Recensione
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Volume I dalle origini al secolo XVIII
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a mente fervida e la mano indomita del mio amico artista, mosse da una forte passione, hanno dato alla luce un'opera di rara bellezza la cui lettura, ne sono certo, sarà oltre che nutrimento per la mente anche un seme di speranza per l'animo. La finezza del chiaroscuro e il continuo andirivieni cronologico della narrazione tra storia e leggenda, tra microcosmo e grandi eventi, tra affetti autobiografici e nostalgia del ricordo, trasformano l'apparente monotonia di un film in bianco e nero in un viaggio affascinante fatto di caleidoscopici cromatismi in cui ognuno di noi potrà ritrovare la tavolozza smarrita e ridipingere il proprio quotidiano. Conosco l'artista, sento il suo struggersi, e lo faccio mio, nel dichiarare il suo atto di amore verso la nostra terra, una terra che merita di essere riletta con la curiosità e con la sensibilità con cui brillano gli occhi dei bambini e che manca della premura e della saggezza degli adulti da cui un giorno la riceveranno in dote. Se è vero che sarà la bellezza a salvare il mondo, a nome dell'Associazione di cui facciamo parte, grazie Michele!
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Il Presidente dell'Associazione Artistico-Culturale "Il Parnaso" Vito Angelo Santamaria
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Recensione II
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Michele Dipinto. "il cantastorie nojano delle immagini": mi piace definirlo così. Egli, con l'entusiasmo del profondo amore che gli ispira la sua terra natale, posa lo sguardo appassionato sul passato; così l'innata sensibilità dell'artista si effonde in una fantasmagorica sequenza di visioni figurative. Esordì, fissando i riti sacri della Settimana Santa, vivificando nella duttilità dell'argilla i personaggi che la animano da secoli, rinnovandosi nel divenire delle generazioni, creando una scenografia composita e toccante delle tradizioni popolari religiose. Con questo lavoro intende collocare in un'agevole, moderna fruizione gli avvenimenti salienti della storia locale attraverso la tecnica dei fumetti. Comprende che l'epoca presente predilige la comunicazione delle immagini e che soprattutto i bambini vengono attratti ed interessati dall'arte figurativa ed iconografica. Dunque, si cimenta, usando la capacità espressiva del tratto nitido e convincente del suo disegno, nel racconto di Noicàttaro e prima ancora di Noja, cominciando dall'alba del mondo e della vita. Proprio per non uscire dal sogno del tempo andato, Michele Dipinto ci conduce in un antico rione del paese: entriamo in una piccola casa dove brilla la fiamma del focolare. E' una sera fredda d'inverno, fatta proprio per il fabulare e due nonni, che si chiamano tra loro affettuosamente "Meli e Zizì", s'imbarcano- complice il nipote- nel mondo dell'informatica. Valicano a ritroso i secoli nelle alterne vicende di guerra c di pace, commentando sagacemente con la saggezza dei proverbi in gergo. Il volume del tutto inedito per la forma (almeno nella produzione degli storici locali) porge con piacevole freschezza fatti e personaggi, invogliando ad approfondimenti culturali. Soprattutto, con un tocco quasi impalpabile eppure efficacissimo, riporta all'intima, indissolubile unione del matrimonio al tempo in cui i sogni, le speranze erano parte vitale della quotidianità domestica, che apprezzava come "Valore" insostituibile quel tenero stare insieme, godendo delle cose semplici, offerte dal proprio stato e dall'ambiente paesano. Una notte di Natale: il rinnovarsi delle promesse d'amore con un affettuoso abbraccio ... mentre Cracovia della regina Bona Sforza con la splendida colle di cavalieri e dame, le turbinose passioni, i lunghi viaggi, cede, nell'immaginario e soprattutto nel cuore di Melina , alla modesta casa col suo..."bel Zizì, i nostri figli e i nostri splendidi nipoti" Che altro si può chiedere per essere contenti, se non proprio felici? "La storia di Noicàttaro a fumetti" di Michele Dipinto, dunque, non solo un avvincente racconto storico, ma una indiretta lezione di vita.
