifatta vivere ad una accattivante narrazione. Una ricostruzione, quindi, che contribuisce a rendere, ancor più attraente, la rievocazione, documentata, dei più illustri precedenti musicali della nostra comunità. Purtroppo - e non ci stancheremo mai di segnalarlo - anche in questa opuscolo, ospitato nella benemerita collana dei ‘Crescamus’ - mancano del tutto gli apparati paratestuali. Si salva (e non poteva non accadergli altrimenti) solo la splendida copertina. Sulla copertina vi è, infatti, riprodotto, a colori, un antifonario - di recente restaurato - che un tempo era custodito nell'Archivio Diocesano della nostra Città. Per quanto più su sottolineato in ‘Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo manca, inspiegabilmente, una paginetta dedicata a fornirci una sia pur essenziale indicazione della professione dell'autore. Non vi sono, malauguratamente, l'indice dei nomi e, quindi, poi pure l'indice analitico delle cose notevoli citate in Organi e organisti a Conversano tra il XVI e XX secolo’. Insomma, gli apparati testuali (cioè tutto quello che sta intorno al testo) devono essere parsi all'autore - e forse precipuamente ai direttori dei 'crescamus' - degli accessori di poco o proprio nessun conto. Eppure sulla ineludibile necessità degli apparati testuali e la loro irrinunciabile presenza in un testo che voglia realmente assolvere alla sua più peculiare funzione (e, cioè, esser una perfetta macchina per far apprendere) si sono scritte centinaia di pubblicazioni!
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Francesco Saverio Iatta
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Recensione pubblicata su La Scala - rivista di spiritualità, n. 3 mag.-giu. '09
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Grazie all’impulso direttivo di don Angelo Fanelli e don Vito Castiglione Minischetti, la collana Crescamus (edita dall’Archivio Diocesano, dall’Archivio Capitolo Cattedrale e dalla Biblioteca Diocesana “Domenico Morea” di Conversano) si è arricchita di questa pubblicazione, con foto di Leonardo Brescia. Curata dal musicologo Claudio Ermogene Del Medico, questa pubblicazione ha per oggetto gli organi e gli organisti a Conversano tra il XVI e il XX secolo: si tratta di un breve, ma preciso ed erudito, saggio storiografico che delinea la parabola liturgica e devozionale entro cui si collocano l’origine, lo sviluppo e il declino del grande fenomeno culturale legato al canto gregoriano e alla musica sacra moderna, ufficiale e popolare. Lo studio, oltre che avvalersi di preziose e originali fonti documentarie, è sublimato da un’interessantissima incursione nella storia ecclesiastica del novecento conversanese, dove spicca la non comune sensibilità religiosa e musicale dei Vescovi diocesani e, soprattutto, di Mons. Luigi Gallo (Noci, 2 febbraio 1882 – 10 gennaio 1973), fine cultore della scienza dei suoni umani e divini.
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Tommaso Turi
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Recensione pubblicata su Librarte rivista del festival del libro delle arti e delle musiche, anno I, numero 1 2008, pagina 279
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Tra le diocesi più singolarmente ricche di storia, di arte e di musica di una Puglia già molto fiorente, la diocesi di Conversano presenta un patrimonio archivistico rilevante soprattutto a partire dal XVI secolo, epoca di cui si ha la documentato presenza di un primo organo nella Cattedrale, per proseguire poi nei secoli XVII e XVIII con il barocco. (…) A Conversano la ricchezza culturale delle epoche passate poteva vantare origine in tre forme di mecenatismo: accanto a quelle laiche dei Conti Acquaviva d’Aragona, erano di grande rilievo le commissioni di istituzioni religiose della diocesi e del monastero di San Benedetto, in cui la badessa conservava una grande quanto rara autorità anche temporale nell’universo della religiosità femminile, tanto da essere definita dalla chiesa (maschile) Monstrum Apuliae. Delle testimonianze manoscritte dell’epoca, Conversano custodisce quattro fascicoli, in cui spicca un Ufficio della Settimana Santa composto verso la fine del Seicento (trascritto da Claudio del Medico). Altre testimonianze arrivano dai repertori della cappella musicale. Nell’indagare sui repertori sopravvissuti negli Archivi locali, l’autore ha rinvenuto anche le presenze di maestre di organo e di canto nella rassegna di musicisti che si occupano di suonare le opere degli organari.
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Mariapina Mascolo
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Scheda bibliografica
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Autore |
Claudio E. Del Medico |
Titolo |
Organi e organisti a Conversano tra XVI e XX sec. |
Editore |
Arti Grafiche Scisci - Conversano |
Prezzo |
contributo € 6,00 |
data pub. |
2008 |
In vendita presso: |
Emmaus - Conversano Edicola p.za Castello - Conversano Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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