Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio iatta
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2°vol. della collana QuAD
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Alla scoperta di una ‘città nella città’. San Benedetto a Conversano.
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Lo si può notare anche se non si è esperti conoscitori di monumenti antichi. Il monumentale complesso architettonico di San Benedetto a Conversano appare infatti, anche all’occhio meno esperto, come una sorta di vera e propria ‘città nella città’.
Se, infatti, si esamina l’intero complesso di san Benedetto non si può non constatare che si è, per l’appunto, in presenza di una vera e propria ‘città nella città’ che, a sua volta, s’impone, per altro, come un’insolita ma più che concreta realtà. Nel suo interno, per l’appunto, insistevano (anche se, oggi, non se ne sono rintracciate che poche ma significative tracce grazie ad una recente campagna di scavi) un mulino, un grande ‘trappeto’, un forno, un carcere. E poi, sin anche, un ospedale. Che risultano essere stati particolarmente attivi al suo interno. E che quindi risultano essere una delle più indiscutibili testimonianze di un passato tutt’altro che modesto. Illustre passato che è, per l’appunto, oggi -almeno in parte- messo in bella (quanto significativa) mostra proprio da una recente serie di scavi. Ed i risultati che hanno offerto agli studiosi sono a loro volta risultati anche corroborati pure dalle superstiti ‘carte’ notarili che riguardano gli avvenimenti che hanno riguardato la nostra città che insiste nella città.
Una città che, per altro, si è saputa imporre, nel corso dei secoli, anche se non proprio perché ha occupato (e tutt’ora superbamente occupa) un intero isolato urbano che nobilita grazie alla singolarità dei monumenti che ospita al suo interno.
Grazie quindi alla sua spettacolare imponenza architettonico-monumentale che superba sfoggia, San Benedetto a Conversano si è imposto, e tutt’ora s’impone, non solo ed unicamente nella stessa ‘skyline’ della città del ‘Guercio delle Puglie’.
In effetti il complesso architettonico monumentale di San Benedetto risulta essere anche, se non soprattutto, un singolare aggregato di fabbriche, tra loro intimamente collegate, che costituiscono una rara e quindi straordinaria unità immobiliare che, non per nulla, è stata governata, per secoli, da prestigiose ‘badesse mitrate che ne hanno saggiamente dettato il cammino qual pur fosse il tempo nel quale erano state chiamate a guidare ‘il real monastero’ di san Benedetto che, quindi, non si è, in effetti, limitato a parere unicamente ‘una città nella città’. Complesso che quindi, neppure il passare inesorabile dei secoli, ha mai affatto scalfito non solo la sua nobile monumentalità quanto poi neppur la sua stessa oramai celebrata singolarità: non solo artistica.
Le caratteristiche di san Benedetto in Conversano che abbiamo appena tentato di delineare risultano, infatti, essere tratti urbanistico-architettonico-monumentali così rilevanti che quasi tutti son già stati efficacemente colti anche in passato. E, per ciò, sono stati evidenziati, in tutta la loro straordinaria imponenza e magnificenza, anche in una sorprendente e rara incisione. Ben nota, per altro, non solo ai cultori di storia patria cittadina. L’incisione alla quale ci siamo appena riferiti è dovuta, infatti, alla straordinaria abilità di Francesco Cassiano de Silva: un impagabile paesaggista ed incisore di cui si sa davvero ben poco. Che, comunque, ha avuto modo di lasciarci anche una versione, molto probabilmente più tarda, acquarellata. Meno nota della precedente, ma che ci offre della Conversano di fine XVII secolo un’immagine, non affatto meno eloquente: in quanto abbraccia una maggiore porzione del panorama che ‘fotografa’.
L’incisione di fine Seicento, che è riprodotta nel “Del Regno di Napoli in prospettiva‘ (Napoli 1703, Mutio et alii editori). Il cui testo si deve all’abate Gian Battista Pacichelli. Un autore che risulta essere tra i più informati eruditi del tempo che ha quindi avuto modo di provvedere, con esemplare specifica cognizione di causa, a consegnarci un ritratto, particolarmente eloquente, di come si presentava Conversano, intorno alla fine del XVII secolo.
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Ben nota cittadina che era già stata, in particolare nella prima metà dello stesso secolo, la sede, ammirata, di una corte principesca che “non aveva niente da invidiare a quella dei piccoli principi liberi dell’Italia padana” e che, nel vice regno spagnolo, nella stessa prima metà del XVII secolo, risultava essere stata “una corte che poté essere seconda solo a quella di Napoli”.
