La letteratura locale non ci fornisce notizie sulla storia istituzionale del Capitolo della Cattedrale di Conversano. Sono proprio le fonti documentarie a noi pervenute, quindi, a far emergere la realtà di tale istituzione nelle diverse sfaccettature degli aspetti gestionali, organizzativi ed ecclesiastici, e a fornirci spunti di riflessione su un contesto appartenuto ad altri tempi.
L’attuale e definitiva collocazione dell’Archivio Capitolare è presso il Seminario Vescovile di Conversano, sede anche dell’Archivio Diocesano, del fondo pergamenaceo, di quello notarile, nonché della Biblioteca: un unicum a disposizione degli studiosi che vogliono cimentarsi in ricerche, studi e nuove scoperte sempre utili e stimolanti per gli amanti della storia locale, o anche semplicemente per gli appassionati dell’antico.
È destino comune (e quasi obbligatorio) degli Archivi che, nel corso delle vicende storiche, si verifichino danni di vario genere, con conseguente perdita di materiale documentario. Anche l’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Conversano ha subito tale sorte. Il primo episodio risale al 1503, quando Conversano fu attaccata dagli spagnoli guidati da Consalvo di Cordova, i quali si impossessarono di pergamene e documenti utilizzandoli come miccia per i cannoni.
Una seconda, infausta sorte è legata all’altrettanto triste e ricorrente destino delle carte di cadere nel vortice delle fiamme, evento che non lascia scampo quando - per motivi più o meno accidentali - si verifica nella vita di tanti archivi.
Un primo incendio - di modesta portata - ebbe luogo il 16 luglio del 1903; ma nella notte tra il 10 e l’11 luglio del 1911 un secondo incendio, di dimensioni catastrofiche, si propagò dall’organo della Cattedrale distruggendo tolmente l’interno della stessa e - per fortuna solo in parte - la documentazione dell’Archivio.
L’intervento operato sulle carte dell’ACC costituisce l’ultimo passo di un progetto che ha avuto il suo inizio nei primi anni ’90, allorquando si è ravvisata la necessità di riordinare l’intero Archivio Diocesano. In virtù di tale progetto, promosso dalla Soprintendenza archivistica per la Puglia, sono stati riordinati e inventariati tutti i fondi archivistici diocesani, grazie a contributi stanziati dal Ministero per i beni e le attività culturali, nonché dalla stessa Diocesi. Una tavola sinottica è presente nella pubblicazione Fonti per la Storia di Conversano. Volume secondo. L'Archivio della Curia vescovile. Inventario dei Fondi Conversano, Monasteri e Conventi, a cura di Cristiana Guarnieri e di Antonella Caprio (Galatina, Congedo, 2008).
Nel 2005 la Soprintendenza archivistica per la Puglia intraprese il riordino deirACC grazie a un finanziamento del Ministero per i beni e le attività culturali la sottoscritta ha quindi operato l’ordinamento, prodotto la schedatura analitica per ogni singola unità archivistica e inventariato il fondo documentario con la direzione scientifica della dottoressa Carla Palma, utilizzando il software “CeiAr”.
Il fondo, costituito da una ricca documentazione la cui datazione risale ai primi anni del ’500, si presentava di consistenza alquanto corposa. Non esisteva alcun mezzo di corredo, prodotto precedentemente, che potesse fare da guida al suddetto lavoro. Pertanto, si è proceduto nel modo seguente. Sono state anzitutto individuate cinque sezioni: “Governo capitolare e patrimonio”, “Amministrazione e contabilità”, “Miscellanea”, “Libri canonici della Cattedrale”, “Altri fondi”; segue, infine, una “Appendice relativa ai libri liturgici”.
