Patrizia Gesuita

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Patrizia Gesuita

Tratto da
una storia vera
 
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Patrizia Gesuita, pianista e clavicembalista, ha associato agli studi musicali, quelli letterari e di biblioteconomia. Vincitrice di concorsi nazionali ed europei di musica da camera, nel corso della sua vita si è dedicata all’insegnamento musicale nella scuola primaria, scuola media e in Conservatorio, seguendo una didattica innovativa e sperimentale anche nei Progetti musicali per gli alunni di scuola materna.

 

Nel 1998 ha curato la ricerca, la trascrizione dei manoscritti e del libretto originali de II Palazzo Incantato di Atlante di Luigi Rossi, per il progetto europeo Kaleidoscope della prima assoluta dell’opera  in musica (1 novembre 1998, Torremaggiore).

 

Nel 1999 ha collaborato con il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari e, come ricercatrice dell’istituto di Bibliografia Musicale  di Puglia (IBIMUS), ha eseguito studi e ricerche per l’analisi e la collazione di manoscritti settecenteschi ritrovati nell’Archivio di Stato di Bari, pubblicando un saggio nella collana dei “Quaderni del Comune di Bari della mostra “Musica Ritrovata’’, di cui ha curato inoltre l’allestimento.

 

Si è occupata dal 1999dell’organizzazione di eventi musicali, Mostre documentarie e Convegni, tra cui il primo Festival di Musica Antica in Puglia: “Festival Mousiké del Mediterraneo”.

 

Ha frequentato un Master Biennale (2004-2006) presso l’Università di Potenza, in musicologia, con docenti della Schola Cantorum di Basilea, presentando come tesi finale un’edizione critica sul IV libro di madrigali di Gesualdo da Venosa.

 

Da sempre affascinata dalla ricerca in biblioteche e archivi storici, ha realizzato lavori di riordino di archivi musicali e trascrizione di opere manoscritte inedite, pubblicando diversi lavori.

 

Nel 2000 ha pubblicato il secondo libro in Puglia sull’iconografia musicale:

La Musica a Bitonto e un saggio “L’Organo di S. Francesco d’Assisi”, per il Catalogo “N. Piccinni e il suo tempo”; nel 2006 ha curato e pubblicato l’edizione critica degli Intermezzi del tranese Domenico Sarro: “Eurilla e Beltramme” (rappresentati in prima edizione moderna assoluta, al Festival di Musica Antica di Crotone nel 2004 “Leonardo Vinci”, dall’orchestra “La Cappella della Pietà dei Turchini" diretta dal Maestro Toni Florio) e successivamente ha lavorato alla composizione elettronica del I° e U° volume delle opere di Francesco Provenzale, curate da Dinko Fabris. Ha lavorato per la catalogazione dell’archivio musicale dell’Orchestra della Provincia di Bari nel 2004 e aggiornamento 2008-2009. Ha curato l’organizzazione e le guide all’ascolto dei Concerti dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari nelle scuole di Bari e provincia dal 2003 al 2008.

 

Collabora dal 1998 con un gruppo di danze rinascimentali, dedicandosi anche allo studio e alla ricostruzione coreografica dai manoscritti di danze rinascimentali. Dal 1999 ha seguito corsi di danze rinascimentali e internazionali popolari a Bari con la danzatrice coreografa Marcella Taurino, Veronique Daniels, Bruna Gondoni e a Urbino con Barbara Sparti e Lieven Baert, ed ha partecipato a diversi spettacoli.

 

Questo è il suo esordio letterario romanzesco, ispirato a una storia vera.

Lavora attualmente come Direttore di biblioteca e docente di Biblioteconomia e Bibliografia musicale presso il Conservatorio di Matera.

