La platea scelta per la raffigurazione della coperta di questo volume non è solo reminiscenza di quel secolare e prestigioso capitale fondiario del monastero di S. Benedetto di Conversano, indice economico del potere badessale conclusosi nel 1810, ovvero una pura e semplice, magari accattivante, illustrazione tratta dall'altrettanto secolare patrimonio manoscritto dell'Archivio Diocesano di Conversano, ma vuol essere metafora con valenze e suggestioni diverse. Metafora poetica di una nostalgica era bucolica in cui si rannodano l'anima della madre Terra e quella dell'homo laborans in un'armoniosa e pacifica simbiosi e sinergia; metafora in cui i due regni, la natura simboleggiata dagli alberi, e l'uomo, dalle case, dialogano reciprocamente, operano, s'integrano in una continua attività di creazione; e all'opposto metafora amara di sfruttamento contadino e di disuguaglianze sociali, foriere di aspirazioni, rivendicazioni, lotte sfociate anche nel sangue, repressioni e disinganni. Metafora biblica di un regno annunciato già presente nel mondo (Le 17. 21), cui volgere gli occhi ("Perché state a guardare il ciclo?", At 1, 11), in cui il credente in Gesù trova la sua patria, pur sapendo che ogni patria gli è straniera, partecipe in tutto come cittadino eppure distaccato, testimone di un metodo di vita sociale mirabile eppure paradossale (Lettera a Diogneto. V, 1-5); metafora di quel regno in proiezione escatologica verso l'apocatastasi; metafora del campo in cui il seminatore esce a seminare per conseguire esiti diversi e perfino nulli, o del campo che letterariamente pone l'inquietante problema del male, della libertà umana e del suo conflittuale rapporto con l'altro e con il Trascendente. Metafora archivistica nella cui platea si avvicendano e s'intrecciano uomini e cose, tempi ed eventi, leggi civili ed ecclesiastiche, liberalità e grettezze, fede e temporalismo, da cui è possibile trarre letture e conoscenze più diverse: storiche, sociologiche, giuridiche, sociali, religiose, onomastiche, toponomastiche, artistiche ecc. E per questo apparato vi hanno lavorato direttamente, agli inizi del '900 d. Angelo Coletta e d. Angelo Rotolo, dall'ultimo quarto dello stesso secolo Marco Lanera, Antonella Caprio e Cristiana Guarnieri, e oggi Rosaria Colaleo e Mariarosaria Lippolis, che hanno innanzitutto rifatto la regestazione di tutte le serie archivistiche integrandole anche alla luce degli ulteriori materiali documentari rinvenuti, poi hanno ex novo regestate le numerose serie ch'erano rimaste solo inventariate cronologicamente, e infine hanno effettuato la revisione di tutto il fondo Conversano. A tutti costoro vanno espressi il più vivo ringraziamento e la più sentita gratitudine. Ovviamente il lavoro d'inventariazione e regestazione, al momento puntualizzato fino a tutto l'Ottocento, continuerà ad allargarsi e abbracciare tutta l'ex diocesi di Conversano, che tuttavia già dal 2005 è possibile consultare in rete seppure non in modo esaustivo, per protendersi nel futuro in attesa che, decantato nel tempo, anche il presente documentario che si va accumulando divenga storia. Infine nella vignetta della coperta campeggia una rosa dei punti cardinali: anch'essa per ognuna delle metafore diviene plurimo simbolo d'indispensabile guida, siano esse le leggi umane e costituzionali, la divina Parola, le regole archivistiche, non finalizzate a se stesse in una specie di narcisistico compiacimento, ma funzionali ad una intelligente fruizione dei materiali documentari che rischierebbero altrimenti di rimanere magmatici e caotici.
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