Se quindi erano, sino a poco tempo fa, particolarmente note le principali caratteristiche di san Benedetto, in un recente volume stilato da alcuni professori del Politecnico di Bari sono state anche rilevate, in alcuni accurati elaborati scientificamente condotti, tutti gli aspetti architettonici che permettono di cogliere la dettagliata successione degli interventi di edificazione che hanno interessato san Benedetto. E quindi, dello stesso complesso, poi anche i rilievi che permettono di rilevare le modifiche alle quali stato, nel corso della sua millenaria esistenza, variamente interessato lo stesso complesso di san Benedetto.
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Per ciò, oggi, abbiamo a disposizione anche tutti quei rilievi architettonici che ci permettono di conoscere, con reale cognizione di causa, il complesso architettonico monumentale di san Benedetto in tutti i suoi più articolati aspetti, per l’appunto, preminentemente architettonico-costruttivi.
Ebbene quanto abbiamo appena accennato è esemplarmente esposto in ‘San Benedetto a Conversano. storia, rilievo, restauri’, Collana/Rivista: Quaderni di Architettura e Design. Monografie, Editrice Quasar, Roma 2019, pp.114, € 15,00 un volume a cura e con saggi di Valentina Castagnolo e Paolo Perfido del Politecnico di Bari. E con contributi di Maria Franchini e Vito L’Abbate.
Quindi se sino a poco tempo fa avevamo a disposizione una ricca messe di studi, per altro particolarmente autorevoli, che si sono prevalentemente impegnati a delineare in maniera preminente la storia e quindi poi anche, non meno, gli stessi pregi prettamente artistici del complesso di san Benedetto a Conversano, ora possiamo consultare un’autorevole, scientifica e documentata ricostruzione che ci permette di avere sotto gli occhi anche lo stesso evolversi, architettonico del complesso architettonico monumentale di san Benedetto. Evoluzione che, nel corso dei secoli, ha, quindi, interessato specificamente l’evoluzione stessa della nostra ‘cittadella nella città’.
Grazie agli studi cui abbiamo appena accennato, infatti, siamo messi autorevolmente in grado di cogliere, ancor meglio che non in passato, la complessa articolata ed intensa vita che si svolgeva, particolarmente vivace, in uno dei più celebri (e celebrati!) monasteri di clausura di Puglia.
Il volume al quale ci siamo già ripetutamente riferiti, infatti, raccoglie i risultati degli studi e delle ricerche condotte sul monastero di San Benedetto a Conversano a partire dagli anni 2010-2011. Quando, nell'ambito delle attività didattiche svolte dal Corso di Rilievo della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, sono state svolte le stesse attività didattiche.
Il complesso monumentale conversanese fu, per l’appunto, individuato dal team di docenti del Corso di Rilievo della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari come il tema di esercizi pratici da svolgere nel corso dell’anno per lo svolgimento di uno stage operativo con gli studenti.
A questa iniziale fase è poi seguita, nell'anno accademico successivo, una convenzione stipulata tra il DICAR (= Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura) del Politecnico di Bari e il Comune di Conversano. Questa opportunità ha, per l’appunto, permesso di rielaborare e completare i dati raccolti in precedenza, applicando rigorose procedure metodologiche e strumentali che sono state alla base della successiva approfondita lettura e interpretazione dell'organismo architettonico di san Bendetto a Conversano, in tutta la sua complessa articolazione. L'attenzione posta agli aspetti costruttivi, stilistici e tipologici, nonché i restauri e le pesanti trasformazioni che dalla fine del XIX secolo hanno interessato San Benedetto in Conversano, ha guidato gli autori in un percorso di lettura che viene quindi proposto, nel volume che abbiamo appena citato, a quanti sono interessati alla storia millenaria di san Benedetto a Conversano.
Le complesse indagini, storico-scientifiche, alle quali ci già più volte riferiti si possono comunque cogliere pur dando anche una sola scorsa al sommario del volume edito dalla Quasar. Motivo per il quale ci premuriamo, qui di seguito, di proporlo: perché se ne valga chi intende avere a disposizione una sostanziosa anticipazione di quanto lo attende se lo sfoglierà, con ben più mirata attenzione.
Gian Paolo Consoli, ‘Presentazione’; Valentina Castagnolo, Paolo Perfido, ‘Introduzione’; Paolo Perfido, ‘Il monastero di San Benedetto. Mille anni di storia scritti nelle pietre’; Paolo Perfido, ‘Il monastero nel XVIII secolo. La Sacra Visita del vescovo Castrense Scaia del 1749’; Valentina Castagnolo, ‘Il portale seicentesco della chiesa. Studi geometrici e proporzionali’; Valentina Castagnolo, ‘Gli interventi ottocenteschi di Sante Simone’; Maria Franchini, ‘Il monastero ai primi del XX secolo. Dal riconoscimento come monumento ai restauri’ e Vito L'Abbate, ‘Il "tesoro" di San Benedetto a Conversano. Il patrimonio, la mostra, i restauri’.
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