Le costanti e appassionate ricerche di Giulio Esposito, docente presso il nostro Liceo delle scienze umane e sociali e ricercatore dell’IPSAIC (Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea) di Bari, hanno dato un ulteriore e apprezzabile risultato. Le Edizioni dal Sud di Bari hanno, infatti, recentemente pubblicato il volume “Nei paesi degli eccidi cronici: appunti sulla Puglia e altri scritti” di Giuseppe De Falco con un corposissimo saggio introduttivo del nostro concittadino. Nel volume, promosso dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia in collaborazione con l’IPSAIC, Giulio Esposito ricostruisce e analizza compiutamente per la prima volta la figura di Giuseppe De Falco e recupera interessanti scritti e documentazione inedita mettendo in luce l’importante ruolo del sindacalista coratino nell’emigrazione politica in Svizzera e i rapporti con i maggiori esponenti del movimento operaio italiano e internazionale. Giulio Esposito fa di De Falco un ritratto a tutto tondo, restituendo alla collettività un protagonista spesso sconosciuto o sottovalutato. De Falco fu invece con Giuseppe Di Vittorio uno degli esponenti di punta del sindacalismo rivoluzionario meridionale. Segretario della Camera del Lavoro di Bari nel 1903 dette vigore a diverse leghe sindacali in Puglia. Sulla spinta delle idee di Salvemini, si impegnò nell’analisi delle problematiche sociali più rilevanti del Sud e nella battaglia per il suffragio universale. Direttore del periodico socialista “La Conquista” fu costretto nel 1910 a riparare in Svizzera, dove non cessò di denunciare la repressione delle lotte proletarie nel Mezzogiorno. Nelle inquiete evoluzioni del socialismo rivoluzionario strinse un intimo sodalizio con Mussolini, collaborando alla rivista “Utopia” e al “Popolo d’Italia” di cui fu caporedattore tra il 1914 e il 1918. Nel dopoguerra la distanza tra i due divenne incolmabile per la deriva antisocialista mussoliniana. In seguito De Falco, dal “Giornale del Popolo” da lui fondato e dalle colonne del “Mondo” di Amendola, attaccò la svolta autoritaria e illiberale del fascismo. Agli inizi degli anni Trenta, per sottrarsi al rigido controllo del regime, emigrò in Turchia come corrispondente dell’Agenzia Stefani. Ritornato in Italia nel secondo dopoguerra, visse in completo isolamento dalla vita politica e culturale. “Nei paesi degli eccidi cronici” (1911) è un’opera paradigmatica sulla Puglia giolittiana che mette in luce il ruolo degli organismi sindacali e del Partito socialista nel difficile processo di emancipazione della regione. L’IPSAIC, diligentemente diretto dal professor Vito Antonio Leuzzi, è ormai divenuto un punto di riferimento indispensabile nelle ricerche storiche pugliesi; una fucina inesauribile di studi e saggi di ricercatori, tra i quali Giulio Esposito e Cristina Vitulli, che operano con competente passione e su base volontaria. Un esempio positivo, una buona pratica da elogiare e imitare.
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Giuseppe Basile (da: Nocigazzettino, a. 46, n. 2, febbraio 2013, p. 8)
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