Historie edite e inedite di Conversano
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Recensito per "Scaffale" da Giulio Esposito
  
Collana Crescamus 4

É stato appena edito un dotto lavoro di Antonio Fanizzi, Historie edite e inedite di Conversano, nella collana Crescamus dell'Archivio diocesano di Conversano, dell'Archivio Capitolo della Cattedrale e della locale Biblioteca diocesana "D. Morea", per i tipi delle Arti Grafiche Scisci. 
Il testo è una ragionata e puntuale raccolta di osservazioni sulle diverse storie di Conversano redatte da Giuseppe Bolognini, notar Francesco Giuliani, Paolo Antonio Tarsia, Giuseppe Antonio Tarsia Morisco, Donato de Jatta, Vincenzo Roppo, Oronzo Marangelli ed altri minori. 
Prendendo le mosse dalla nota Storia di Conversano dai tempi più remoti al 1865, Bari 1935, di Giuseppe Bolognini, Fanizzi a più riprese individua, anche sulla scorta degli studi del prof. Lanera, una serie di imprecisioni in cui cadde il celebre canonico, sviste che sono state poi ripetute da altri autori. 
Sui limiti di Bolognini invero, già il prof. Oronzo Marangelli, nella sua Storia di Conversano Breve esposizione. Saggi critici sugli storici locali e Conversanesi,Conversano 1931, ne rilevava un insufficiente rigore scientifico, che però scompariva se confrontato con il dilettantismo di Vincenzo Roppo, autore a sua volta di una sommaria esposizione delle vicende storiche di Conversano, edita nel 1926. E Marangelli dovette subire per queste sue valutazioni una ingenerosa stroncatura al veleno ad opera del prof. Francesco Vernaleone. 
La ricerca di Fanizzi rileva le insufficienze di Bolognini non certo per negare i suoi meriti, quanto invece per invitare gli studiosi a vincere una certa pigrizia intellettuale, superando alcuni luoghi comuni, al fine di avviare nuove e più approfondite ricerche. 
L'autore, infatti, ritiene che una nuova storia di Conversano deve avvalersi di contributi specialistici circoscritti. L'osservazione è assai convincente specie se si considerano i limiti della storia locale. Certo, è ben vero che non è più il tempo di scrivere opere che promettono di trattare la storia di una cittadina dalle origini ai giorni nostri. Oggi, infatti, la storiografia più avvertita richiede ben altre competenze per affrontare ambiti storici così vasti. E tuttavia, rimane sempre la necessità di presentare a fini divulgativi un quadro di insieme, che senza isolare le vicende minute dell'ambito locale, sappia raccordarle, confrontarle, integrarle in un contesto generale. Ne verrebbe fuori una storiografia capace di cogliere le specificità di un determinato territorio rispetto ad un generico idealtipo. 
L'utilissimo lavoro di Fanizzi si conclude con tre interessanti appendici. La prima riporta un seguito del libro delle storie conversanesi di Paolo Antonio Tarsia redatto dal canonico nocese Giulio Cesare Cassano, la seconda una "istantanea" di Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli (1797-1805), la terza, infine, di autore ignoto, è una voce del Dizionario Corografico dell'Italia, edito da Vallardi nel 1866.

