Andrea Deserio, poeta ludico, ancora intonso dalla pesantezza degli anni a venire, compone le sue righe col rigore di un musicista che, paziente, traccia i suoi segni sul pentagramma. Segni obbligati, certo, dal pentagramma stesso, ma che nascondono, al loro interno, quella sinfonia che esploderà di suoni non appena qualcuno la eseguirà. A quei suoni, tornati versi, così caparbiamente cesellati lieta 1 danzando 1 Ofelia / a sanguigne 1 cadenze solinghe 1 divelti 1 cantavi / o signora / i calici 1 della neve che affioca".
Prosa poetica, e visionaria, e versi aguzzi: una silloge inconsueta, spuria e originale, che si dipana come un paesaggio italiano, a volte coi picchi delle Alpi, a volte col piano, poi coi leggeri declivi di certi Appennini, altre volte, ancora, con la scabrosità rocciosa di una costa marina scogliosa.
Andrea Deserio ci regala, con questo suo primo libro, un panorama personale, una sua visione creata da suoni e significati, con persino, a volte, il giocoso gusto del neologismo.
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