Procedendo a una rapida presentazione delle serie più consistenti o significative dell’ACC, mi sembra opportuno segnalare in riferimento alla prima sezione, per particolare rilevanza e corposità, la serie degli Atti civili, che vanno dal 1568 al 1928. Si tratta, per lo più, di carte attinenti alla materia amministrativa e disciplinare prodotta dall’esplicarsi delle attività del vescovo di Conversano finalizzate a risolvere controversie relative al possesso di beni immobili, oppure a ottenere il pagamento di fitti o censi annui non versati.
La serie degli Strumenti notarili, riguardanti la vendita di beni immobili urbani ed extra urbani, ci mostra una panoramica dell’ubicazione dei beni posseduti dal Capitolo, tramite le indicazioni topografiche riportate.
Notevole è poi la serie delle Conclusioni capitolari; essa comprende, infatti, il periodo che va dagli ultimi anni del ’500 fino al 1929. Si tratta di corposi volumi (contenenti anche una trentina di annate ciascuno) in cui sono riportati i verbali delle riunioni del Capitolo, convocate periodicamente per discutere i temi che man mano si presentavano e venivano proposti all’ordine del giorno. Un argomento che fece molto discutere i nostri capitolari fu certamente quello dei lavori di ristrutturazione della Cattedrale, avendo quest’ultima - negli anni - subito parecchie modifiche strutturali e di stile dovute alla moda protratta nel tempo di erigere cappelle e altari per la fondazione di patronati con il diritto di sepoltura. Ma il problema della ristrutturazione si presentò in tutta la sua drammaticità soprattutto a causa degli incendi prima ricordati, dopo i quali fu necessario ridare vita all'edificio quasi distrutto. Negli atti relativi ai Testamenti, oltre alle disposizioni dettate dal testatore circa il lascito dei propri beni, è sempre espressa la volontà di disporre la sepoltura nella chiesa Cattedrale; spesso vengono anche specificati la cappella e il peso delle messe da celebrare.
Tutti relativi al sec. XVII - ad esclusione del primo documento della serie, che è del 1562 - e quasi tutti restaurati sono gli atti dei Capitoli matrimoniali, dai quali è possibile riscontrare la consistenza della dote che le famiglie erano in grado di offrire in base alle proprie possibilità, in riferimento tanto ai beni mobili che a quelli immobili, spesso gravati da censi annui dovuti al Capitolo.
La seconda sezione è dedicata alla “Amministrazione e contabilità”. La panoramica si presenta piuttosto ampia e consistente. Attraverso una varietà di aspetti si ricava quella che era la ricchezza economica della Chiesa locale: i beni immobili concessi in fitto, le vendite, gli acquisti, le rendite provenienti dai beni patrimoniali degli ecclesiastici - quali i canonicati resisi vacanti per la morte del titolare o le prebende appartenenti a canonici e poi annesse alla Chiesa di Conversano - le parrocchie, i debitori, i censi annui.
Riccamente documentata è la serie delle Procure, di cui si è appena concluso il restauro; i primi atti vanno dal 1546 al 1571, riprendono dal 1625 e proseguono in maniera sequenziale fino al 1897. Si tratta di carte di natura specificatamente economica, riguardanti, cioè, l’amministrazione e la redazione del bilancio annuale relativo ai beni immobili urbani, fondiario, censuale, beneficiale e avventizio-culturale. Il Procuratore era eletto dal Capitolo composto da 24 canonici, comprese le quattro dignità maggiori (arcidiacono, arciprete e due primiceri); dopo lo scrutinio, la nomina veniva verbalizzata nel libro delle Conclusioni capitolari.
È costituita, invece, da ben 827 unità la serie archivistica dei Contratti di locazione dei beni immobili urbani ed extra urbani che il Capitolo possedeva. Il primo documento è del 1823; in modo cronologicamente quasi continuo gli atti ci sono pervenuti - con molti fascicoli per ogni annata - fino al 1857, per riprendere poi da fine ’800 sino al 1915. Questa serie può fornire allo studioso che volesse effettuare una ricerca sulla toponomastica indicazioni di vecchie vie e contrade. Le medesime informazioni si possono ricavare dai Libri di scorsa, tutti dell'Ottocento.
