Coniugato, ho due figlie di 14 e 17 anni, Anna Elisa e Cecilia. Ho una sorella e un fratello, Rosanna e Matteo.
In casa ho respirato da sempre la passione per l'impegno civile. Provengo da una famiglia di tradizioni liberali e cattoliche. Tra i miei avi vi sono sindaci e vice-sindaci liberali della città di Salerno mentre il mio nonno putativo, del quale porto il nome (mio padre rimase orfano assai presto e crebbe con lo zio), è stato Senatore democristiano nella I Legislatura repubblicana.
A 3 anni mi sono trasferito a Bari, dove mio padre Ernesto aveva vinto la cattedra di Chimica Biologica e mia madre, Cecilia Saccone, ha iniziato la sua carriera di biologa molecolare. Lì ho frequentato la scuola e mi sono laureato in Scienze politiche. Ho mosso i primi passi in politica nel Partito Radicale, del quale agli inizi degli anni Ottanta sono stato vice segretario nazionale. Ne sono uscito nel 1982, a ventidue anni.
Terminata l'università, ho vinto una borsa di perfezionamento presso la Luiss di Roma, sotto la guida del professor Paolo Ungari. Sono stato, quindi, ricercatore all'università de L'Aquila per otto anni, professore associato all'università di Bologna per due, visiting professor a Parigi e a Stanford (per un breve periodo) e, infine, sono tornato come professore ordinario di Storia Contemporanea alla Luiss dove per due anni, dal 2004 al 2006, ho diretto il Dipartimento di Scienze storiche e socio-politiche.
Negli anni dell'impegno scientifico "integrale" ho scritto diversi libri: sui movimenti studenteschi, sui partiti politici, sul comunismo in Italia e in Francia ma, soprattutto, ho scritto una biografia politica di Charles De Gaulle che mi è costata dieci anni di ricerca (oggi è tradotta anche in francese). Anche dopo aver iniziato a fare politica con assiduità, non ho abbandonato "il vizio" della ricerca. Da allora, ho scritto un libro sulla legge elettorale del 1953, uno sul rapporto tra la Chiesa cattolica e la politica, uno sulla Francia da Chirac a Sarkozy e, infine, una biografia intellettuale di Gaetano Salvemini.
In questi anni ho sempre scritto per giornali e riviste: ho collaborato con L'Indipendente, Il Foglio, Il Giornale, Il Messaggero, Il Riformista, Libero e con Radio24.
Sono presidente onorario della Fondazione Magna Carta, che ho contribuito a fondare. E' una delle cose che meglio mi sono riuscite nella vita: un luogo di formazione e ricerca di ispirazione liberale schierato senza soggezioni culturali e prudenze con il centro-destra.
Veniamo alla politica. Dei miei trascorsi radicali vi ho parlato. In quegli anni per un giovane della mia generazione il Partito radicale rappresentava una delle poche possibilità d'essere liberale in politica. E' stata per me un'esperienza di formazione importante, per la quale porto ancora oggi riconoscenza a chi me l'ha concessa. Con la maturità, è rimasta un punto di riferimento che spesso mi ha portato ad assumere posizioni radicalmente differenti da quelle del PR, soprattutto per quel che concerne il rapporto tra libertà personale e responsabilità.
Ho aderito a Forza Italia fin dai suoi esordi. Per anni sono stato tra gli animatori di Ideazione, la prima rivista teorica del partito. Nel biennio 1995/1996 ho partecipato alla "Convenzione liberale per la riforma dello Stato". Dal 2001 al 2006 ho collaborato, in qualità di consigliere per gli Affari culturali, con il Presidente del Senato della Repubblica Marcello Pera e nel 2006, grazie ai suoi auspici, sono stato eletto senatore nella lista di Forza Italia in Toscana. Nella XV legislatura sono stato membro della I° Commissione permanente (Affari Costituzionali), componente del direttivo del gruppo parlamentare, e nel 2007 sono stato nominato responsabile del dipartimento cultura di Forza Italia. Nella XVI legislatura sono stato rieletto senatore in Toscana con il Popolo della Libertà, e sono stato Vicepresidente vicario del PDL, membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, membro della Giunta per il Regolamento.
Nella XVII legislatura, infine, sono stato rieletto senatore in Abruzzo con il Popolo della Libertà, poi con il Nuovo Centrodestra. Nel mese di aprile 2013 ho fatto parte del gruppo di lavoro politico-istituzionale voluto dal Presidente Napolitano. Il 28 aprile, sono stato nominato Ministro senza portafoglio per le Riforme costituzionali del Governo Letta, incarico che ho ricoperto fino al 21 febbraio del 2014. Il 26 febbraio, i gruppi parlamentari del Nuovo Centrodestra mi hanno designato all'unanimità coordinatore nazionale del partito, carica che ho mantenuto fino al 14 ottobre 2015.
Dimenticavo una cosa importante... tifo da sempre per il Napoli!
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- Gaetano Quagliariello, De Gaulle, Soveria Mannelli: Rubbettino, 2012.
- Gaetano Quagliariello, La persona il popolo e la libertà. Per una nuova generazione di politici cristiani, Siena: Cantagalli, 2010.
- Gaetano Quagliariello, Gaullisme, une classification impossible. Essai d'analyse comparée des droites française et italienne, Paris: L'Harmattan, 2009.
- Gaetano Quagliariello, La religion gaulliste, Paris, Perrin, 2007.
- Gaetano Quagliariello, Gaetano Salvemini, Bologna: il Mulino, 2007.
- Gaetano Quagliariello, Alla ricerca di una sana laicità. Libertà e centralità dell'uomo, Siena: Cantagalli, 2007.
- Gaetano Quagliariello, La Francia da Chirac a Sarkozy cronache (2002-2007), Soveria Mannelli: Rubbettino, 2007.
- Gaetano Quagliariello, Cattolici, pacifisti, teocon. Chiesa e politica in Italia dopo la caduta del Muro, Milano: Mondadori, 2006.
- Gaetano Quagliariello, De Gaulle e il Gollismo, Bologna: il Mulino, 2003.
- Gaetano Quagliariello, La legge elettorale del 1953, Bologna: il Mulino, 2003.
- Gaetano Quagliariello, La politica senza partiti: Ostrogorski e l'organizzazione della politica tra Ottocento e Novecento, Bari: Laterza, 1993.
- Gaetano Quagliariello, Storia della goliardia politica nel dopo-guerra: 1943-1968, Manduria: Lacaita, 1987.
- Gaetano Quagliariello, Studenti e politica: dalla crisi della goliardia prefascista al primo congresso nazionale universitario (1925-1946), Manduria: Lacaita, 1987.
- Gaetano Quagliariello e Giovanni Orsina (a cura di), La crisi del sistema politico italiano e il Sessantotto, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005.
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