 

Principali Pubblicazioni

  • Luigi Rossi e il Palazzo Incantato, (Bari, Levante editori, 1998). 
  • Due manoscritti della Biblioteca del Duca: esempi di approfondimento analitico in Musica Ritrovata, catalogo dell’esposizione didattica-documentaria, (Bari, Mario Adda, 1999). 
  • La Musica a Bitonto, (Bari, Levante editori, 2000). 
  • L’Organo di S. Francesco d’Assisi” in N. Piccinni e il suo tempo, (Mario Adda, 2000). 
  • Eurilla e Beltramme, (Roma, Il Melograno, 2006). 
  • Gaetano Stella musicista per diletto, in Gaetano Stella scultore barese del Novecento, (Galatina (Le), Mario Congedo, 2009. 
  • Il segreto di Esther, (Fasano, Schena Service, 2018). 
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Il segreto di Esther
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Recensione
  
Il segreto di Esther
Tratto da una storia vera

per le donne invisibili

C’è qualcosa che ognuno di noi si porta dentro, una sottile linea d'ombra che ci separa dai confini della mente, a volte oscuri. C'è qualcosa di più terribile del carcere, peggiore della morte. Essere dimenticate per vergogna. A tutte queste donne “invisibili” è dedicato La storia di Esther, Schena Editore, che è stato presentato martedì 28 maggio 2019 alle 18,30 alla Feltrinelli. Una storia realmente accaduta - teatro della scena Ruvo di Puglia e Bari - in un periodo durato circa trent'anni, dagli anni Venti alla fine degli anni Cinquanta.

Affascinante e intrigante, il libro, primo romanzo, ma non prima esperienza letteraria di Patrizia Gesuita, saggista, direttrice della biblioteca del Conservatorio di Matera, musicista e clavicembalista, è una storia di genere, per certi versi inquietante, che offre uno spaccato di certa mentalità, in cui le donne non avevano nessun diritto di scelta.

E questo, nonostante in Puglia, soprattutto con il ruolo assunto dalle donne durante la Resistenza a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, ci fossero i primi vagiti di una presa di coscienza al femminile, ali­mentati anche da illustri meridionalisti con in testa Tommaso Fiore.

Tutto questo fermento sembra non riguardare Esther, completamente soccombente di fronte alle decisioni del padre prima, del marito poi, che sogna l'amore, la fuga verso la libertà, sentimenti che resteranno inesorabilmente intrappolati nelle pagine di un diario ritrovato, molti anni dopo, in una vecchia cassa panca dalla nipote Sara.

Il ritrovamento sarà per la ragazza, coprotagonista della storia, un momento di svolta e di crescita. Perché, conoscere il passato consente di comprendere meglio il presente e guardare al futuro con più consapevolezza.

Cosi Sara divora quelle pagine scritte da sua nonna, una donna molto bella della quale non aveva visto che una foto. Di lei, nessuno aveva mai parlato. Se non Vincent, suo padre, il più giovane figlio di Esther, quando i deliri dovuti all’Alzheimer lasciavano affiorare vecchi ricordi.

Verità o solo incubi di una vita spezzata e devastata dai disturbi della mente? Sarà il diario a far luce su tutto e sull'esistenza di nonna Esther.

Un racconto struggente, quasi un dialogo con se stessa, ma con la segreta speranza che qualcuno un giorno avrebbe letto la sua stona. La verità, raccontata con ineludibile rassegnazione; tutta una vita nella quale unica consolazione era stata la musica. La lirica, che aveva imparato ad apprezzare frequentando con i genitori il Teatro Petruzzelli e ad amare incondizionatamente. Quanto aveva amato, ricambiata, un giovane musicista. Realtà e sogno, desiderio di libertà e duro scontro con la vita di tutti i giorni, mentalità di un'epoca, ineluttabilità degli eventi. Un uomo che non ama e che non l’ama, numerose gravidanze e poi, il buio di una vita condannata crudelmente all'oblio. Cosi doveva andare.

“Una storia vera - chiarisce Patrizia Gesuita - della quale sono venuta a conoscenza e che ho voluto riferire esattamente per come è avvenuta. Soltanto i nomi sono di fantasia. Ho voluto, in qualche modo, pubblicandone la storia, rendere giustizia non solo a Esther ma anche a tutte quelle donne, vittime di violenza psicologica - non meno terribile di quella fisica - per dar loro voce e dignità”.

 

Antonella Daloiso
 
Scheda bibliografica
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A cura di Patrizia Gesuita
Titolo Il segreto di Esther
Edizioni Schena editore - Fasano (Br)
Prezzo € 15,00
ISBN-13 9788868062019
data pub. 2018
In vendita presso: Schena editore
 
 
Presentazione del volume di
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