In questo anno di grazia in cui Il papa Giovanni Paolo Il ha richiamato la riflessione e la preghiera della Chiesa sul "mistero di Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo-, quale prima tappa del pellegrinaggio del Grande Giubileo che inaugurerà il Terzo Millennio dell'Era cristiana, l'Istituto di Scienze Religiose "MARIA, MADRE DELLA SAPIENZA" della Diocesi di Conversano-Monopoli cura la pubblicazione del lavoro di ricerca storico-cristologica ed ecclesiologica, condotta con rigore scientifico, dal Sac. Pasquale Pirulli e intesa ad illustrare la personalità, l'insegnamento e la drammatica vicenda di Flaviano, Patriarca della Chiesa di Costantinopoli, venerato da secoli quale celeste Patrono della Chiesa e della città di Conversano. La silloge documentaria, anche se "terreno di caccia" riservato agli specialisti, cui il "latinorum" non è indigesto come all'impetuoso Renzo Tramaglino che si confrontava con il pavido don Abbondio di manzoniana memoria, testimonia l'alto livello scientifico dello studio. L'accurata ricostruzione degli avvenimenti che si svolsero nelle città di Costantinopoli, Efeso. Calcedonia e Roma. ottenuta attraverso la rilettura puntigliosa e vivace delle fonti documentarie, aiuta il lettore a comprendere gli errori di ieri e di oggi consumati intorno al mistero eccelso di Dio Uno e Trino e all'Evento per cui il suo Verbo "si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza". L'autore ricostruisce le diverse tappe del confronto-scontro tra il pastore Flaviano, difensore strenuo della fede apostolica, e il pertinace monaco Eutiche che, nell'intento pur lodevole di affermare la sola piena divinità del Verbo di Dio, dissolve la concreta realtà della umanità assunta, per la quale il Figlio di Dio Padre è diventato nostro fratello. La personalità, o per meglio dire, la santità del "mite Flaviano, poco incline alle schermaglie teologiche", è tratteggiata a tutto tondo e risulta dalla sintesi armonica delle sue qualità di pastore prudente e attento nella difesa del gregge, della sua fedeltà al Credo niceno, che trova nella sede primaziale di Roma la sua difesa e interpretazione autentica, della sua intransigenza dinanzi alle velleità dell'imperatore Teodosio II, che si arrogava il diritto di discettare su problemi teologici, pretendendo di "addomesticare" il vescovo della sua città imperiale, fieramente cosciente della sua libertà. Di fronte a lui sta il monaco Eutiche che, facendosi forte degli intrighi di corte e dell'appoggio del patriarca di Alessandria di Egitto Dioscoro, inteso in quel tempo a esaltare il prestigio della sua sede, propone la sua parziale verità circa il "mistero" di Cristo. "L'eretico che è sempre fanatico, non è colui che ama troppo la verità. Eretico è colui che ama la propria verità più della verità stessa. Preferisce alla verità intera scoperta dall'umanità, la mezza verità che ha scoperto lui stesso." (G. K. Chesterton) Il libro si raccomanda ai cultori della propria parziale verità, che nel tempo sono diventati tanto più pericolosi quanto più le loro idee sono state sponsorizzate dal potere politico o dai signori del mercato editoriale, com'è nei nostri giorni in cui si riscopre una forma di monofisismo con la universale ed esclusiva lettura "umana" della persona del Cristo, lettura che elimina e sottace la sua natura e persona di vero Dio, per cui è veramente "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero". Attraverso la drammatica vicenda, della quale è protagonista involontario e vittima innocente il santo vescovo Flaviano, vicenda che raggiunge il suo apice nel "brigantaggio efesino" dell'anno 449, Don Pasquale Pirulli dimostra "di che lacrime grondi e di che sangue" la storia della Chiesa "sposa di colui che ad alte grida disposò col sangue