In questi mesi è stata allestita nei locali dell’ex convento di S. Chiara la mostra intitolata “I colori dei Vescovi”, che tanto apprezzamento ha suscitato nei visitatori. Un evento culturale di indubbio spessore, che mediante le opere esposte ha offerto uno “spaccato artistico” della vita della nostra Chiesa particolare negli ultimi secoli, e che ora viene fissato nella memoria grazie alla pubblicazione del presente volume. Gli studi qui raccolti ci aiutano a ripercorrere il cammino delle nostre comunità attraverso una rapida, quanto efficace presentazione dei Pastori che si sono succeduti nelle due antiche diocesi di Conversano e di Monopoli. L’attenzione maggiore va naturalmente alle opere presenti nella mostra, tutte di elevata qualità, allo scopo di evidenziarne il valore storico-arti stico.
Il mecenatismo episcopale ha avuto nella dotazione degli oggetti per il culto il luogo privilegiato per esprimere la propria esuberante produzione. I Vescovi infatti hanno sempre coltivato un rapporto di intensa vicinanza con la propria Cattedrale, arricchendola di tutto quel che era necessario per le solenni liturgie, che dovevano essere al tempo stesso, specie nell'epoca della Controriforma, manifestazione della grandezza della Chiesa e richiamo allo splendore della liturgia celeste. “Leggere” l’oggettistica sacra è un esercizio che aiuta a cogliere non solo l'estro artistico dei singoli maestri e artigiani, ma anche le motivazioni che hanno spinto i committenti a volerla. E importante non perdere mai di vista lo sguardo di fede che ha accompagnato la creazione di queste opere, perché è la “cifra” giusta che permette di “far parlare” paramenti e suppellettili sacre, reliquiari e quant’altro si è potuto ammirare nell’esposizione di questi mesi.
Una parola vorrei ora spenderla in ordine alle ragioni di fondo della manifestazione, ovvero la conoscenza più approfondita dei Pastori che hanno illustrato le precedenti diocesi di Conversano e Monopoli, alcuni dei quali sono anche ritratti nei dipinti esposti nella mostra. È più che doveroso sottrarre all’oblio i nomi di coloro che nel corso dei secoli hanno guidato il nostro popolo facendolo crescere nella fede e nella carità. Non dobbiamo mai dimenticare che noi siamo il frutto maturo di una semina che Vescovi fedeli al loro ministero hanno promosso nella porzione di Chiesa a loro affidata. La cronotassi episcopale delle due antiche diocesi annovera uomini certo diversi tra loro, sia per formazione sia per modalità di esercizio del ministero. Certo, ogni singolo Pastore va contestualizzato nel periodo storico in cui è vissuto, per cui sarebbe anacronistico giudicare l'esercizio del ministero con i criteri che oggi ispirano il nostro agire pastorale. Di ognuno di loro si può dire che ha avuto a cuore la diocesi, ed è del massimo interesse esaminare da vicino le peculiarità di ciascuno, come risulta dalle fonti documentarie conservate negli archivi. Conoscere i Pastori che si sono succeduti sulle due cattedre episcopali non è erudizione fine a se stessa. Anche qui, una lettura con gli occhi della fede permette di scorgere, tra le pieghe spesso oscure della storia, lazione dello Spirito Santo che ha sempre accompagnato il cammino della Chiesa nel corso dei secoli. Mi piace allora dare questa lettura al titolo della mostra “I colori dei Vescovi”: la diversità dei Pastori, lungi dall'alimentare sterili contrapposizioni, può aiutare a cogliere l'unitarietà di un servizio reso alla Chiesa attraverso la dedizione al proprio compito. Ogni Vescovo, possiamo ben dirlo, è un colore a sé, che messo insieme ad altri colori, concorre a creare quell'iride che fa risplendere di bellezza la Chiesa.
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