Giuseppe REGALDI è nato a Novara il 18 novembre del 1809. Di natura vivace, con elevato ingegno poetico e ardente immaginazione, siccome non era portato per gli studi giuridici (il padre Francesco era avvocato), preferì dedicarsi al “verseggiare improvviso” tantoché, in breve tempo, accrebbe di lui la fama di valente e splendido poeta estemporaneo. Grazie a questa sua abilità, dopo aver lasciato gli studi di legge all’Università di Torino, il 2 agosto 1833, nel teatro d’Angennes a Torino, improvvisò nella prima Accademia di poesia estemporanea ed ebbe una grande approvazione popolare, che lo consacrò poeta.
Questo suo innato talento poetico fu riconosciuto anche dalla rivista settimanale “Illustrazione Universale” che riteneva il poeta novarese il migliore dei poeti italiani estemporanei (…..il sempre giovane artista la cui feconda e serena fantasia ci schiude ognora nuovi orizzonti del bello...).
Lasciata la terra natia, percorse in largo e in lungo sia la nostra Italia, sia la Francia raccogliendo, ovunque si presentasse, applausi e onori inauditi, unitamente ad elogi come uno dei più grandi poeti che l’Italia avesse, per la facilità e la leggiadria con cui egli verseggiava.
Nel 1840 lasciò Novara per andare a vivere a Napoli dove scrisse degli articoli sui “Canti popolari di Napoli” e sulla secolare “Processione dei Gigli di Nola”: la prima è stata una vera e propria testimonianza su come è avvenuto il passaggio della canzone popolare napoletana a quella d’autore, mentre la seconda si è rivelata particolarmente preziosa per convincere l’UNESCO a dichiarare la festa nolana Patrimonio Immateriale dell’Umanità per la sua storicità e particolarità e, per questo, meritevole di essere tutelata e conservata a livello mondiale.
L’incontro che lo stesso REGALDI ha avuto con i vari artisti dell’epoca, cantanti, improvvisatori, venditori dei foglietti, tipografi e tanti altri gli hanno permesso di raccontarci come dalle canzoni napoletane, edite nei primi anni dell’800, si poteva trarre la storia dei nuovi costumi introdotti a Napoli, ovvero che ogni canzone veniva composta a seguito di un fatto accaduto, di un qualsiasi avvenimento che potesse dare sfogo all’immaginazione degli autori: la ferrovia che da Napoli conduceva a Caserta, la nuova lanterna al Molo – la flotta napoletana veleggiante per il Brasile – l’illuminazione a gas – lo splendido Caffè d’Europa.
Durante il suo pellegrinare per l’Italia, il REGALDI ha soggiornato anche in Puglia: prima a Lecce dove trovò l’ambiente ottimale per le sue ispirazioni e compose alcune poesie (Le memorie della patria1 e Una notte nel mare Adriatico presso la scogliera di Tricase2), poi successivamente a Bari, Trani, Molfetta. Andria, Barletta, Terlizzi, Conversano, Monopoli e Noci. Secondo quando riportato dal Canonico Francesco Saverio ABBRESCIA3, il nome di REGALDI “risonava benedetto tra gli evviva dell’intera Provincia”.
Tutto quanto scritto da Giuseppe REGALDI evidenzia la forza del suo legame con la Puglia; non a caso, nella sua poesia “La Siccità delle Puglie”, pubblicata all’interno del libro “I Canti” (Napoli, 1847), definisce la Regione “La Bersabea d’Italia4 ”. Leggendo questa pubblicazione, i lettori potranno viaggiare indietro nel tempo e rivivere, anche se idealmente, la Napoli musicale dell’800 e la Festa dei Gigli del passato, con i suoi riti, la sua storia e l’antica tradizione. La copertina è tratta da una riproduzione di un disegno in acrilico e gessi raffigurante “Novara e Nola in festa” realizzato dall’artista novarese Pierangelo BERTOLO.
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