I volti della luna
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Presentazione
  
 

UNA DONNA, UNA VITA. I volti della luna. Nell'intestazione della seconda parte, breve, quasi un'appendice, che l'autrice sottotitola "Il racconto si fa realtà", l'ansia del lungo cammino percorso in trecento pagine si quieta. Il dono di una testimonianza di amicizia straordinaria, tra bauli di dettagli, ripiegati nel corredo di una vita: vita vissuta, rivissuta e rappresentata, che aggiunge fughe letterarie, riflessioni e dubbi, in un rapporto intriso di stima e di affetto, cede alla puntualità biografica. Eppure questo libro non è una biografia, né credo che mai ne sia stato questo l'intento. «Non c'è un ordine di tempo in quello che vado scrivendo dite», esordisce Angela Campanella, nella dedica a Santa Fizzarotti Selvaggi. E subito chiarisce: «Vi riporto quello che sento: un insieme di emozioni, sensazioni... Santa, io ti vedo... come le donne della storia delle quali scrivo nei miei romanzi». Ma Santa è una donna del presente e questo non è un romanzo.
L'esordio è intrigante, volutamente inquieto, manieristico in parte, con la provocazione della sfida e l'abbandono letterario. È una donna con la sua personalità marcata, indipendente, colta, che si propone, in un rapporto di pura classicità, dove l'altro è già l'altra, anche se in un'essenza astrale, cara senza tempo ai poeti: la luna. "Graziosa e diletta" per Leopardi, "grassa e oscena" nel delirio di Remarque, "che fa impazzire tutti", pensando a Shakespeare.
Angela vuole ascoltarla, la luna, "nel magico vento di Creta", ma scopre che mancano le parole. Dove si possono trovare le parole in un rapporto con "l'altra" in Grecia?

La Luna è tramontata / e così le Pleiadi. / La notte / è nel suo cuore. / Il tempo fugge. / E io dormo sola.   (Saffo)

