Le origini di Fumarella risalgono all’anno 2006 allorquando il 2° Circolo Didattico di Conversano rispose all'invito dell’Università della terza età a partecipare ad un concorso di idee al fine di individuare la maschera per Conversano.
Con gli alunni fu intrapreso un percorso con l’obiettivo di scoprire e riqualificare: soprannomi più diffusi e, pertanto, più conosciuti dei cittadini di Conversano. La scoperta fu quella che nei secoli scorsi, i Conversanesi, dagli abitanti delle città circostanti, venivano scherzosamente definiti “Iuska cart(e)” (=bruciacarte), per la ricorrente abitudine che essi avevano di distruggere i documenti antichi, conservati negli archivi cittadini. È storia, infatti, che nel 1503, durante l’assedio della città da parte degli Spagnoli, le carte antiche degli archivi conversanesi furono impiegate per far da miccia ai cannoni.
Sei 1799, in occasione dei moti rivoluzionari della Repubblica Napoletana, fu bruciato l’archivio del castello di Conversano, nel quale edificio aveva sede la Corte, ossia il Tribunale della città. Di qui il “Largo della Corte Sei 1886fu bruciato, in occasione di lotte fra i partiti della città, l’archivio comunale nel quale erano conservate carte dal 1500 al 1800 e insieme ad esso andò distrutto tutto l’edificio.
Sei luglio 1911 bruciò la cattedrale della città di Conversano a causa della distrazione del sacrestano, il quale lasciò una candela accesa e ciò fu causa dell'incendio. In quella occasione fu parzialmente distrutto l’archivio, in particolare i registri battesimali. Lo scopo della distruzione delle carte era quello di non pagare tasse per un certo periodo, ossia fintanto che non si compilava un nuovo elenco di contribuenti, operazione che poteva durare anche anni.
La distruzione delle antiche carte della città ha determinato la scarsa o la mancanza di conoscenza di episodi della vita e della storia; in particolare, la distruzione dei registri battesimali ci nega di poter fare ricerche sulle famiglie, non essendoci altri documenti, se non pochissimi altri, dai quali poter ricostruire le discendenze. Questo genere di ricerca si può effettuare solo dal 1809 fino ai giorni nostri, mentre per i secoli precedenti, per gli abitanti di Conversano, ciò non è possibile.
Per fortuna attualmente c'è una maggiore attenzione a conservare le “carte”, non essendo più necessario accendere fuochi ogni giorno nelle case cittadine: le carte degli archivi venivano usate per incartare le merci e per accendere il fuoco nel camino di ciascuna abitazione.
L’abitudine dei Conversanesi, nei secoli passati, di dare fuoco agli archivi, ben si può attribuire alla maschera Conversanese, da poco inventata e alla quale è stato dato il nome di “FUMARELLA”, proprio per sottolineare il colore del fumo e del fuoco prodotto da quelle carte.
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