Presentazione del volume dal titolo
 
 

"Le api e noi" di Francesco Colafemmina
Conversano, 29 dic. 2022 - Pro Loco

 
 

 

 

 
 
Presentazione del volume dal titolo
 
 

"Le api e noi" di Francesco Colafemmina
Conversano, 29 dic. 2022 - Pro Loco

 
 

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Colafemmina Francesco

Note biografiche dell'autore
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Francesco Colafemmina

Francesco Colafemmina
Nato a  Roma
nel 1980
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Profilo professionale

 

Laureato in filologia classica ha frequentato la scuola di giornalismo della RAI per poi dedicarsi all'attività imprenditoriale nel settore dell'energia e dell'agricoltura sostenibile.

 

I suoi interessi spaziano dal mondo classico all arte e alla spiritualità.

 

Ha pubblicato nel 2007 per Rubbettino Dialoghi con un Persiano di Manuele II Paleologo con prefazione di Mons. Rino Fisichella; nel 2010 l inchiesta artistico-giornalistica Il Mistero della chiesa di San Pio per i tipi di Settecolori e il romanzo La Serpe fra gli ulivi; nel 2011, sempre per Settecolori, Storia del Matrimonio nella Grecia classica; nel 2017 per Apinsieme-Rivista Nazionale di Apicoltura, Le Api e Noi, una approfondita storia sociale delle api e del miele; nel 2020 per Passaggio al Bosco La Democrazia di Atene. Storia di un mito, saggio storico sulle origini e gli sviluppi della democrazia ateniese, con una nuova traduzione commentata della Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte.

 

Nel 2021 ha pubblicato per Mimesis "Enigma Laocoonte" e per Passaggio al Bosco il romanzo "La guerra non è finita".

 

Continua ad associare l'attività pubblicistica e di traduttore dal greco moderno (sua, nel 2022, la prima traduzione italiana del "Numero 31328" di Ilias Venezis) al proprio impegno verso l'ambiente, attraverso la sua azienda di apicoltura biologica. 

Note biografiche dettate dall'interessato
Le api e noi
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Recensione tratta da Istituto Zooprofilattico
    
Le Api e Noi

A Matteo

perchéun giorno possa scoprire

dopo il gusto del miele

la libertàe i valori dell'alveare

 

Alla Speranza

che ha regalato bellezza

e nuova vita alla mia esistenza

ispirando questo libro


“Le api hanno questo di buono: sembrano essere sempre le stesse”
(E. Warré, 2013)

 

L’Autore ci accompagna con le api in viaggio nella storia, nella mitologia, nella religione, nella politica, nell’etica, nella scienza, nell’arte, nell’architettura e nella letteratura attraverso i secoli.
Il tutto con un piccolo saggio, di facile lettura, coinvolgente per tutti, non solo per gli addetti ai lavori.  

 

L’intelligenza delle api e l’architettura
 
Marco Terenzio Varrone (II-I a.C.) nel De Rustica scrive “Le api non hanno una natura solitaria, come le aquile, ma somigliano di più agli uomini”. Varrone non sapeva che il cervello delle api è dotato di quasi un milione di neuroni, il doppio di altri insetti, ma quasi una nullità rispetto a quello umano, che ne contiene circa 100 miliardi. Se consideriamo l’intero alveare, nel picco di attività può arrivare a 50.000 api, quindi 50 miliardi di neuroni al lavoro. L’intelligenza delle api è quindi sociale.
Ciò ci spiega l’eccezionale costruzione del favo a partire dalla cera, costituito da cellette esagonali inclinate verso l’interno di 20° in modo che le api possano stivare il miele evitando che possa colare.
J. Keplero (XVI secolo) scrive che “le api architetto sono dotate di anima e a loro modo capaci di senso geometrico”.
 
La vita e la morte

 

Le api e il miele come trait d’union vita-morte.
Nella civiltà egiziana il miele era usato come strumento di mummificazione e veniva anche lasciato in anfore nelle tombe, come scoperto da H. Carter nella tomba di Tutankhamen.
Ma non serviva solo a custodire i morti, ma anche ad evocarne le anime. Circe, nell’Odissea, istruisce Ulisse come evocare le anime dei morti, tra cui quelle dell’indovino Tiresia, per ottenere da lui le informazioni per tornare a casa: “Dopo essere andato vicino, o eroe, come t’ordino, scava una fossa di un cubito in un senso e nell’altro e versa intorno un’offerta per tutti i defunti, prima di latte e miele, dopo di dolce vino, poi una terza di acqua. Cospargila con bianca farina d’orzo”.

Vita e morte si incontrano anche nella religione induista, dove è tradizione vergare con una penna intinta di miele la sillaba sacra “Om” sulla lingua di un neonato.

 

L’amore

 

La letteratura amorosa ricorre spesso alla figura del miele e delle api.
Shakespeare in Romeo e Giulietta “Amore mio, mia sposa! La morte, che ha succhiato il miele del tuo respiro, nessun potere ha ancora avuto sulla tua bellezza”.
La poesia indiana è ricca di riferimenti al tema dell’amante-ape, come, ad esempio, il poema “Bhamini-vilasa (La bellezza di Bhamini)” di Jagannatha Panditarja (XVI secolo): “Mango, l’ape si è spinta
in mezzo alla più fitta selva
e ha scrutato ogni albero d’attorno:
ma in tutto il mondo non si è mai imbattuta
in nulla che fosse pari a te”.

