La forza della poesia – Sguardi sulla poesia del Novecento di Sandro Marano contiene diciassette profili di poeti contemporanei (già apparsi su “Interzona news”), elaborati senza preoccupazioni filologiche, come se il critico barese parlasse in un cenacolo, esprimendo, di converso, attraverso i poeti analizzati, la sua stessa visione di poesia.
Si vuol dire che, con i poeti trascelti, Marano ha un’adesione morale ed intellettuale; inoltre, li considera autori veri, lontani da tanti “versificatori” che pur “abbondano ai nostri giorni, trovano posto in molte antologie… sono reputati insigni poeti. Sospetto, però, che alcuni di loro, sulle orme di Zanzotto, abbiano imparato a fare versi sulla ‘Settimana enigmistica’”.
Il volume, poi, è aperto e chiuso da due capitoli tematici; nel primo, Marano scandaglia il tema della “passeggiata”, attraversando D’Annunzio, Palazzeschi, Campana, Soffice e Pasolini; nell’ultimo capitolo, affronta il tema dell’estate, richiamando i versi di D’Annunzio, Montale, Cardarelli, Giuseppe Conte.
All’interno, i medaglioni critici sono disposti con una successione occasionale e accompagnati da cenni biobibliografici essenziali; gli articoli sono a metà strada tra una recensione e un saggio breve, trattando della poesia e dei suoi aspetti peculiari.
Sono articoli che per quanto non abbiano preoccupazioni sistematiche, spesso Marano cita intellettuali canonizzati per convalidare le sue conclusioni (si veda Josè Ortega y Gasset, Mengaldo, Ezra Pound); certamente il suo apprendistato è avvenuto approfondendo gli studiosi richiamati.
Il taglio dei ritratti tende ad entrare nel cuore dei versi letti, quasi come se il critico si ponesse sullo stesso piano degli autori (com’è nel caso di Bodini, Soffici, Silvestri), giungendo ad un approccio originale, certamente lontano dalla melassa della critica estetica.
In ogni scheda lo sguardo è sempre dal di dentro, scandagliando i testi e cogliendo gli aspetti umani, i vissuti, lo sguardo sul mondo.
Una bella operazione divulgativa, estetica e identitaria, che pur con aspetti rapsodici, questo libro va letto perché delinea campi di riflessione e riconferma oltremodo “la forza della poesia”.
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