“Nonno, raccontami di quando facevi la guerra!”... chissà quanti di noi, allora bambini, abbiamo rivolto ai nostri nonni questa domanda.
Erano, nella mia infanzia, gli anni della guerra fredda e i carri armati possenti e i veloci aeroplani a reazione assumevano i contorni di macchine fantascientifiche.
Li si vedevano nei brevi filmati della lontana guerra in Vietnam... e bambini vivevamo quelle immagini quasi incantati, quasi invidiosi i non poter vedere da vicino quelle meraviglie della tecnica.
Quella tecnologia che avevamo anche imparato a usare in casa con alcuni elettrodomestici che inglobavano parte di quei terribili mezzi.
“Nonno, racconta... !” ma poi bastava poco per correre via a giocare e non accorgersi che il nonno, fortunato sopravvissuto agli orrori della Prima Guerra Mondiale, restava muto, gli occhi fissi nel vuoto, la parola assente. gli occhi lucidi.
Si, i nostri nonni non raccontavano! Perché sarebbe stato difficile trovare le parole per esprimere le tragedie vissute: gli attacchi col gas, le lunghe attese nelle trincee, gli aeroplani che bombardavano, i carri armati che seppellivano al loro passaggio. Quegli incredibili e formidabili strumenti di morte li avevano conosciuti loro, per la prima volta sui campi di battaglia e al loro passaggio, da ogni parte, avevano - i nostri nonni che erano appena ventenni - perduto i loro compagni, i loro ufficiali.
Molti di essi li avevano poi raccolti rannicchiati in un cratere, magari a pezzi, tentando una pietosa composizione. Non potevano raccontare... e le famiglie lontane? erano al sicuro?
Esse vivevano di riflesso quei terribili fatti attraverso le poche lettere che giungevano dal fronte e che raccontavano la tragedia nella trepidante speranza di un ritorno. Molte di quelle lettere sono giunte senza che il loro mittente abbia mai potuto seguirle.
Nella mia attività di militare, mi sono occupato dei Caduti in guerra e ho potuto anche avviare vere campagne di ricerca per portare a casa, ancora oggi, alcuni di quei ragazzi.
La ricerca si avvaleva proprio di quei documenti e di quelle lettere, non certo importanti per raccontare gli eventi storici, ma preziose testimonianze vissute.
E poi c’è la guerra a casa... quella che non conosciamo perché la Storia non ha ritenuto fosse importante o funzionale alla storia stessa.
I fatti che leggeremo sono la storia del popolo, di madri che hanno visto partire i loro figli - nel mio lavoro ne ho individuato fino a 7 - per non vederli più tornare.
Ci sono i bombardamenti delle città del Sud, i fatti di guerra nella nostra terra, le colonie di prigionieri austro-ungarici, come ad Altamura, avviati, come reclusi, ai lavori sul nostro territorio.
Ci sono i nostri eroi, giovani ragazzi dei paesi pugliesi e del Sud che si sono coperti di onore e gloria.
Ma molti sono coloro che non hanno ricevuto una medaglia pur combattendo con lo stesso ardore, la stessa fede, lo stesso senso di Patria.
Una Patria che ancora stentava a trovare la sua unica identità: basti pensare alla differenza del linguaggio dei dialetti che, molto spesso, non permetteva neanche di comprendere gli ordini.
Mai nessuno di quei ragazzi si è fatto indietro!
La narrazione di Guido Lorusso ci racconterà fatti sconosciuti o poco noti a tanti. E ci condurrà, con garbo, in un percorso di conoscenza che non sfocia nella cruda realtà, nella narrazione asettica, ma quasi ci incanta in una ricognizione storica di gesta e di eventi, il cui ricordo inibiva la parola ai nostri nonni.
Non ci sono più quei coraggiosi ragazzi, quelli morti, quelli sopravvissuti.
Restano i fatti e resta la storia di quelle gesta.
In questo percorso storico appariranno eroi sconosciuti: i nostri nonni, e con loro, le loro famiglie. Il tutto in una narrazione tragica ed avvincente perché si tratta di fatti non solo lontani, ma che hanno toccato la nostra terra.
Un ringraziamento al prof. Guido Lorusso per avermi concesso il privilegio di questa breve presentazione al suo lavoro di ricerca.
Ai lettori, il consiglio di leggere questo libro con calma, meditando i fatti, soffermandosi sui nomi: è la storia della nostra amata Italia, è la storia della nostra Terra.
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