In cammino con Rota in una realtà urbana del Sud
“Trenta anni dopo”. Se non si trattasse di un utile libro di storia, una ricerca destinata a continuare, potrebbe anche essere il titolo di un intrigante romanzo. E’ invece un punto di partenza. L’anno di pubblicazione di “Matera - Storia di una città” avvenne nel 1981. Tre gli autori, Lorenzo Rota, e i compianti Franco Conese e Mario Tommaselli. La seconda edizione, arricchita, è del 1990. Questo volume evidenziava nella premessa la volontà di verificare, in particolare, l’ipotesi interpretativa più corretta della forma della città. Al contempo, però, faceva presente un’onesta esigenza. Nel definire lo sviluppo storico di Matera si avvertiva il bisogno di ricercare ulteriori dati, di cui molti ancora “velati”, “per dare certezza e serietà di elementi di valutazione alla sua effettiva conoscenza”. Rota lo ha fatto. In un moto di cristallina tenacia ha mantenuto lo stesso titolo di 30 anni fa, ma ha pure onorato pienamente l'impegno preso: proseguire un cammino; Di più, nelle pagine finali, intitolate “Verso il futuro”, un nuovo messaggio è altrettanto chiaro, il discorso è destinato ad andare avanti. Insomma, siamo solo alla terza edizione. E’ certo. C'è dell'altro. Come evidente è la cura della stampa affidata alle Edizioni Giannatelli, altrettanto trasparente è la finalità della buona divulgazione, la volontà di dare corpo ad uno strumento agile. Si può parlare di un “manuale” che, se soddisfa i palati più finì, non trascura certo le esigenze dei non addetti ai lavori. Aspetto meritorio, a partire dall'interesse che l'iniziativa potrà utilmente suscitare tra i lettori più giovani. Davvero ricco l’apparato di note, ampliata la bibliografia, di grande impatto i disegni e le illuminanti planimetrie. Il libro si avvale della presentazione di Armando Sichenze, docente della facoltà d’architettura all'Università di Basilicata, recupera immagini delle precedenti edizioni, nonché nuove referenze, autori l’ambientalista e fotografo Michele Morelli, i fotografi Michele Morelli-e Michele Di Lecce. Su tutti, c'è un aspetto decisivo che spicca in questo lavoro. Si richiama ad un'esigenza matura, leggere la città senza mai confondere il mito con la storia. Matera, inoltre, non è comprimibile nell'estetica del bello e non è affatto una città senza tempo. Questo luogo comune è veicolato da qualche indegno spot, magari sfruttato per meri fini di promozione turistica. Rota, invece, sottolinea il punto di vista rigoroso che ricompone l'evoluzione nel tempo e nello spazio di un insediamento urbano dalle vicende complesse, “ma fortemente incardinato nella storia del Mezzogiorno d’Italia, e quindi d'Europa: città di confine, di contrasti; città di competizione e di fusione tra paesaggi, civiltà, culture diverse”. È il senso autentico di un intenso lavoro. Ultima annotazione. Quanti materani hanno percorso da un capo all'altro la città, quanti colgono il rapporto che intercorre tra la parte di Matera in cui abitano o lavorano e il resto del territorio? Il pregio maggiore di questo libro, non casuale e secondo il riconoscibile stile dell'autore, racchiude infine una sorta di discreto sprone. Si tratta di riscoprire la città per apprezzarla e viverla meglio. Un nobile obiettivo. Centrato soprattutto ogni volta che riuscirà a muovere, oltre che la mente, anche le gambe dei suoi lettori.
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