Il chirurgo di fama nazionale Florenzo Jaja (nipote del filosofo Donato, che fu paterno maestro, alla Normale di Pisa, del ben più noto filosofo fascista Giovanni Gentile) ha trovato, finalmente, il suo più amorevole e attento dei biografi. Mario Giannini ha, infatti, ricostruito (sulla scorta di un’inedita documentazione archivistica) alcuni nodi della storia della nostra comunità, quindi, della vita e delle opere (davvero notevoli, ma poi poco celebrate) di Florenzo Jaia nel volume L’esimio dott. Florenzo Jaia, progetto grafico e impaginazione “Graficòs/Conversano”, Scisci, Conversano 2004, pp. 102, € 5.
Dalle pagine di Giannini - per l’appunto - balza fuori, nitida e rimarcata, la nobile disinteressata filantropica invero singolare figura di Jaja scienziato (si laurea in medicina a Pisa; si specializza in chirurgia generale a Firenze; frequenta le più rinomate cliniche d’Italia e d’Europa e diviene -nel 1899- prima chirurgo interno supplente dell’Ospedale di S. Maria Nuova a Firenze poi primo assistente alla Clinica Chirurgica del Regio Istituto di Studi Superiori Pratici e di perfezionamento di Firenze, ma all’insegnamento cattedratico preferisce la corsia e quindi scrive e pubblica poco).
Del medico-chirurgo di notevolissimo bravura, capacità, competenza e talento (durante la gestione Jaja - quale direttore sanitario e medico chirurgo - il nosocomio conversanese raggiunge la sua massima floridezza, sicché accorrono all’Ospedale pazienti dalle più lontane regioni d’Italia, dall’Albania, dal Montenegro e dalla Grecia). Dell’organizzatore pragmatico e infaticabile (sovrintende, con straordinaria competenza e perizia, ai lavori di ristrutturazione dell’Ospedale e del Ricovero di Mendicità; organizza e dirige -durante il primo conflitto mondiale- corsi per infermiere. E ne prepara, con validi collaboratori, ben 40 mila). Del filantropo (arreda a sue spese alcune sale dell’Ospedale; fa da tramite per numerose e cospicue elargizioni, in denaro, in favore dell’Ospedale Civile e il Ricovero di Mendicità, ma dietro la figura degli ignoti benefattori fa capolino la sua figura, tanto che voci “non prive di fondamento asseriscono esserci quasi sempre Florenzo Jaja dietro l’anonimato di simili gesti e donazioni”).
Del benefattore (opera gratis e poi offre di tasca sua sussidi per le cure post-operatorie ai non abbienti).
Dell’uomo straordinario ed esemplare (bonario e caritatevole; discreto e schivo; apolitico e apartitico e “laico con un sostrato di cristianità autentica”).
Del padre anomalo ma affettuoso (non contrae matrimonio, non dichiara la maternità dei figli, ma è legato profondamente ai figli che, alla sua morte prematura, affiderà a un tutore).
La biografia di Giannini ha, inoltre, il merito di colmare una grave lacuna. Infatti della memoria dell’esemplare figura del dr Florenzo Jaja, quindi delle sue numerose meritorie opere, la nostra comunità non conservava che ricordi, quasi sostanzialmente orali. Ed erano, per ciò, affidati a quei pochi privilegiati che avevano avuto la fortuna di vivere a fianco del dr Jaja. Erano -questi ricordi- vivi ma che pur si sarebbero, altrimenti, dispersi (per sempre) col passare del tempo se Giannini non avesse provveduto a fissarli sulle sue pagine narrando (in modo partecipe e assolvendo parimenti ad un impegno civico -oltre che ad un esercizio di recupero di una scheggia della nostra memoria collettiva-) se Giannini non avesse ricordato episodi e aspetti fondamentali e significativi- della vita e delle opere del fondatore del nostro nosocomio. Un Ospedale Civile che, purtroppo, ora à stato ridimensionato da una ristrutturazione politico-selvaggia che non ha tenuto affatto conto del prestigio di cui, un tempo, godeva fuori dei confini della nostra regione; e che, in questi ultimi anni, lo Jaja, le sue strutture e i suoi medici erano - nonostante tutto - divenuti un punto sicuro di riferimento per i pazienti di tutti i paesi vicini.
La monografia di Giannini è presentato di Niki Amodio. Alla Presentazione seguono i capitoli (1-12) dedicati a far risaltare alcuni basilari episodi della vita e delle opere del dr Florenzo e contemporaneamente sono volti a contestualizzare, storicamente, il loro specifico -inimitabile insegnamento etico e civico. Gli stessi capitoletti sono, poi, arricchiti da puntuali, illuminanti note esplicative.
Alle pagine 89-90 è riportata una Sintesi biografica del dr Jaja, a cui segue una Postfazione di Piero Argento (p. 93). È poi riprodotta una scarna Bibliografia su e di Jaja (p. 95). E, infine, Giannini ringrazia (p. 98), per la insostituibile collaborazione offertagli: la sig.ra Caterina Di Maggio (dell’Archivio Storico del Comune di Conversano); il presidente del Consiglio Comunale (Vito Nicola Amodio) e il Banco di Credito Cooperativo di Conversano (munifico sponsor dell’opera).
Nel corpo del contributo sono riprodotte numerose illustrazioni in bianco e nero, non numerate, e di cui -non sempre- risultano esaustive le loro didascalie, ma che arricchiscono in modo notevole il volumetto. Le immagini riproducono, per l’appunto, istanti della vita del biografato, dei suoi figlioli e della sua maggiore opera: il nostro Ospedale, a lui - ora - intitolato.
Manca (ma è una lieve menda) l’indice generale e l’indice dei nomi e delle cose notevoli, sussidi questi ultimi che avrebbero facilitato una rapita individuazione di persone e istituzioni che sono il fondale storico del microcosmo -e per ciò della nostra comunità che visse gli anni del primo ‘900 - in cui operò e per il quale si prodigò l’esimio dottor Florenzo Jaja.
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