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Rita Tagarelli
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Recensione III
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In concomitanza con le celebrazioni dei 150 anni del cambio del nome del nostro paese, esce la prima storia di Noja-Noicàttaro a fumetti. La novità dell'opera, che presenta i vari episodi della storia nojana come racconto di un vecchietto alla moglie, nei giorni che precedono il Natale, al calore del caminetto di una casupola del centro storico, può far nascere qualche perplessità nella mente soprattutto degli studiosi, ma dopo il primo impatto, si capisce benissimo che è un'opera interessante, che attira e tiene desta l'attenzione del lettore dall'inizio alla fine. Quest'opera può servire a far conoscere meglio la storia a piccoli e grandi. L'autore non si limita ad una narrazione fredda e distaccata ma aggiunge qualcosa di personale, di quello che egli prova nel suo animo e che esprime con la rappresentazione grafico-artistica. Grazie alla sua creatività artistica, i fatti e i personaggi presi in esame, fedeli per lo più alla realtà come ci è stata tramandata dalle fonti storiche, vengono così ravvivati, resi più tangibili. 1 personaggi, che nei documenti hanno solo un nome, prendono un volto, una fisionomia precisa, nei costumi, nell'atteggiamento, nell'ambiente, nel contesto storico-geografico. L'autore ama calarsi nella realtà del tempo, ricostruisce storicamente gli ambienti, gli edifici sul piano architettonico; popola ed anima le corti. i palazzi, le piazze, i vicoli, ed anche i tuguri. Molto spesso egli, prendendo lo spunto dalla nostra storia, allarga lo sguardo e punta l'obiettivo sui fatti e i personaggi della grande Storia. Michele Dipinto da vari anni si dedica all'arte nelle sue varie forme. Egli fa parte del Gruppo degli artisti del Parnaso, i quali si sono sempre distinti per la passione che li anima nella scoperta dei segni dei passato, anche di quelli più segreti e poco visibili. E' un amore spassionato, disinteressato, per il solo gusto di conoscere e di fare conoscere agli altri testimonianze della nostra storia. Gli amministratori dovrebbero appoggiare e sostenere anche finanziariamente le loro proposte per recuperare quei segni del nostro passato, che sono stati cancellati o deturpati nel corso dei secoli. Questo recupero può far acquistare nuovo decoro e dignità a Noicàttaro, che ingiustamente viene additata come un paese senza storia e senza bellezze storico-artistiche da offrire al visitatore. Questa non per niente è chiamata anche storia patria, è la storia cioè dei nostri padri, dei nostri progenitori, la storia degli avvenimenti lieti e tristi che essi hanno vissuto di persona e che hanno lasciato il segno non solo nel paese, ma in noi stessi, entrando nel nostro DNA. Dobbiamo studiare questi segni del nostro passato, che costituiscono un patrimonio artistico e culturale di grande importanza, dobbiamo custodirli e tramandarli a quelli che verranno dopo di noi. E questo è importante in un mondo in cui siamo minacciati continuamente dalla globalizzazione e dalla omologazione. Dobbiamo riscoprire in fondo il senso di appartenenza, della nostra identità e trasmettere anche ai nostri figli e nipoti questo sentimento, che si può definire il primo grado dell'amor patrio.
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Michele Sforza
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Recensione IV
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Negli ultimi tempi della mia attività professionale, quando entravo in classe per tentare un approccio a temi e argomenti che avevano a che fare con la storia, i ragazzi assumevano quasi inconsciamente, leggendo la fisiognomica dei loro sguardi, un atteggiamento di ripulsa o di fastidio palese. Chiara era l'insofferenza per una serie di date o di nomi che non avevano nessun riferimento con il loro vissuto quotidiano. Men che meno quando bisognava localizzare geograficamente le situazioni di cui si parlava: a volte personalmente allibivo di fronte all'assoluta mancanza di conoscenza geografica, come se il mappamondo per gli alunni non avesse punti cardinali, meridiani, paralleli, emisferi. La pratica dell'insegnamento delle discipline storiche mi ha portato in seguito a elaborare una serie di riflessioni sul disamore e il disinteresse che i ragazzi mostrano nei confronti di questo sapere. E ritengo che quasi sempre la responsabilità della ripulsa scolastica è nel docente ma anche nella struttura degli attuali testi scolastici: mi spiego. Dico della classe docente perché spesso non ci sono le giuste motivazioni, non trasmettiamo con la storia le emozioni e i sentimenti e le passioni dei protagonisti... E poi sempre dimentichiamo quello che la buona pratica didattica impone, come diceva il saggio Comenio, di partire dal vicino e nel nostro caso, quindi, dalla storia delle nostre strade, borghi, paesi... Dicevo anche dei testi scolastici: nel Sud quasi tutti i testi di storia utilizzati vengono prodotti e confezionati da autori e case editrici del Nord, che privilegiano evidentemente punti di vista diversi, spesso volutamente cancellando per motivi politici e ideologici i riferimenti alla nostra storia. E allora dobbiamo riprenderci la nostra storia, partendo dalla valorizzazione dei luoghi che abitiamo e che sono stati protagonisti nel passato di incredibili eventi come dimostra il racconto a fumetti del mio carissimo, eroico Michele: Noicattaro, Conversano, Rutigliano, la Puglia diventeranno l'ombelico del mondo. E i Carafa, gli Acquaviva, le passioni, i tradimenti, i bagni della regina Bona Sforza, diventeranno il nostro vissuto, e per questo le strade, le piazze, i paesi e le pietre assumeranno un altro significato, perché vedremo in esse il nostro passato, la nostra vita. E naturale sarà il rispetto per i luoghi del centro storico dei nostri paesi e gli occhi dei ragazzi, i loro sguardi in classe si faranno più attenti ... Carlo V, Filippo II, Rodolfo Carafa, Giulio Antonio Acquaviva, la monaca Dorotea, non saranno più nomi da imparare a memoria, ma carne e ossa, sentimenti e passioni. E questa è la storia raccontata da Michele!
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Vito Didonna
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