Un volume tradotto, introdotto e curato da F. Tateo La traduzione, l’introduzione e la cura della edizione del trattato “De Fortuna” di Giovanni Pontano (G. Pontano, “La fortuna, testo latino a fronte”, a c. di F. Tateo, La Scuola di Pitagora Editrice, Napoli 2012), è l’ultima (in ordine di tempo) preziosa fatica letteraria che ci offre, con la consueta magistrale competenza ed acribia, Francesco Tateo. Come è noto il trattato “Sulla Fortuna” di Pontano (segretario dei re Aragonesi di Napoli) porta i segni della tragedia che si consumò nel Meridione fra il 1500 e il 1503 e conclude significativamente l’attività di uno scrittore prolifico, per lo più noto soltanto come uno dei maggiori poeti latini del Rinascimento. Il “De Fortuna” (è il titolo originale dell’opera) edito postumo nel 1512, e, quasi per un gioco della sorte, alla vigilia del Principe di Machiavelli (al quale la riflessione pontaniana sulla “fortuna” non è da escludere che fosse nota) viene ora riproposto, a cinquecento anni di distanza dalla prima edizione, con a fronte la sua traduzione che è preceduta, a sua volta, da un saggio introduttivo dettato dal maggiore conoscitore mondiale del Pontano quale è oramai, universalmente, conosciuto il professor Tateo. Francesco Tateo nel saggio introduttivo (45 pp.) ripercorre i problemi testuali, i temi filosofici e quindi teologici dell’opera, e tiene a sottolineare che il testo, presto rimosso dalla cultura ufficiale cattolica, deve, purtroppo, l’immeritato oblio in maniera particolare al pensiero spiccatamente pessimistico e paganeggiante che aleggia su tutto il “Sulla fortuna”.
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