La Fondazione "Biagio Accolti Gil" di Conversano ha ritenuto di rendere un omaggio sincero e doveroso a Vittorio Martino, l'uomo colto e signorile, il pensatore profondo, il riferimento più autorevole nell'elaborazione delle linee scientifiche e culturali della nostra istituzione. Illustri estimatori e vecchi alunni hanno rievocato un ricordo di Lui struggente e delicato, delineandone senza retorica la figura complessa e proteiforme. Restano ancora da elaborare aspetti inediti della Sua azione nel campo politico-amministrativo e sociale, va approfondito e studiato soprattutto il Suo impegno culturale e professionale per definire i valori sottesi alle Sue esperienze scientifiche. Nella sede della Fondazione, dono prezioso della Famiglia, che sentitamente ringraziamo, abbiamo raccolto i Suoi scritti, le Sue pubblicazioni, assieme a fotografie ed altro materiale che è a disposizione di ogni cultore; del resto, un appassionato ricercatore di vicende locali ha già avviato la consultazione delle carte di archivio per far emergere il politico e l'amministratore sagace che nei primi anni cinquanta del secolo scorso, giovane sindaco di Conversano all'età di trentun anni, tracciava le linee della modernità della nostra comunità dopo il disastro della guerra. Ma l'esperienza politico-amministrativa di Vittorio Martino, anche se intensa, fu breve come spesso accade, purtroppo quasi sempre ai migliori che si incamminano nei tortuosi sentieri del la attività politica. Lungo, intenso e profondo, invece, fu il Suo impegno di saggista, di uomo di cultura e di scuola, nel quale preferì rifugiarsi raggiungendo vette tra le più alte e rappresentative della comunità locale e regionale. Per gli auspicati approfondimenti dei quali già si propongono storici e giovani studiosi. Che l'auspicio si realizzi.
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Vittorio Martino ci ha lasciato. Il cultore di Tommaso Moro e di Blaise Pascal, il critico studioso dell'umanesimo rinascimentale e della controriforma, ma anche del premarxismo di Saint - Simon, non c'è più. Con Lui è scomparsa l'ultima figura di intellettuale organico del secondo novecento conversanese. Giovane professore titolare della cattedra di storia e filosofia del liceo classico "Domenico Morea", fu tra i fondatori della DC locale subito dopo il secondo conflitto mondiale insieme a Matteo Fantasia, a un nutrito gruppo di giovani cattolici e ai vecchi popolari sturziani, e Sindaco di Conversano dal 1952 al 1956. Dopo la breve ma intensa esperienza politico amministrativa, nella quale tradusse in opere di rilevante socialità i contenuti della Sua formazione liberaldemocratica contaminati da sapori di stampo lapiriano, il Suo ingegno si dispiegò nella Scuola: preside ai licei di Monopoli, Bitonto e all'"Orazio Fiacco" di Bari, le Sue credenziali culturali e di saggista Lo portarono a Roma al ministero della Pubblica Istruzione, nel quale fu Ispettore Centrale. E in quest'ultima veste divenne pellegrino in Italia e in Europa, ma non tagliò le Sue radici conversanesi: qui a Conversano ritornava spesso, richiamato per conferenze e consulti culturali, per riassaporare tra gli amici quell'humus loci, nel quale era cresciuto. L'ho conosciuto da alunno al liceo: tra la schiera dei professori burberi e severi, mons. Luigi Gallo, Francesco Tatulli, don Peppino Lopriore e altri, era il più giovane e brillante e per di più Sindaco della città e per ciò emanava un fascino speciale tra noi discepoli, un misto tra la riverenza alla severità della Sua funzione e la complicità che naturalmente si stabilisce tra i giovani, quale Lo ritenevamo. Le Sue lezioni di storia e filosofia, memorabili! persino per me che non ero, almeno in filosofia, tra i Suoi alunni migliori. Ma qualche anno dopo me Lo ritrovai nientemeno che "collega" nel consiglio direttivo della DC,nel quale ero stato eletto giovanissimo nel 1955. Figurarsi! un giovincello al cospetto di un "mostro sacro"! ma non fece mai pesare questo divario di età, di esperienza e di cultura, anzi fu sempre nel corso degli anni prodigo dispensatore di incoraggiamento e di consigli, così come lo é stato per altri miei colleghi, quando hanno assunto incarichi importanti o si sono cimentati negli studi e nelle professioni. Caro Vittorio. fino a ieri sei stato per me "il professore" al quale, pur sollecitato da Te, non ho mai osato rivolgermi con il tu confidenziale o chiamarti per nome. Ma ora sì, nella sacralità della morte! Per ricordare quanto mi sia stato vicino negli anni del mio impegno politico amministrativo, nell'attività della Università Popolare, nel mio disperato tentativo di valorizzare l'opera poetica di Hrand Nazariantz, nella azione sociale della Associazione "con Loro", che Tu guardavi da lontano, ma con vigile, premurosa attenzione, nella collaborazione nel la Fondazione "Biagio Accolti Gil", della quale sei stato autorevole componente del comitato scientifico - culturale, negli incontri religiosi e culturali del Movimento Laureati Cattolici e nei tanti momenti di evasione e di allegria e in quelli di dolorosa sofferenza. Non ti ho più incontrato da qualche anno a Conversano, d'estate; ti ho ascoltato con amara partecipazione per telefono due anni fa, quando, sconsolato e stanco, mi facesti rabbrividire dicendomi "Giulio, ormai non verrò più a Conversano, ho venduto la casa, non sono più in grado di guidare". Rabbrividii, non volli credere che quello fosse l'estremo saluto alla tua terra! Rabbrividii e non osai ringraziarTi per tutto quello di amore, di saggezza, di cultura, di sapienza hai dato a me, ai Tuoi tanti discepoli, a Conversano, alla Puglia. Ora sì, Vittorio, grazie. Fiéallo Sciliar (Bz). 27 agosto 2010
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