Saluto cordialmente tutti gli intervenuti a questo appuntamento e mi scuso per l’assenza, ma quando “maiora premunt” non è possibile fare diversamente.
L’occasione è la presentazione del volume “Dimore e famiglie molesi dalla città al Poggio”. L’instancabile e insostituibile Fannj Massimeo ha promosso e fortemente voluto questa iniziativa che, attraverso il coinvolgimento degli alunni di alcune scuole di Mola, continua nel solco di precedenti pubblicazioni: “Conosci il tuo paese” vol.1 e vol. 2.
Il primo, dedicato a Mario Ventura, ha visto l’attiva partecipazione di alcuni alunni della scuola primaria “M. Montessori”, si è occupato di scoprire e conoscere le strade del borgo antico, teatro di una divertente caccia al tesoro e si è avvalso del prezioso intervento della prof.ssa Valeria Nardulli.
Nel secondo, gli studenti delle scuole “Dante-Tanzi” e “Da Vinci-Majorana” hanno compiuto e documentato una “passeggiata culturale” per le strade dedicate a personalità molesi. Esso contiene, inoltre, schede biografiche di personaggi locali distintisi negli anni, anche recenti.
In quest’ultimo libro si è trattato di fissare, perché non se ne perda memoria nel tempo, gli aspetti di vita legati alle dimore di alcune famiglie notabili di Mola, tra i palazzi costruiti in paese e le abitazioni per la villeggiatura nella contrada del Poggio. Il mio contributo riguarda le trasformazioni del paesaggio agricolo molese. Nel corso dei secoli si passò dai seminativi e dal commercio di mandorle e carrube (che oggi si stanno riscoprendo non solo per l’industria dolciaria ma anche per il legname) alla produzione ed esportazione di olive e olio, il cui commercio favorì l’ascesa di gruppi sociali che da contadini e braccianti divennero massari, fittavoli, piccoli e grandi proprietari terrieri.
Grazie all’accresciuta ricchezza vennero costruite le masserie, veri e propri centri di attività produttive, e “case palazzate” situate prevalentemente nell’attuale Piazza XX Settembre e dintorni. A Mola all’inizio dell’800 la media borghesia possedeva il 27.37% catastabile e la grossa borghesia il 16%. Se nella provincia di Bari il commercio dell’olio era in mano al ceto mercantile che controllava il 70% delle esportazioni, a Mola la percentuale saliva al 96%. Va da sé che se ne avvalsero anche sia il commercio del legname che lo sviluppo cantieristico.
Da rilevare anche il ruolo giocato nell’andamento della vita sociale dalle rimesse degli emigranti che, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, poterono acquistare case e terreni da molte famiglie dell’aristocrazia il cui peso politico-amministrativo cominciava a ridimensionarsi.
Coinvolgere le nuove generazioni è sempre molto bello, specialmente se si registra il loro interesse nella scoperta e conoscenza. Anche questa volta c’è stata una risposta positiva da parte di due classi dell’IISS “Da Vinci-Majorana”. Certo bisognerebbe fare in modo che la partecipazione non rappresenti un discorso “una tantum”, ma possa, eventualmente, essere inserita in una programmazione articolata, perché abbia gli effetti di radicare l’interesse dei giovani per quella che è stata la caratterizzazione della vita nel nostro paese. Ne nascerebbe, io credo, non solo la conoscenza, ma anche l’amore e l’attaccamento alle proprie origini e, di conseguenza, il rispetto per quanto ci è stato tramandato e che non va disperso nell’oblio o distrutto volontariamente perché ritenuto inutile.
Il Dott. Giuseppe Berlingerio, autentico e generoso motivatore, ha messo a disposizione di tutti, me compresa, oltre alla sua riconosciuta competenza, le sue doti di brillante divulgatore e di questo lo ringrazio di cuore.
Leggere questo libro farà conoscere la storia dei palazzi e delle famiglie ai giovani e ai non più giovani farà tornare alla mente alcuni tratti delle esperienze vissute: chi, ad esempio, non ricorda con commozione le processioni della Vigilia di Natale con il Bambinello tra le mani del più piccolo di famiglia e non può aggiungere aneddoti delle proprie esperienze personali e famigliari? E l’uso dei pitali? E le passeggiate primaverili per le strade polverose di campagna, gli incontri affollati nel giorno di Pasquetta, i matrimoni degli anni Sessanta, le frittelle nelle stanze piene di grida gioiose e tanto altro ancora!
Chi le ha vissute le rammenta, chi no deve conoscerle per saper apprezzare quanto di buono c’è nell’evolversi della storia umana, definita a torto storia minore, e scoprire con spirito critico gli aspetti negativi, al fine di, come ha scritto il presidente dell’associazione Waldemaro Morgese, “avere il coraggio necessario per contrastare la deriva”.
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