Per la fatica di Abatangelo e Palumbo ecco adesso alle stampe un altro vocabolario della regione pugliese, che aggiunge un ulteriore tassello alla documentazione linguistica del territorio.
Frutto della cultura locale e di sforzi generosi, portati a più di un livello (commedie, poesie, ecc.) esso emerge dal vivacissimo clima degli amatori del dialetto di Mola e si pone come un fenomeno degno del nostro rispetto.
Lungi dal voler misurare coi bilancino un lavoro condotto al di fuori delle sedi scientifiche tradizionali, lo addito all'osservazione dei lettori come non ultimo frutto di una ideologia dialettologica che, vicina al livello di classi popolari, esprime dal suo interno opinioni, tendenze, nonché interpretazioni strenuamente difese.
Un corpus, dunque, a metà tra documentazione e interpretazione, che come tale va considerato, per meglio valutarne la bontà; ed un corpus storico, anche, poiché al suo interno si possono rinvenire le molte stratificazioni del dialetto molese - non parlo solo di quelle tradizionali, greco, latino, germanico, ecc. - condotte anche sullo scorcio dei cambiamenti intravenuti nel secolo scorso.
Un esempio tra tutti vede la presenza contemporanea di spavendêie, 'spaventare, impaurire, intimidire, terrorizzare' e di sckandêie, 'spaventare, impaurire, intimorire', cui si aggiunge la tratteggiatura 'trasalire, sussultare per rumore improvviso', e di sckande e spavinde, con l'identico significato: ciò testimonia di superamenti o coesistenze pacifiche, ma anche della natura dei vocabolario, che non distingue tra forma antica o moderna e accetta tutto quello che nel paese è presente sulla bocca dei parlanti.
Molti percorsi (mestieri, oggetti, tradizioni, feste, ricorrenze) possono essere seguiti agevolmente all'interno (ciò vale per gli insegnanti, naturalmente) ma mi piace concludere additando come significativo il percorso iconografico che, specie per quanto riguarda gli oggetti antichi, supporta il nome e ne completa la comprensione; e ancora più significativo il percorso interno ai lemmi, che li inserisce in un contesto di parola o di detto o di proverbio.
I cittadini molesi potranno, così, sfogliare il testo, leggerlo agli amici, divertirsi con la loro stessa lingua, o additarla ai figli e nipoti come un valore, qui finalmente racchiuso e pronto all'uopo: ma, d'altra parte, era questo lo scopo, nonché il desiderio dei due autori.
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