Descrizione
Otto donne vissute nel “mondo antico” – storico, letterario o mitologico che sia – si confidano e si raccontano, immaginate nell’atto di trasmettere le proprie memorie a figure da loro ritenute importanti: genitori, figli, amori perduti… rivali perfino. Personaggi femminili dalle vicende poco note, o note solo in parte, che agirono da semplici comparse in un palcoscenico più grande di loro, all’ombra dei grandi uomini attorno a cui gravitò la loro intera esistenza; figure silenti a cui adesso, finalmente, viene restituita una voce, donando loro sentimenti, angosce, paure e speranze. Ne emergono otto ritratti inusitati, incredibilmente plausibili nella loro toccante umanità.
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La storia, classicamente intesa come 'magistra vitae', è testimone dei tempi, ma spesso riporta verità parziali, interpretazioni ambigue, e la sua narrazione diviene stringente, scomoda, a volte insostenibile quando si ritrova ad intraprendere un cammino in luoghi, notoriamente dominati da rocce possenti, che hanno tuttavia lasciato schegge preziose, segni profondi, impronte indelebili, impronte di donne. Ovvero, il racconto dell'altra metà del cielo ha avuto nel passato, come unica lente, lo sguardo dell'uomo. Si può però affermare che negli ultimi tempi quelle ombre, che hanno velato il loro volto, spento il loro sorriso, oscurato i loro cuori, si sono diradate facendo intravedere spiragli di luce e riflettori nuovi si sono accesi su una pubblicistica tutta al femminile: libri scritti da donne sulle donne come l'inner novel, l'inner voice di Chiara Pepe, Voci dal mondo antico, che con pennellate di colore dipinge l'eternità attraverso il fil rouge di otto io narranti storie di principesse, regine, imperatrici, figure mitologiche, divine o fiabesche provenienti dal mondo antico, dalla letteratura del mito o persiana. Esistenze diverse e lontane tenute insieme da un unico leit motive: quell'universo femminile sul quale per troppo tempo è calato il sipario del silenzio. Tante vite, ciascuna a proprio modo portatrice di un pezzo di noi, di quello che eravamo e di ciò che siamo. Nella storia scritta e raccontata per secoli su immagine e somiglianza degli uomini, le donne condannate ad essere spettatrici, mai protagoniste della propria vita, poste lì nel buio dell'anonimato, sottomesse al giogo dell'alterigia, del possesso e della virilità maschile, si sono spesso ritrovate a scegliere quell'unica via, di fuga o di salvezza, quale la morte stessa, destino inevitabile. Riportare queste donne alla loro dimensione umana e alla loro dignità: è questo l'intento dell'autrice, la quale sinuosamente ci guida su un sentiero impervio con una lanterna nel buio, l'anima che fa luce nell'oscurità, negli anfratti più nascosti, segreti, intimi di questo straordinario, affascinante, misterioso mondo. Ed è il pathos, l'amore, il desiderio di far rivivere ciò che invece era stato sepolto, annichilito, obliato a circondare le varie narrazioni di un'aura di meraviglia, stupore, incanto. In queste pagine si viene letteralmente trascinati in epoche lontane, dove vivono, in una sorta di limbo, sentimenti forti, di rifiuto o di trasporto, di sofferenza per sé e per gli altri, di illusione, disperazione, speranza. Vite difficili, tormentate, tragiche, emozionanti, brillanti. E la fiamma alimentata dall'autrice è quella della forza, mai bruta e meschina, ma dirompente e tenace; la forza dell'interiorità che permette alla fragilità d'indossare l'abito del coraggio: "Battetevi per ciò che è vostro. Per le vostre case, i vostri diritti, il possesso di voi stesse. E se vi umilieranno, se vi violeranno la carne e l’onore, persistete nella battaglia! Imbevetevi di coraggio, fate sì che diventi il vostro più fidato consigliere".
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