È il titolo del volume, più recente, pubblicato da Marisa Cacciapaglia (Edizioni dal Sud, Bari 2003,ed è in vendita presso la cooperativa Armida). L’A. è nota per aver redatto tre altre monografie dedicate a temi di ricerca storica “locale”. Con queste “Lettere” prosegue il suo lavoro, ma predilige specificamente il versante della microstoria. Questa volta, infatti, analizza un non esiguo numero di lettere d’amore scritte tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. L’indagine ricostruisce le modalità di comunicazione, i rituali e sin anche i piccoli tic che, anche inconsciamente, evidenziano - nei loro rapporti epistolari più intimi - alcuni conversanesi. Sì che chi legge “le storie” ha la ventura di vedersi squadernate dinnanzi spaccati di vita e poi grumi di sentimenti, a volte sin anche singolari. I protagonisti - dei provinciali per l’appunto innamorati - ci riportano a microcosmi ora quasi del tutto scomparsi che ci riappaiono con le loro ansie - più o meno celate - e i loro desideri - più o meno palesi. Sì che la fetta di un pianeta che non è più - quello di una cittadina di provincia meridionale - e di alcune sue modalità di comunicazione - che oggi forse non si adoperano neppure più - si offrono, indifesi, a un’analisi antropologica. Da qui scoperte inconsuete, provenienti da un universo quasi del tutto inesplorato. E poi pure anche poco analizzato. Ma dal quale ci si distacca con un pizzico di contenuta nostalgia.

Una prova quasi analoga l’aveva già tentata Mario Giannini (Altri tempi. 9 storie d’amore del passato raccolte e scritte da Mario Giannini, premessa di Mino Lopriore, “I libretti del Sasso- n. 1”, Lieggi, Conversano 1994). In questo opuscolo prendevano però il sopravvento le doti narrative dell’A. (che è poi propria delle sue più intime propensioni) sull’indagine meramente storico-antropologica. E, l’indagine storico-sociale -se ne era sottesa, la si poteva leggere in filigrana. Quest’ultima, infatti, risulta in prima analisi più una narrazione dispiegate che un’indagine sociologica. È corredata da singolari fotografie che risultano un ulteriore contribuito a ricostruire e rievocare microstorie- sempre accadute nella nostra cittadina, ma tra il 1930 e il 1950.