Giuseppe Galanto, da tutti conosciuto come Pinuccio, è una figura storica per Monopoli e adesso è diventato anche uno scrittore.
È l’autore di una fortunata opera d’esordio dal titolo “In giro per l’Italia”.
Un volto noto dell’associazionismo, è capogruppo del Fai, e della politica, è stato segretario di Sel in città. È anche il marito di Maria Nardelli, la titolare di un locale storico per il nostro paese, Yogomania di via Rattazzi, recentemente chiuso, che ha scritto deliziose pagine dell’infanzia e non solo di tanti concittadini, con le crepes e gli yogurt più famosi della città. Crepes che la famiglia Galanto non faceva mai mancare alle feste dell’Unità, quando la sinistra d’estate negli anni Novanta festeggiava sul lungomare della Pentima.
Il suo libro è stato pubblicato con PAV Edizioni ed è un viaggio per l’Italia lungo i decenni. Si inizia negli anni Settanta, nel 1976 e si conclude nel 2015. Il racconto racchiude le avventure lavorative autobiografiche dell’autore. Galeotta è stata anche qui la Pandemia. Durante il lockdown Galanto ha iniziato a scrivere alcuni racconti. Il suo storico amico Natale Rizzo li ha letti e apprezzati. Così gli ha suggerito di inviarli a qualche casa editrice. In tante gli hanno risposto e ha scelto il contratto a suo parere più favorevole. Ci tiene a dire che non si tratta di un’auto-pubblicazione. Non ha pagato per vedere il suo libro stampato, è la casa editrice che ha creduto e investito in lui.
«Una grande soddisfazione. Il mio libro è stato esposto anche al Salone di Roma e di Torino». Pinuccio è molto contento per il successo e i consensi che sta avendo l’opera.
Un racconto, anche ironico, dell’Italia o forse, come dice lui, di un’italietta, che doveva districarsi tra la mancanza di soldi e qualche imprenditore e politico malevolo che finiva perfino per non pagare. Il suo lavoro inizia negli anni Settanta. Gira l’Italia commerciando e facendo il rappresentante per vendere macchine agricole. Diventerà anche con il tempo formatore e selezionatore di personale per le aziende, in particolare a Bologna.
L’Italia intanto cambia e non in meglio. «C’era meno serietà da parte degli imprenditori negli ultimi anni. Il rispetto è venuto meno». Tanta nostalgia per quegli anni in cui nelle piccole comunità pugliesi i piccoli titolari di imprese agricole si incontravano nelle piazze in serata e lì trovavano Pinuccio, che tutti chiamavano “il ragionare”. Tra gli aneddoti raccontati anche quello di una Milano che non si rivela certo la capitale morale di cui tanti parlano, con un posto per diventare un venditore di pneumatici per una grossa impresa che viene dato al raccomandato di turno.
Insomma Galanto racconta quarant’anni di storia d’Italia. Fa rivivere storie, a volte molto divertenti, di un Paese girato in lungo e in largo, attraverso i decenni. Uno spaccato di una società in cambiamento, dove però «non cambia granché». Una testimonianza non solo dell’Italia, ma anche di un lavoro, quello del rappresentante, che tanta importanza ha avuto per la nostra penisola e anche per la nostra città.
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