Piero Fabris, pur non perdendo l’afflato poetico che contraddistingue tutte le sue precedenti opere letterarie, sorprende con un inedito lato thriller.
Protagonisti di questo avvincente racconto sono due giornalisti, Sophie e Gregorio, e il professor Biagio che, tra conducono il lettore in giro per l’Italia tra giri in gondola sugli specchi lucidi dei canali di Venezia, i vicoli contorti della città vecchia e l’arioso lungomare di Bari, invischiandolo insieme a loro in una trama che lascia il fiato sospeso fino alla fine, affatto scontata.
Su tutto aleggia lo spirito del grande poeta armeno Hrand Nazariantz, fonte di ispirazione dei tre intellettuali ma anche e soprattutto dell’autore.
Tutto inizia con un pacco recapitato ma volutamente non aperto fino alla vigilia di Natale… Poi comincia il racconto in cui si intrecciano le storie personali dei protagonisti con quelle del poeta armeno Nazariantz, tra realtà e fantasia separate da un sottilissimo filo che si dipana tra un omicidio misterioso, un’indagine mozzafiato e un finale inaspettato in una storia che vi terrà incollati fino all’ultima pagina.
Mentre pagina dopo pagina le vicende dei personaggi si mescolano e si sovrappongono a quelle di persone che hanno avuto un ruolo speciale nella vita reale del poeta armeno che ritorna presente attraverso le sue carte e i ricordi di chi lo aveva conosciuto.
La vita di Hrand Nazariantz si presta molto bene a essere raccontata come un romanzo ma in questo libro il merito dell’autore è quello di aver condito tutta la storia con un pizzico di avventura e molta suspense. E l’avventura “Operazione Mala Grana” potrebbe anche non finire qui e continuare con nuovi episodi delle vicende di Sophie, Biagio e Gregorio in compagnia dell’enigmatico Niko.
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