LA MOSTRA “PASSIONE '900”
COLLEZIONE GIULIANI DAL FUTURISMO AL NUOVO MILLENNIO
Cent’anni d’arte in una collezione.
Apre oggi 13 febbraio 2022 al Castello di Conversano la collettiva che propone le opere della raccolta privata di Francesco Giuliani. In esposizione un’antologica dei grandi maestri italiani: da Sironi a Pistoletto
Nuovamente una collezione privata. di qualità raffinata e ampiezza sufficiente a raccontare un secolo intero di vicende artistiche italiane, sembra colmare le lacune del collezionismo pubblico regionale, reo di eludere il confronto con la storia e. soprattutto, con il futuro.
Da oggi lino al 15 giugno 2022, la collettiva “Passione ‘900. La collezione Giuliani dal Futurismo al nuovo millennio”, ospitata dal Castello di Conversano e curata da Giacomo Lanzilotta e Massimo Guastella, apre al pubblico una preziosa raccolta di disegni e dipinti che l’avvocato Francesco Giuliani (originario di Martina Franca) ha radunato per cinquant’anni, dai primi acquisti emotivi degli anni Sessanta ai recentissimi sguardi verso la contemporaneità. Una ricerca laboriosa e appassionata, “dinamica" nelle parole del collezionista, caratterizzata da ripensamenti e tormenti, in una sorta di continuo bilancio tra volontà e necessità, intuizione e filologia.
Nell’ampio catalogo della mostra. pubblicato da Sfera Edizioni, i curatori hanno voluto risalire la vicenda umana e culturale di Giuliani, anche mostrando le cessioni e i distacchi che, nel corso degli anni, hanno reso coerente il nucleo di opere che oggi osserviamo nelle sale del maniero normanno. La mostra rappresenta l'occasione rara di poter accedere a un corpus di artisti decisivi nella storia della pittura italiana, evidenziando la centralità di un’epoca ancora irrisolta e insidiosa come quella degli anni Trenta e Quaranta.
È nodale il percorso individuale e sofferto di Mario Sironi, vero fulcro della figurazione, ma anche dell’astrattismo che prende piede nel contesto milanese grazie ai sinergici confronti con raggruppamenti quali Valori Plastici o Novecento italiano, pur nel clima generalizzato di rappel à l'ordre che attraversa l’Europa intera.
Tra le opere della collezione emergono pienamente le tensioni, le influenze e gli echi della pittura sironiana nell'intero milieu intellettuale dell’epoca. Accanto a una Testa d’Uomo degli anni Quaranta, un Paesaggio urbano del ’45 e le Montagne di poco successive, scorrono le opere di autori che avviano un incessante e proficuo confronto. Di grande rilievo una singolare Natura morta del 1948 disegnata da Giorgio Morandi: «Dai contorni leggeri e vibranti e plasticamente scarna, segna gli anni dell’avvio del nuovo corso della sua attività in cui indaga a fondo l’anima dei modelli messi in posa», scrive Guastella.
Cosi come il paesaggio muta lievemente verso l’incertezza e la vaghezza percettiva di Ottone Rosai, qui presente con un Paesaggio degli anni Cinquanta in cui l'idiomatica, ricorrente strada curva piega la prospettiva verso ignoti proseguimenti della visione.
Amatissimi gli autori metafisici. a partire da De Chirico che, con Oreste e Pilade, compie «l'ennesima rivisitazione della pietrificata piazza italiana nella sua poetica malinconica, mitica e atemporale». Atmosfere che riemergono nel Realismo magico di Antonio Donghi, e giungono al limite estremo dell’evanescenza cromatica di Virgilio Guidi, con la sua isola di San Giorgio immersa nell’azzurro della laguna veneziana. approdo decisivo nella sintesi pittorica di uno dei più raffinati pittori del Novecento.
Accanto a questa “ancora-figurazione", è individuabile un’altra linea di ricerca, di carattere astratto, geometrico e informale, con interpreti di alto rilievo come Renato Birolli nel pieno della ricerca neocubista svolta in territorio parigino. e Gianfranco Ferroni. Struttura, ordine, e spazio sono anche gli elementi disciplinati nella pittura di Gianni Dova, Mario Radice, Vinicio Berti e Piero Dorazio.
Se tra gli autori nati nel dopoguerra assume centralità il ruolo e l’amicizia con Andrea Martinelli, curiosi appaiono alcuni innesti delle Neoavanguardie. come una tecnica mista di Giuseppe Chiari su immancabile spartito capovolto, due lavori di poesia visiva di Emilio Isgrò e un recente multiplo con superficie specchiante di Michelangelo Pistoletto. Testimonianze dell’ideale proseguimento di una collezione e di uno sguardo proiettato sulla realtà.
Apertura al pubblico:
13 febbraio – 15 giugno 2022
Giorni e orari di apertura:
dal martedì alla domenica dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00 (soggetto a variazione e/o aperture straordinarie). Lunedì chiuso
La Cooperativa Armida organizza visite guidate per scuole e gruppi.
Info e Segreteria Mostra:
Armida Società Cooperativa
tel. +390804959510; wa. +393384627887
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