benedetto" (Dante Alighieri, Paradiso, XI, 32-33). In controluce l'Autore pone in risalto la personalità di papa Leone I che, pur alle prese con la instabilità politica dell'Impero di Occidente a causa delle invasioni degli Unni di Attila, gestisce con consumata diplomazia ed equilibrio il delicato affare scoppiato a Costantinopoli, richiamando prima fraternamente il patriarca Flaviano alle sue responsabilità pastorali, resistendo poi alle pressioni dell'imperatore Teodosio II, dilazionando il suo intervento magisteriale pur sollecitato dallo stesso Eutiche, condannando le violenze perpetrate ad Efeso con la complicità del dispotico Dioscoro, riabilitando Flaviano dinanzi a tutta la Chiesa con l'approvazione delle decisioni del concilio ecumenico di Calcedonia e delle solenni onoranze tributate alle sue spoglie mortali per iniziativa del nuovo imperatore Marciano e della sua sposa l'augusta Pulcheria, che la Chiesa venera come santa. Molto attuale è anche il riferimento allo spirito ecumenico che anima la ricerca storico-teologica. La sintonia tra l'affermazione della verità sul Cristo totale da parte di papa Leone I, del quale rimane fondamentale documento teologico il suo "Tomo a Flaviano", approvato nel Concilio di Calcedonia (451), e quella resa da Flaviano, di cui si citano la Professione di fede e le tante puntualizzazioni dottrinali, offerte nei vivaci dibattiti sinodali, è di forte auspicio perché il dialogo tra le Chiese sorelle di Roma e di Costantinopoli. che ancora oasi conosce incomprensioni, incertezze e stasi, continui e progredisca nella mutua fiducia. Alle soglie del Terzo Millennio dell'Era cristiana la speranza è che si giunga all'unità della verità nella carità della unica Chiesa di Cristo, che ha un solo Signore, un solo Spirito, un solo Battesimo e una sola Fede. Il cristo è lo stesso "ieri, oggi e sempre": questo è l'assioma di Fede che rende attuale questa ricostruzione di uno dei tanti confronti delle scuole teologiche circa la identità del Cristo Signore e del cammino accidentato che la Chiesa ha percorso lungo i secoli. Non sono stati trascurati dall'Autore i riferimenti alla devozione della Chiesa e del popolo di Conversano a San Flaviano, cui a ragione la tradizione popolare assegna la qualifica di "martire" che viene puntigliosamente valutata. A Don Pasquale Pirulli, cui mi unisce una diuturna frequentazione amicale, che negli anni passati ha generosamente offerto la sua collaborazione di studioso e docente al nostro Istituto dettando i corsi di Cristologia e pubblicando articoli teologici nei Quaderni, va il ringraziamento per questo dono alla nostra Chiesa diocesana, soprattutto per quanto vi è in esso di provocatorio a conoscere il Cristo, vero Dio e vero uomo. Nella sincerità dell'amicizia ali rivolgo l'invito a non abbandonare gli studi, di cui questa opera è uno dei frutti maturi, anche perché gli riesce facile fondere nella sua azione pastorale il discorso scientifico della teologia e la passione di annunciare "il Cristo crocifisso e risorto", l'Alfa e l'Omega, verso il quale riesce a indirizzare, facendola maturare, la fede della Comunità parrocchiale affidata alle sue cure. alla quale mi onoro di servire. Un doveroso ringraziamento porgo agli Amministratori della Banca di Credito Cooperativa di Conversano, sostenitori della pubblicazione, con un particolare pietoso "memento" per il compianto Presidente scomparso recentemente, l'emerito Preside Prof. Donato Arienzo, che con pronto entusiasmo aveva offerto la sua disponibilità e quella dell'Istituto di Credito conversanese a finanziare questa iniziativa storico-culturale-pastorale dell'I.S.R., impegno onorato dal neo Presidente Giuseppe D'Orazio e dal Consiglio di Amministrazione.
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