Giulio Esposito per Scaffale

Recensito da Franco Iatta
  
Collana Crescamus 4

La storia delle storie di Conversano di A. Fanizzi


Se si rileggono i contributi che sino ad oggi ha offerto Antonio Fanizzi alla sua comunità si ha l’impressione (ed è ben più che una semplice impressione) che sia un saggista che ha bisogno di nutrirsi di certezze. E che queste certezze comunque gli siano fornite, quasi (se non proprio unicamente) dai dati inediti che gli riesce di reperire in archivio e quindi poi dalla loro paziente, filologica interrogazione. 
     Antonio Fanizzi dimostra, infatti, di avere una sorta di vero e proprio culto (insomma una sorta di venerazione mai paga) per il dato documentale in specie se questo è ricavato in maniera precipua proprio, se non proprio esclusivamente, da documenti inediti. E, per ciò, quanto più questi inediti son rari, singolari e  preziosi:  tanto più soddisfano la sua ansia (non affatto nevrotica) d’inesausto ricercatore. 
      Come poteva, quindi, strutturare anche questo suo “Historiae edite ed inedite di Conversano” (collana “Crescamus n. 4”, GrafiscaScisci 2006)? 
      Poteva Antonio Fanizzi ripudiare (ex abrupto, e cioè del tutto improvvisamente con una brusca sterzata che avrebbe finito con il fargli tradire il suo passato di erudito) i collaudati criteri che hanno, sin a l’altro ieri, decisamente orientato le decine e decine di contributi che ha offerto alla comunità conversanese alla quale si sente legato, per ciò, da alcuni precisi quanto inderogabili intenti. E cioè migliorarne il senso civico e quindi poi anche quello di appartenenza. Legando l’uno e quindi l’altro ad un passato che non intende come un anacronistico ‘idolo’, ma come un affidabile piedistallo da cui prendere lo slancio per tentare di costruire un futuro che realizzi le speranze che sono state inseguite, a volte sin anche vanamente, nel passato. 
     Antonio Fanizzi ha per ciò, anche per questa sua vera e propria “Storia delle storie di Conversano”, fatto ricorso alla sua sterminata erudizione, quindi poi ai risultati che ha saputo conquistarsi in ben oltre trent’anni di ricerche svolte negli archivi e nelle biblioteche sin anche meno frequentate. 
      Grazie quindi a questo suo bagaglio di singolari quanto non affatto peregrine e quindi preziose conquiste Antonio Fanizzi nel suo “Historiae edite ed inedite di Conversano” ha disseminato, a piene mani, la sua sperimentata, minuta conoscenza di nodi cruciali della storia conversanese e quindi poi anche di coloro che se ne sono fatti i suoi storiografi e li ha quindi coscienziosamente impiegati per realizzare questa sua ultima, puntuale e oramai ineludibile ricostruzione erudita. 
     Antonio Fanizzi non si è di certo poi neppure precluso il piacere (che ritiene essere un suo preciso diritto-dovere) di rivelare i limiti della oltremodo lodata “Storia di Conversano” di Giuseppe Bolognini; quindi, invece, di celebrare i meriti del ben poco noto “notaro” Francesco Giuliani senior; poi dal ricordare, ma senza enfasi alcuna, le benemerenze di Paolo Antonio Tarsia; quindi poi pure quelle di Giuseppe Antonio Morisco e, non certo per ultimo, anche delle benemerenze acquisite dall’architetto Sante Simone. 
      Infine non si è neppure dimenticato (se ne sarebbe, infatti, una precipua impagabile colpa!) di segnalare - delineandone i tratti più caratteristici - la “storia” di Donato de Jatta; la ricostruzione giornalistica di Alessandro Loehrl; le “Historiae” di Luigi Sylos, quelle di Vincenzo Roppo e poi pure la ‘contestata’  ”Storia di Conversano” di Oronzo Marangelli. 
     Naturalmente Antonio Fanizzi non si è neppure fatto mancare, quasi proprio a conclusione di questo suo esaustivo excursus storico-erudito (per completarlo come meglio non si sarebbe potuto) di offrire al suo lettore ben due altre (beninteso: inedite) mini-storie di Conversano. 
     Ci riferiamo alla raccolta delle testimonianze orali (purtroppo andate perdute) di don Stefano Sanducci, citato da Paolo Antonio di Tarsia nel sua Divae Virginis Insula Cupersanensis historia pubblicate a Madrid nel 1648 e ad una storia manoscritta di Conversano, di anonimo, citata da Pietro Piepoli. Che non si possono non considerare che ben due preziose ‘chicche’ che si devono, per altro, alla sua ben nota erudizione.
     La documentata rassegna di Fanizzi è, però, dovuta iniziare con una precisa constatazione. Né, per altro, poteva altrimenti. Sostiene, per l’appunto, correttamente Antonio Fanizzi che una vera e propria storia di Conversano – una storia che cioè faccia sue le conquiste delle più avvertite metodologie utilizzate dagli storici contemporanei – dev’essere, purtroppo, tutta ancora da compilare.  In merito, per ciò, non ha potuto fare a meno di segnalare la recente “Storia di Bari”, diretta da Francesco Tateo, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari ed edita, di recente, per i tipi di Laterza. 
     In questo quarto quaderno dei “crescamus” (di cui son  venuti a far parte le “Historiae edite ed inedite di Conversano”) va rimarcato un dato. Gli apparati paratestuali sono più curati che non nei precedenti numeri. Ulteriore indizio della cura che pongono, per la felice riuscita della loro benemerita iniziativa editoriale, Angelo Fanelli e Vito Castiglione Minischetti: i due direttori della collana.

