“AMCI: 80 anni di vita per la vita” – Editrice Velar 2024
Pensavamo fosse un’epoca di cambiamento, di semplice variazione delle abitudini e degli stili di vita! Siamo stati viceversa proiettati in un vero e proprio radicale cambiamento d’epoca!
Nel vorticoso fluire della storia, infinite provocazioni hanno davvero mutato le nostre abitudini di vita e il nostro modo di essere nel mondo.
Gli abituali e immutevoli riti di passaggio: nascere, vivere, amare, soffrire e morire sono stati travolti da uno tsunami impensabile e a cascata registriamo mutazioni demografiche, variazioni di ruoli, funzioni, identità, comportamenti e relazioni, le più diverse.
Sul nascere valutiamo una incredibile varietà di modi per venire al mondo: la pervasiva tecnologia ha addirittura introdotto un ampio catalogo di tecniche, che hanno reso possibile l’impossibile e, da vita a vita, siamo passati dalla procreazione umana alla riproduzione e oggi alla produzione dell’umano.
Un mutamento pauroso e anche preoccupante che genera molte provocazioni e modifica tutte le relazioni amorevoli e anche quelle generative intra familiari.
Sul versante del fine vita c’è una medesima inquietante mutazione, silenziosamente introdotta, ma che vede il protagonismo spinto della autodeterminazione diventare sovrano.
Sono tante e complesse le sfide da superare perchè confusa è la ricerca scientifica e dirompente è l’innovazione digitale, telematica e robotica.
Intanto le disabilità continuano a persistere e a non essere adeguatamente sostenute; anche l’allungamento della prospettiva di vita da opportunità è diventato problema! Consistente è la variazione demografica che si interconnette alla preoccupante denatalità che rende sempre più anziana la società con tutte le conseguenze che ne derivano.
Si discute sempre di più secondo una mentalità meramente economica che vorrebbe bilanciare costi e benefici e risparmio di risorse, anche quando di mezzo ci sono disabilità, fragilità, disuguaglianze, sia riguardanti i profili lavorativi che quelli di salute.
Si insiste molto sui diritti esigibili, ma si dimenticano le tante obbligatorietà dei doveri.
L’AMCI nazionale, che ha avuto da sempre un ruolo centrale e trasversale su questi e tanti altri problemi, ha prodotto riflessioni importanti sulle tante problematiche, ponendo particolare attenzione al pluralismo culturale e religioso dei cittadini, e affrontando appropriatamente sfide e cercando prospettive etiche.
Innumerevoli sono gli interventi e i documenti elaborati che negli anni hanno riguardato le manipolazioni sull’uomo e contro l’uomo, attivando dibattiti che hanno generato molte provocazioni e interpellato i profili bioetici, interculturali e religiosi.
L’AMCI, nata 80 anni fa, ha una storia entusiasmante che continua: l’eredità di uomini illustri, a cui va la profonda ammirazione ed imperitura gratitudine, ha dato costantemente frutti copiosi e di prezioso significato. Ripercorrere gli eventi e le vicende costituisce una meravigliosa tela, arazzo e storia di continuativo impegno e testimonianza.
Guidata negli ultimi 12 anni dal Prof. Filippo Boscia, ha continuato ad operare sempre, elaborando concreti contributi frutto di scelte ispirate all’amore, alla spiritualità, all’amicizia e alla competente e caritatevole premura verso le fragilità e le sofferenze.
Capitolo fondamentale è stata la spiritualità dell’AMCI e il fattivo spirito di servizio al bene comune e in assoluto al servizio della vita. Azioni svolte in fedeltà al Magistero e tutte ispirate al personalismo cristiano.
In un momento di tecnicismo esasperato l’AMCI risulta essere fonte di consultazione e nell’evoluzione culturale legata ai tempi si propone come frutto di pensiero e ricerca bioetica, sì da mantenere alta la sua mission di proficuo laboratorio aperto al pluralismo culturale, scevro da ogni pregiudizio ideologico.
L’AMCI nell’erranza dei popoli ha riscoperto la gioia di intravedere nuove positive prospettive per abitare il futuro e per abitare il lavoro.
Nell’era dominata dalla tecnica, riaffermando valori religiosi e morali di alta espressività, quali quelli del cristianesimo, si propone per essere arsenale di ricerca della verità, dell’uguaglianza, della fraternità, delle relazioni per un mondo migliore e per essere sempre luce vivificante accanto al prossimo, accanto all’”altro”.
Con coraggio anche se con fatica, dopo 80 anni, questa associazione è ancora giovane e va avanti con forza inesauribile per aprire nuove strade verso positive visioni dell’esistenza, in difesa della buona vita per tutti, per scrivere una storia nuova non di guerra, ma di pace, di ripristino di relazioni fraterne e sincere.
