L’incontro con Antonio Fanizzi, per tutti e ora anche per me, Tonino, è il prodotto più fecondo di quegli incastri, di quelle coincidenze, di quei momenti di confronto e piacevolezza che in questi anni ho avuto il piacere di condividere con alcune delle persone che mi hanno formato lungo il mio percorso di studi, e che oggi posso ritenere miei amici: Maria Aurelia (Maura) Mastronardi e Francesco Sportelli, entrambi legati a Tonino da una consolidata e sincera amicizia, di cui mi hanno reso partecipe.
Infatti, fu in occasione della presentazione di un mio volume su Papa Innocenzo XII Pignatelli a Palazzo Pascale Mastronardi, che tra gli altri vide proprio Tonino Fanizzi partecipare e relazionare, con un puntale intervento sui rapporti territoriali e i gangli parentali dei Pignatelli di Spinazzola, che si consolidò l’idea di pubblicare questo lavoro di ricerca sulla Contea di Conversano e dei dignitari che ne hanno avuto il possesso.
Appare, quindi, quasi naturale per me identificare Tonino con Conversano, l’uomo con il territorio, lo studioso con l’oggetto della sua ricerca.
Infatti, immergendomi nelle appassionate pagine di questo lavoro, si scorgono i segni tangibili di un attaccamento profondo al contesto in cui lo stesso Autore vive, risiede e opera; una Conversano intrisa di memoria, di luoghi, di umanità, che si staglia lucente sopra e lungo la collina che guarda e domina il tratto di costa del sud-est barese, e che irradia i territori viciniori come un faro a cui rivolgere lo sguardo per non sbagliare la rotta.
Ed è proprio questo il ruolo della Conversano raccontata da Fanizzi in questo volume, attraverso l’analisi attenta delle vicende delle origini e degli sviluppi successivi, nel lento divenire storico che dal secolo XI si snoda fino ai nostri giorni. Un volume in cui gli oltre trenta dignitari della Contea ricoprono il ruolo di protagonisti, ognuno per il suo tempo, ognuno con il suo agire e la sua impronta, non solo per un mero tornaconto di casata, ma tutti accomunati dalla volontà di rendere grande questo luogo, di lasciare un segno evidente del proprio passaggio, anche e soprattutto nel paesaggio culturale che rende Conversano una città sempre attuale e sempre bella. Fanizzi, infatti, ha voluto trattarli singolarmente, in paragrafi separati, proprio per far emergere la diversità e la personalità dei singoli all’interno della comune dignità del ruolo ricoperto nel frangente temporale della cronotassi dei feudatari conversanesi.
È un volume importante, prodotto del lavoro attento e rigoroso di Tonino Fanizzi e delle sue diversificate competenze nelle scienze storiche; un volume che diventa un omaggio, tanto per i nomi e i luoghi ricordati nelle quasi trecento pagine, quanto per l’odierna comunità conversanese che, attraverso la conoscenza della propria storia, può ritrovare e riconoscere la propria comune memoria identitaria; quello stesso spirito di appartenenza che hanno reso Conversano una città a cui far riferimento e da cui imparare, mille anni fa come oggi.
Nella nostra vita percorriamo milioni di chilometri senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti che li abitano, dimenticando che il senso di un viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare; questa di Tonino Fanizzi e di Conversano è una storia che merita di essere letta, di essere ascoltata e, soprattutto, ricordata.
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