I Libri di puntatura chiudono la presente sezione. Si tratta di volumi nei quali i “puntatori”, il cui nome è stato riportato in ciascuna scheda del presente inventario, segnavano le assenze del clero dal servizio corale. A tale compito dovevano prestarsi, organizzati in turni settimanali, tutti i capitolari, dalle dignità ai partecipanti semplici che percepivano, in base alla presenza, un compenso.
La terza sezione inerente la “Miscellanea”, è costituita dalla serie Bolle e privilegi, contenente un paio di bolle di papa Pio V del 1566-1567 e altre del XIX secolo, relative a concessioni o divieti riservati agli ecclesiastici.
Di carattere prettamente economico è la serie delle Fedi, si riscontrano, per lo più, ricevute di pagamenti di varia natura. La serie della Corrispondenza con autorità civili ed ecclesiastiche è composta da ben 491 unità che vanno dal XVI al XX secolo. La sottoserie, comprendente i documenti relativi ai Lavori strutturali della Cattedrale, merita particolare attenzione per le vicissitudini cui si è precedentemente accennato. Già dalla fine dell'Ottocento era chiara la necessità di procedere ad alcuni lavori di risanamento dell'edificio: questa situazione è documentata dai ripetuti sopralluoghi effettuati dall’ingegnere Luigi Sylos, ispettore del Regio Ispettorato degli scavi e dei monumenti di antichità di tutta la zona. Numerose risultano le richieste di contributi economici, rivolte, oltre che agli enti locali, anche al Ministero competente. Ma, come già si è detto, furono i due incendi a impegnare non poco i nostri canonici nell'affrontare questa problematica, resasi veramente gravosa dopo l’incendio del 1911. Agli anni Venti del ’900 appartiene una consistente documentazione che attesta sia una fitta corrispondenza del vescovo di Conversano con l’Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti di Napoli sia, ancora, i numerosi sopralluoghi di Luigi Sylos. Parecchi sono anche i preventivi e le ricevute di pagamento dai quali, oltre alla tipologia degli interventi effettuati e ai materiali utilizzati, si evincono i nomi dei diversi “mastri” e delle ditte contattate per la ricostruzione.
Un cenno a parte merita la serie delle Moderazioni di messe. Così come si legge nel primo documento datato 1594, e come già stabilito dal Concilio di Trento, il Capitolo faceva richiesta di accorpare i canonicati resisi vacanti o di ridurre il numero delle messe da celebrare derivanti dalla fondazione di legati pii o di benefici.
Pochissime carte riguardanti le cappelle di Sant’Antonio Abate e di Santa Lucia chiudono la suddetta sezione.
Una breve sezione, la quarta, è costituita dai “Libri canonici della Cattedrale”, e precisamente dai libri dei battezzati, dai libri dei matrimoni e dai registri.
La sezione quinta comprende “Altri fondi” tra cui quello della Congrega del Sacramento, del quale ci è pervenuto solamente un carteggio di fine ’800 e carte coeve relative alla gestione amministrativa della Congrega. Molto più consistente e variegato è il fondo denominato Ottavario di Santa Maria del Fonte. Si trattava di un’opera pia di natura laicale; secondo il primo documento del 1712, appartenente alla serie degli Atti per la fondazione, fu un lascito del sacerdote don Bernardo di Tarsia di Conversano a “pro della Vergine SS. della Fonte” a sancire l’istituzione dell’Opera, mediante atto pubblico del 12 luglio 1712. Il fondo è composto da serie concernenti gli aspetti amministrativo-contabili, la gestione dei beni immobili, la corrispondenza, gli atti civili e quelli notarili.
Un’appendice dedicata ai Libri liturgici chiude l’inventario dell’Archivio, con cinque volumi di antifonari databili dal XVII al XIX secolo.
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