Prendendo spunto e riflettendo sulla mirabile Enciclica “Fratelli tutti” l’AMCI ha lavorato per generare un mondo nuovo, ponendo in ogni contesto semi di bene e lo ha fatto con la forza del cuore, con la coerenza della mente e con coscienza cristiana.
L’AMCI è un’associazione di fedeli laici AMICI.
Lo slogan “AMCI=AMICI” è stato proposto a gran voce, condiviso e difeso da tutti.
Coralmente abbiamo sostenuto con forza, coraggio e determinazione che occorre smetterla con le guerre perché la nostra mission è quella di diventare guaritori anche nei più aspri disappunti e nei più severi contrasti… e non solo.
Occorre smetterla anche con quelle guerre ideologicamente guerreggiate tra gruppi sociali che tanto male fanno a tutti, ma soprattutto ad una società già di per sé in fermento.
IL motto è quello di abbattere le barricate, demolire muri, costruire ponti per una polis orientata allo sviluppo umano integrale!
L’Amci può farlo in modo eccellente promuovendo carità, giustizia, fraternità, solidarietà, sussidiarietà, modelli nuovi di libertà sociale alla ricerca di un nuovo stile ispirato all’etica e di un nuovo senso civico.
Il volume “AMCI: 80 anni di vita per la vita” ha contenuti inesauribili con i quali richiama tutti alla responsabilità civile e chiede nei tempi difficili che attraversiamo, di essere guidati sempre dall’insegnamento evangelico che è pace, fraternità, compassione, cooperazione, universale, solidaristica caritatevole, mai contaminata da profili economici o da profitti, ma sempre alimentata dalla forza salvifica dell’amore.
Siamo alle soglie del Giubileo e forse dobbiamo in questo momento guardare con più attenzione alla Casa abitata da Dio.
Il Signore ci chiede di essere sale e lievito. Ci chiede di evitare le ingiustizie, ci chiede il dono nascosto dell’umiltà, ci chiede di non trattare i nostri simili come cose. Non siamo oggetti per vantaggi economici, non siamo nemmeno processi tecnologici da maneggiare a nostro piacimento, né prodotti in scadenza per obsolescenza programmata.
Siamo persone in transito verso una Casa accogliente, una Casa santa. Per favorire il passaggio verso la Casa e per penetrare in un territorio di accoglienza occorre smorzare le contraddizioni, stabilire innovative relazioni, inventare e stabilire innovative relazioni civili, di pace, associative ma anche globali, universali, civili, familiari, sociali ed ecclesiali: andiamo a cercare soprattutto nelle periferie esistenziali il terreno da vangare, arare, irrigare, predisporre alla fertilità, seminare per coltivare quella C di Cattolici che può essere celebrata attivando quella che in questo periodo di avvento del Giubileo chiamerei la “missionarietà della soglia”.
Andare incontro con il tocco di un abbraccio, ma al contempo amorevolmente disposti ad accogliere chi incontriamo, curare chi soffre, prendere per mano chi è fragile e ferito, nel segno di un rispetto reciproco per essere protagonisti di una pastorale solidaristica di valore alto, mai di tipo mercatale.
OBIETTIVI E PROSPETTIVE DI UN’ASSOCIAZIONE SEMPRE IN AZIONE
L’esigenza primaria è quella di proiettarsi verso il futuro, tutti, ma proprio tutti, in questo momento dobbiamo sostenere l’esigenza di una sinodalità non a parole ma in modo concreto e reale affinchè si possa coltivare, implementare e incrementare la comprensione e il rispetto reciproci.
E’ doveroso sostenere il valore del meticciato culturale e abbracciare gli immigrati perché da questo abbraccio evolva un positivo reciproco arricchimento, che può diventare sinodalità essenziale.
Saper ascoltare le testimonianze di tutti, i silenzi, le preghiere, le invocazioni è positiva azione di crescita per istituire un emporio di carità e per sostenere tutte le emergenze sociali, educative, della scuola, della famiglia, delle comunità diocesane, delle comunità parrocchiali per essere lievito nella massa e massima forza al di là di ogni scisma gerarchico.
L’AMCI da sempre si ritrova in un’unica area di convivialità, dalla parte di Dio, e agisce con sapienziale discernimento comunitario per proporre cultura di bene e di pace ed elaborare una sempre più coerente grammatica della fede, da vivere in sapienza, in missionarietà, in corresponsabilità, con stile di prossimità.
Il volume “AMCI: 80 anni di vita per la vita” – Editrice Velar 2024 - vuole essere guida di formazione, aiutare scelte, attivare la dottrina sociale e la Pastorale Sanitaria della Chiesa, celebrare la carità e la speranza perché da battezzati si possa continuare a ben vivere la massima vocazione associativa da credenti credibili.
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