 

L’ape politica e l’ape virtuosa

 

Sin dall’antichità molto si è dibattuto sull’organizzazione sociale delle api con l’utilizzo di molteplici metafore con la società umana.
Le api sono monarchiche o democratiche? Sono di destra o di sinistra? Conservatrici o rivoluzionarie?
Aristotele le considera “conservatrici”, per il loro legame con un assetto tradizionale di valori, Seneca ne focalizza la componente monarchica, Virgilio nelle Georgiche ne mette in chiaro la dimensione collettiva.
Secondo J. P. Proudhon (filosofo e sociologo francese del XIX secolo) la società delle api è un’organizzazione autogestita, dove il potere non è nelle mani di un individuo o gruppo di individui, ma è un esercizio armonico di funzioni non mediate dall’egoismo. Sant’Ambrogio (IV d. C.), patrono degli apicoltori, evidenzia il lato monastico della società delle api, caratterizzata da laboriosità, abnegazione, sapienza, castità, coordinamento, solidarietà, rispetto dei ruoli, collettività.

 

L’apicoltura per l’anima

 

Qui l’Autore esprime l’aspetto più nobile del rapporto api-uomo, che vede soprattutto nell’apicoltore: “La verità è altrove, la verità è nell’anima dell’apicoltore che, affine al cacciatore e al pastore, è essere solitario per eccellenza, ma anche uomo di contemplazione, uomo dal profondo mondo interiore e di grande sensibilità”. Probabilmente questa descrizione ben si adatta a Tolstoj, apicoltore d’eccellenza, e a Levin, personaggio di “Anna Karenina”.
Le api costituiscono oggetto di curiosità intellettuale e elemento di confronto con il proprio io profondo. Sentimenti simili si trovano nella poetessa americana Sylvia Path, morta suicida a trent’ anni. Pochi mesi prima di togliersi la via scrive “Bee Poems”, cinque poesie tramite le quali guarda le contraddizioni dell’esistenza, attraverso il mondo tutto femminile delle api.

Recensione tratta dalla Rivista Veterinaria Italiana
    
Le Api e Noi

A Matteo

perchéun giorno possa scoprire

dopo il gusto del miele

la libertàe i valori dell'alveare

 

Alla Speranza

che ha regalato bellezza

e nuova vita alla mia esistenza

ispirando questo libro


Le Api e Noi è un “libriccino” di piccole dimensioni, ma dal grande peso specifico, con un’elegante copertina in cartoncino martellato e bandelle laterali che riporta l’opera del 1514 Cupido, ladro di miele di Albrecht Dürer, uno dei più autorevoli esponenti del Rinascimento tedesco.

È il racconto della relazione ancestrale tra mondo dell’alveare e universo umano, attraverso le leggende, le tra-dizioni, le poesie, i trattati politici e filosofici. L’ha pubblicato Apinsieme, una nuova realtà editoriale interna al mondo apistico, editore anche della Rivista Nazionale di Apicoltura.


“L’apicoltore dismette per le sue ore con le api il linguaggio umano, ritorna a essere parte di un altro ordine, e questo lo rende più forte, più vivo, lo carica di energie uniche. E la natura, il dialogo silen-zioso con le api, diventa la sua preghiera”, così scrive l’autore in questo breve saggio che affronta il ruolo dell’ape, dell’alveare e del miele nella storia, nella mitologia e nella letteratura con una prospettiva nuova.

Tra i temi trattati la lotta fra libertà e schiavitù rappresentata dall’opposizione tra il miele e lo zucchero nella storia e le più recenti acquisizioni della neurobiologia sull’intelli-genza dell’ape, nel quadro di un mondo sempre più avvelenato dall’inquinamento e dai pesticidi che hanno portato al progressivo spopolamento degli alveari, quindi al preoccupante calo della produzione di miele.


Il classicista, saggista e apicoltore Francesco Colafemmina intreccia le proprie esperienze con quel-le di intellettuali, alcuni anche apicoltori, del calibro di Seneca, Leone Tolstoj, Gabriele D’Annunzio, Samuel Beckett e Sylvia Plath, ricordandoci che le api custodiscono da sempre una duplice natura: quella saggia e razionale della loro società perfetta; quella emozionale e sensibile del piacer subli-me della dolcezza.

Un binomio così umano per dei piccoli insetti ronzanti da costituire ancora oggi un’inesauribile fonte di stupore.

 

Manuel Graziani
Scheda bibliografica
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Autore

Francesco Colafemmina

Titolo

Le api e noi

Editore Apinsieme - Roma
Prezzo € 15.00
data pub.

Febbraio 2017

ISBN 9788894194814
In vendita presso:
Disponibile presso la Libreria Emmaus di Conversano
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L’intervista del TG2 Cultura a Francesco Colafemmina, autore di Le Api e Noi

 
 

Filmato
30 apr 2017

 
 

 

 

 

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