Saffo! L'autrice che cerca le parole, che vuole ascoltare la luna, che si accinge a raccontare di un'altra donna, della sua poesia, della sua vita, del suo lavoro, della sua anima, compagna del suo tempo: sceglie Saffo. Lo fa, mentre le donne, che scrivono di donne, raccontano al plurale, di politica e di diritti, di violenza e di valori oppure celebrano icone consacrate dal tempo. Angela, invece, suggerisce il rapporto intimo, racconta di poesia. Stordisce il lettore distratto, ma subito lo costringe all'attenzione: «Libereremo Saffo dalle indecenti catene in cui l'ha rinchiusa la storia... in mezzo a uomini rudi e ignoranti. Saffo, spinta dalla sua intelligenza vivace e dal suo ardore, frequentò le cime del Parnaso, cioè dello studio perfetto».
Comincia il cammino.
È dolce il racconto dell'infanzia, con l'amicizia che inizia lì, nei piccoli segreti, nei sogni, nei turbamenti per il primo sguardo di un ragazzo. La vita, poi, che separa, le scelte che sembrano allontanare e che invece uniscono, il dialogo che si fa più profondo, la ricerca della felicità, anche se «avevamo oltrepassato la porta del tempo e avevamo smesso di ridere».
Santa aveva trovato il «suo unico immenso amore che era l'arte», Angela insegnava matematica.
Ma il bisogno di conoscenza, che è ricerca continua, con tutti i mezzi, ad ogni costo, che può nascere da una frase letta, dinanzi a un'immagine, per una suggestione, dopo un incontro, scava anche nei campi di pietra, muove le domande sul senso della vita e del suo facile contrario: la morte. Succhia dalle radici l'umore della terra.
Santa ed Angela, attraversando la loro giovinezza, vissuta nei retaggi del sud geografico e culturale, affrontano i grandi temi sollecitati dalla fede o mossi dall'intelletto e dalle coscienze. Nei pensieri e nel dialogo delle due giovani donne, si affaccia l'interrogativo sull'arché, il principio di tutte le cose. Per vie diverse, senza esitazioni, per entrambe, l'identificazione è nel Bene, l'approdo è in Dio. Sarà un pilastro di tutta la loro vita, che pure incontra il dolore e moltiplica le varianti dell'umanità.
Lo scambio e il confronto sono femminili, perché femminile è la sensibilità, dunque più rotonda, acuta, diretta. Femminile è pure l'insistenza sull'amore, quello per un uomo, ma anche nella sua declinazione di Agape, amore sacro, amore nella solidarietà. L'angolazione tutta femminile, inconsueta sul filo dialettico diverse, stupisce e scuote. È quel di più che poi diventa scontato, ma che all'inizio non ti aspetti.
Il testo chiede una lettura attenta: devi fermarti, ritornare, sono felici le intuizioni. La pausa lunga o troppo compiaciuta è inutile. Diciamo un cammino eclettico, inquieto, che a volte si disorienta di fronte a un bivio, ma che ritrova più avanti la strada.
Santa è descritta dall'autrice come «una donna del nostro tempo, inserita perfettamente nel terzo millennio, eppur antica, solenne...», che diventa acronica.
È schietta l'ammirazione e inevitabile lo specchio, benché l'immaginario sia sempre diverso e l'immagine rimanga doppia: Angela con il suo mondo, le sue ambizioni, Santa che identifica il modello sia nella soggettività, sia nell'oggettività del giudizio. Santa che spazia dall'arte alla scienza, sempre nel vento della poesia. Santa che indaga fino alle profondità misteriose, perfino torbide, della psiche.
Ma in una famiglia del sud, tradizionale, già qualche anno fa l'orizzonte della psicanalisi sperimentale equivaleva ad un tuffo spericolato, inconcepibile, se poi a farlo voleva essere una donna.
Sono clandestini gli studi di Santa, che approda, invece, ufficialmente alla facoltà di pedagogia. E nel gioco dello specchio, con l'immagine che rimane doppia, Angela, a sua volta, accantona la passione per la chimica: «diventerò un'appannata insegnante». Non c'è l'amaro del rimpianto, tuttavia, né ribellione. In fondo, l'una e l'altra sanno che potranno seguire le proprie inclinazioni a dispetto del Sud e della famiglia. E lo faranno. È la saggezza di donne forti, con radici tenaci, abituate al rispetto. Oltre al pregiudizio e le ipocrisie di un ambiente, ci sono la trama dei suoi valori, la difesa delle regole, la profondità degli affetti: è questo che conta. Ecco allora che la forma non è mai sovrapposizione ma puro contenitore di gesti e consuetudini. La tradizione diventa atto d'amore, per esempio, nelle grandi feste in rosso sul calendario, e la cura dell'altro, mutuata dall'educazione, trova naturalmente la via del sentimento. Il Sud non è più limite o cornice, è terra. È minuziosa la descrizione della casa, del giardino, delle strade, dei palazzi, del teatro e della gente, nomi noti e sconosciuti, che diventano simbolo della propria terra. Identificazione piena, incondizionata, tesa dall'ansia della perfezione, innamoramento che dura, condizione dello spirito, gioia. E torna, anzi riappare - già che non si era neanche allontanata - leggera, come in una danza, la poesia.
«Nei giorni della neve, del vincotto e del c'era una volta... il fuoco... il racconto della Merla... Santa è nata in uno di questi giorni del freddo...».
Indubbiamente insolito. Un cammino sul filo delle emozioni e dei ricordi, dove la realtà cede alla fantasia, che poi si fa da parte per lasciarle di nuovo il passo. Un gioco di ritorni, a tratti ingenuo, comunque in punta di penna. In fondo, Angela Campanella ha detto il vero, nella sua dedica: «Santa... io ti vedo come le donne della storia delle quali scrivo nei miei romanzi».
Chissà se Santa è davvero una donna del presente. Questo, intanto, è il suo romanzo.

