“DELEATUR hoc Monstrum Apuliae”. É la sentenza che Gioacchino Murat emanava nel 1809, abolendo casì l'influente potere delle Badesse Mitrate dei monastero conversanese di San Benedetto: un colpo di spugna che cancellava otto secoli di storia. Si accendono nuovamente i riflettori sull'eremo benedettino grazie alla rivisitazione dei prof. Ubaldo Panarelli, seconda edizione dei suo “Il monastero di San Benedetto in Conversano” stampato a cura della locale Associazione Arma Aeronautica. La monografia, ampliata rispetto alla prima edizione, datata 1977, si sofferma particolarmente sul patrimonio artistico del complesso, analizzandone in maniera puntigliosa tutti gli elementi. Interessante, a questo proposito, il confronto con la chiesa di Ognissanti in Cuti (frazione di Valenzano), ritenuta dall'autore una San Benedetto rimasta all'originale romanico. Risalgono infatti al 1600 le inserzioni barocche dell'edificio conversanese, opera delle badesse che vollero adeguarlo ai gusti dell'epoca. A sostegno della sua tesi, ripresa da altri insigni studiosi, Panarelli apporta la quasi perfetta coincidenza di tempi nella realizzazione (identico periodo, identiche maestranze) e di misure tra i due santuari, nonché la identica disposizione delle tre cupole in asse.
Il volume è in vendita, al costo di 7 euro, presso la sede dell'AAA conversanese, in via Divisione Acqui. Parte dei ricavato sarà devoluto alla locale sezione dell'ANT.
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