Ragazzo di Puglia
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Descrizione

  
Ragazzo di Puglia Fortuna e tragedia di Federico II di Svevia

“Ragazzo di Puglia” è un romanzo narrato in prima persona, che, come dice il suo sottotitolo, ha l’ambizione di raccontare la fortuna ma anche la tragedia umana di Federico II di Svevia. Il libro nasce dalla curiosità e dall’ ammirazione che l’autore ha nutrito verso questo personaggio, la cui venuta al mondo ha già qualcosa di fiabesco; sua madre, la normanna Costanza d’Altavilla, è sorpresa dalle doglie mentre stava viaggiando dalla Germania alla volta di Palermo. Siamo nel 1194, costretta a fermarsi a Iesi, nelle marche, la regina fa allestire una grande tenda nella piazza principale di questa cittadina: è sua intenzione partorire non entro le mura di un palazzo, ma all’aperto e consentendo a qualsiasi donna, non solo alle nobili del suo seguito ma anche alle popolane del luogo di assistere al parto; Costanza, ha 40 anni, un’età assai avanzata per l’epoca; la regina vuole fugare ogni sospetto che si tratti di un parto simulato.

 

Federico trascorrerà la sua infanzia a Palermo in un ambiente cosmopolita molto stimolante; il capoluogo siciliano era a quei tempi la città delle mille e una notte, piena di palazzi splendidi, ville, giardini, fontane. Il giovane re, rimasto orfano di entrambi i genitori, è un ragazzo sveglio, avido di sapere, si interessa di scienze naturali, astronomia, geografia, letteratura, parla correntemente diverse lingue; a quattordici anni il papa gli impone di sposarsi, a meno di diciassette riceve il titolo di imperatore di Germania, ma è un titolo che deve conquistarsi, perché non tutti i feudatari tedeschi sono d’accordo sul suo nome. Così, non gli rimane che partire con un manipolo di uomini verso il nord per far valere i suoi diritti riuscendo, infine, in un’impresa che ha del miracoloso per un ragazzo della sua età.

Ma chi era in realtà Federico? I suoi sostenitori lo chiamano Stupor Mundi e Immutator mirabilis, ma fu anche chiamato “l’Anticristo”, “Bestia immonda piena di nomi di bestemmia”, “Scismatico e corruttore di tutta la terra”. Per tre volte fu scomunicato; Dante lo confina in uno dei luoghi più inquietanti dell’Inferno: quel Sesto Cerchio della citta di Dite dove i dannati sono sigillati entro un sarcofago di pietra e condannati a bruciare per l’eternità.

 

Federico sconcertava, e a ragione, i suoi contemporanei; era infatti un uomo del tutto indifferente alle formalità, ai protocolli; da ragazzo amava andarsene a zonzo per le vie di Palermo in incognito; contava tra i suoi amici dei popolani ignari della sua vera identità; come sovrano amava circondarsi di funzionari preparati ai quali affidava incarichi prestigiosi a prescindere dalla loro estrazione sociale Nel contempo, a fronte di questa vocazione popolare, aveva un’altissima concezione del suo ruolo di imperatore; si faceva ritrarre con abiti e decorazioni a somiglianza degli antichi Cesari, amava le cerimonie sfarzose e stupire le masse con lo spettacolo della sua corte itinerante, composta dai guerrieri saraceni, danzatrici, animali esotici, senza contare il lusso e la raffinatezza profusi nelle sue tante domus imperiali; coniò persino una moneta di gran pregio su cui fece stampigliare il suo profilo e che chiamò augustales.

 

Impossibile sintetizzare in poche righe una figura come quella di Federico; certamente è stato un legislatore all’avanguardia sui tempi, un accorto amministratore di giustizia, uno stratega militare di valore, un uomo che coltivato con passione le scienze e le arti, fondatore peraltro dell’università di Napoli, la prima università laica europea. I libri di storia lo ricordano per le continue diatribe con i pontefici, ma va ricordato in primo luogo per il rispetto che dimostrò nei confronti del genere femminile, emanando nella raccolta di leggi detta “liber augustalis” delle norme severissime su chiunque forzasse la volontà di una donna, usandole violenza “fosse questa una monaca o una prostituta”; e a ciò si aggiunga la tolleranza e la giustizia riservata agli ebrei, all’epoca oggetto di continue persecuzioni. Soprattutto, andrebbe sottolineato il suo rifiuto di spargere sangue durante la sesta crociata condotta contro gli arabi dell’emiro al kamil, e conclusa (con grande scorno del papa) con un clamoroso accordo di pace e tolleranza tra le due parti in lotta. Un uomo, insomma, molto avanti rispetto ai suoi tempi, tanto che il filosofo Friedrich Nietzsche lo definì “il primo europeo moderno di mio gusto”.

 

l'autorea

Scheda bibliografica
Autore Michele Diomede
Titolo

Ragazzo di Puglia

Editore Flamingo Edizioni
 Prezzo € 16,00
data pub.

20 ottobre 2020

ISBN 9788832045185
In vendita presso:
Libreria Emmaus - Conversano
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