Carmen Lasorella
Premio Mediterraneo Federico II: relazione della manifestazione


Prosa, poesia e musica nel castello Marchione di Conversano hanno fatto da cornice ad una brillante Carmen Lasorella e ad un racconto originale di Angela Campanella dal titolo “I volti della luna”, con il particolare sottotitolo di “radici, visioni e orizzonti di Santa Fizzarotti Selvaggi”. Il libro è  edito da  Angela Schena. Nella prefazione al volume, Carmen Lasorella scrive tra l'altro: “..Santa e Angela attraversando la loro giovinezza, vissuta nei retaggi del Sud geografico e culturale, affrontano i grandi temi sollecitati dalla fede o mossi dall’intelletto e dalle coscienze. Nei pensieri e nel dialogo delle due giovani donne, si affaccia l’interrogativo sull’ arché, il principio di tutte le cose. Per vie diverse, senza esitazioni, per entrambe, l’ identificazione è nel Bene, l’approdo è in Dio. Sarà un pilastro di tutta la loro vita, che pure incontra il dolore e moltiplica le varianti dell’umanità. Lo scambio e il confronto sono femminili, perché femminile è la sensibilità, dunque più rotonda, acuta, diretta. Femminile è pure l’insistenza sull’amore, quello per un uomo, ma anche nella sua declinazione di Agape, amore sacro, amore nella solidarietà. L’angolazione tutta femminile, inconsueta sul filo dialettico di questioni diverse, stupisce e scuote. E’ quel di più che poi  diventa scontato, ma che all’inizio non ti aspetti”. Un libro a sorpresa dunque, un gioco di scatole cinesi dalle quali escono, a circondare l'arte e la poesia di Santa Fizzarotti, uomini e donne importanti, appartenuti alla storia commerciale e artistica della città di Bari negli ultimi due secoli trascorsi. E tutt'intorno una  natura ardua, ma generosa con chi le vuol bene, un mare ricco di pesce e di ricordi antichi, una Murgia di odori e sapori mediterranei, come la poesia di Santa Fizzarotti e le immagini dei video, realizzati con vena sapiente,  sin dagli anni '80,  dalle due amiche, Angela e Santa, in una simbiosi artistica e intellettuale che il tempo non riesce a scalfire. Da tre dei tanti filmati realizzati da Santa Fizzarotti e Angela Campanella e cioè da “Paolo Finoglio, pittore di corte”,  da “Giuseppe De Nittis, il pittore della luce” e  da “I castelli del sole, vita e leggenda di Federico II”, erano tratte le immagini che scorrevano sul grande schermo e accompagnavano la serata. Nel clima mediterraneo, tanto esaltato nel libro, non poteva mancare la presenza di un grande personaggio legato alla storia di Puglia: l'imperatore di Svevia Federico II, grande artefice di impianti castellari che hanno arricchito le terre di Puglia e Basilicata, e che sfidano da secoli le ingiurie del tempo. Il Presidente della Camera di Commercio Italo Orientale, Silvio Panaro, ha consegnato alla giornalista, nonché direttore di San Marino RTV, Carmen Lasorella,  il “Premio Mediterraneo Federico II”, per il suo grande impegno sociale, dimostrato anche al di là dei confini nazionali, per la soluzione di problemi riguardanti la condizione femminile e la pace sostenibile, come testimoniato dall'intensa produzione di libri e reportages televisivi, in particolare su Libano e Siria, oltre che su molti paesi dell'Africa e dell'Asia. Il premio a Carmen Lasorella si inserisce nel progetto mediterraneo della Camera di Commercio Italo Orientale “L'Impero dei sogni: da Federico II al terzo millennio”. Il progetto porta alla realizzazione di una Fiera Mediterranea Federiciana con la partecipazione dei numerosi comuni italiani e stranieri legati al nome dell'imperatore normanno svevo. Dopo il conferimento del premio la serata è proseguita con il recital “Musica e Parole”. Brani salienti, tratti dal racconto e dalla prefazione al libro, sono stati letti e recitati dalla voce del professore Gianni Lenti e introdotti dalle note dolcissime del pianoforte, mirabilmente suonato dalla pianista gravinese Sara Dimattia.  La musica è uno dei temi dominanti del libro e l'incanto dei suoni scaturiti dal virtuoso del violino Franco Mezzena ha aggiunto arte all'arte. La serata si è conclusa con un' altra nota mediterranea: Santa Fizzarotti ha letto una sua breve, ma molto significativa poesia sul Natale. Alla sua versione in lingua italiana ha fatto seguito una versione francese, tradotta da Gianni Lenti, letta da Angela Campanella, una versione tedesca, tradotta e letta da Gianni Lenti, e infine  una versione araba, tradotta e letta dall'architetto giordano Ibrahim Badran. Un augurio euromediterraneo  di speranza  e di pace per tutti.
Giovanni Ramunni
Scheda bibliografica
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Autore Angela Campanella
Titolo I volti della luna
Editore Schena Editore
Prezzo € 20,00
data pub. 19 dicembre 2010
In vendita presso:
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