«Sulle ali della vita». Non è facile avventurarsi nei meandri del sentire umano. Nel caso specifico, però, m'incoraggia il fatto che Domenico Pace è, manifestamente, un uomo solare e di spiccata sensibilità religiosa. Ciò, forse, mi facilita il difficile compito. In tutti i componimenti palpita un sentimento religioso che fa della Raccolta un affiato di pace, di serenità, di raggiunto equilibrio umano e spirituale. Il messaggio che ne deriva evoca un sentire che abita nel profondo dell'animo e che, spesso, rimane negletto in questo mondo di fuggifuggi in cui obiettivo dominante è la corsa alle "miniere di Midà". «Sulle ali della vitae del Pace volano messaggi d'invito al bene, alla concordia, all'accoglienza ed a quella serenità che solo la fede può dare. È bello navigare/ in questo mare di pensieri, ... / E poi / ascoltare il canto del cuore / senza voce, / senza suoni, / fatto di vibrazioni / che attraversano il corpo/ e accarezzano/ le emozioni sommerse. In questa prima poesia si coglie nitida l'impostazione della Raccolta. Le emozioni, che la vita suscita, sono "sommerse" e, spesso, restano tali. Ma Domenico scava in profondità e le fa emergere per contrastare e vincere la pesantezza, le asperità, la bugia del superficiale. Chi sarei stato / se non avessi incontrato Te. / Sarei stato capace / di sorridere con il cuore / all'handicappato sulla sedia a rotelle..../ Di offrire un atto d'amore / a chi il mondo ha chiuso gli occhi / e il cuore più non pulsa. In questa poesia "Chi" tutto il significato del vivere. L'uomo, privo del lume divino, che lo guida per gl'impervi tratturi esistenziali, ha gli occhi e il cuore chiusi; è un naufrago solo e senza speranza. "A papa Wojtyla - Giovanni Paolo II":... 7i abbiamo visto nonno / appesantito dal peso / che recavi sulle spalle e nel cuore / per l'intera umanità. / Hai chiesto e offerto / tutto a Lei, / per deporlo nelle mani di suo Figlio. Il Santo Padre, già incamminato verso l'Altare, si accollò tutto il peso dei problemi, delle sofferenze, delle miserie umane, ad imitazione di Gesù, e li consegnò a Maria perché li passasse al Figlio. L'autore pone in evidenza il ruolo di mediatore instancabile di quell'Uomo, "venuto di lontano", che consacrò tutta la vita al servizio dell'intera umanità. Specialmente quando, schiacciato dal peso degli anni e della malattia, trovò ancora la forza di portare la sua croce. "La maschera": Vieni allo scoperto, .../ cerca il tuo talento. /Giù la maschera/ sottile ipocrisia quotidiana. Molti trascorrono la vita indossando la maschera dell'ipocrisia e non sono mai se stessi. In un tale carnevale non può esservi verità. Chi vive mascherato non può conoscere sé stesso, né aprire agli altri la dimensione dei sentimenti, che soffrono di claustrofobia nelle profondità spirituali. "Ti regalo":... Non è imposizione l'amore, / è dono. / Non è baratto il bene, / è gratis. / Non è interesse l'amicizia, / è sincerità. / Non è elemosina la carità, / è espressione d'amore. Nell'amore, che è la più alta espressione dell'animo umano, si colgono i gioielli che identificano l'uomo come "re del creato". Il bene, l'amicizia, la carità radicano nell'amore ed elevano l'umano verso le vette del divino. Oggi il mondo, immerso nella corsa all'avere, ignora l'essere ed è diventato un deserto. L'incontro di chi ama ancora la Poesia, il fiore più profumato, il più sublime respiro dell'animo umano, è assai raro. Perciò, Domenico, vai avanti, continua a coltivare questa rara preziosità. Ad maiora!
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