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2 Recensito da Franco Iatta
  
Collana Crescamus 4

Le historiae di Antonio Fanizzi lette da Franco Iatta


Quando, come e in che modo la nostra comunità ricompenserà Antonio Fanizzi per i trent'anni che ha dedicato, instancabile, alla soluzione di alcune non marginali questioni di storia conversanese? 
Questo suo oscuro quanto prezioso impegno - ch'è confluito in ben 70 contributi - per la ricchezza di dati, archivistici ed eruditi, che contengono sono divenuti una vera e propria miniera a cielo aperto cui attinge, tuttora proficuamente, la comunità scientifica non solo pugliese. 
L'autore di "Armi e baroni" ha, infatti, messo a disposizione dei cultori di storia una documentazione così seria (è infatti trascritta dagli originali con una acribia filologica divenuta proverbiale) quanto notevole per mole ch'è stata ed è proficuamente utilizzata per giunta da specialisti di diverse discipline umanistiche. 
Infatti la documentazione che Antonio Fanizzi ha portato alla luce -e che ha poi sempre posto a suggello dei suoi contributi più notevoli - è il risultato di altrettante mirate ricerche che ha svolto presso decine di fondi archivistici comunali, provinciali, regionali e nazionali. Ed è, per l'appunto, alla meticolosa ricerca di questi documenti inediti che l'autore de "La toponomastica di Conversano antica" affida le peculiarità più caratteristiche delle sue monografie. Infatti, gran parte dei suoi saggi più felicemente noti si affida, quasi esclusivamente, ad una metodologia storica di stampo prettamente positivista. Antonio Fanizzi, per ciò, non delega alle interpretazioni ideologiche - e men che mai alle mere ipotesi - la funzione d'interpretare i nodi del passato di cui ricostruisce le vicende più intricate. Ma vi getta - a suo avviso - un fascio di luce tanto più penetrante quanto più questo fascio di luce è affidata alla somma di dati che l'autore de "Le ricerche del canonico Tarsia Incuria" ricava dalla puntigliosa e mai esausta voglia di rinvenire inediti. 
I lavori scientifici di Antonio Fanizzi hanno, per ciò, una loro precisa quanto inconfondibile caratteristica. Fondano, infatti, la loro legittimità scientifica su oneste ricerche di archivio e quindi la conseguente utilizzazione dei dati che ne ricava o che gli risulta siano statti dimenticati e/o prima di lui sono stati mal interpretati. 
Sin dai suoni esordi Antonio Fanizzi ha, infatti, deliberato di sommare puro dato archivistico a mero dato di archivio, risultati di ricerca tra le "antiche carte" a risultati di ricerche altrettanto irrefutabili. E questo genere specifico di lavorio ha poi sempre più affinato: anche a costo di passare come un erudito di paese. Anche se Antonio Fanizzi non risulta mai o soltanto un diligente ed operoso raccoglitore di materiali per la ricerca storica altrui. 
L'autore di "Armi e baroni" pare poi non si fidi troppo delle ipotesi storiche. Non tende quindi quasi mai a subodorare qualcosa, anche se più di un dato gliene offra qualche non modesta opportunità. 
Se si rileggono, per l'appunto, i contributi scientifici che sin qui ci ha offerto Antonio Fanizzi si ha la netta sensazione che sia un saggista che ha bisogno di nutrirsi di certezze. E che queste sicurezze gli siano fornite unicamente, se non proprio esclusivamente, dai dati che raccoglie e quindi dalla loro continua, filologica esaustiva interrogazione. 
Infatti, se un gruppo di documenti fornisce ad Antonio Fanizzi una serie ghiotta di dati, questi, preliminarmente ne verifica l'attendibilità quindi li somma, gli uni agli altri, ed ecco che si trova tra le mani, quasi senza altra fatica aggiuntiva, un suo nuovo contributo. Di fatto ha sommato giudiziosamente dati a dati e a questi ultimi ha poi aggiunto - non certo come un sovra più - un'altra buona somma di precisazioni che riporta nelle note a piè di pagina che pare non lo soddisfino mai qual sia il loro numero o la loro entità. Sicchè, a volte, le sue annotazioni in calce alle sue pagine divengono delle relazioni nella relazione. Antonio Fanizzi ha, insomma, il culto - si direbbe a volte sin quasi un amore quasi maniacale - per i meri dati documentali. E quanto questi son più rari, tanto più pare soddisfino la sua ansia di ricercatore mai soddisfatta appieno. Antonio Fanizzi mira infatti alla implacabile coerenza dell'accumulo dei dati. Perchè è solo nella somma ineludibile di questi che trova le certezze e quindi le verità che ritiene debbano essere il succo essenziale di una ricerca. Anche perchè - tra le righe - pare soggiunga, di continuo che solo questo genere specifico di lavori ritiene siano necessari al lettore interessato agli studi storico-municipalistico-locali. 
Come poteva strutturare Antonio Fanizzi la sua ultima monografia che ha intitolato "Historiae edite ed inedite di Conversano" (collana "Crescamus n. 4", Grafica Scisci, Conversano 2006)? 
Era probabile che ripudiasse,"ex a brupto" i collaudati criteri storiografici d'impostazione positivistica e quindi il suo impegno storico-erudito che lo hanno sin ora non solo guidato quanto felicemente confortato? 
Ha, per ciò, anche in questa sua Storia delle storie di Conversano fatto ricorso alla sua pressochè sterminata erudizione che è il risultatoi di anni di ricerche. Infatti se l'autore de "Le ricerche del canonico Luigi Tarsia Incuria" prospetta una riserva o propone i risultati di una sua ricostruzione storica questi sono sempre, sempre puntualmente corroborati dall'autorevolezza di un altro storico che per la sua autorità - universalmente riconosciuta - fa ritenere attendibile la riserva che poi Antonio Fanizzi fa sua e quindi divulga. 
Per ciò Fanizzi ha squadernato anche in questa sua Historiae edite ed inedite di Conversano" la sua proverbiale, sperimentata conoscenza di fatti, eventi e nodi della storia di Conversano e quindi di tutti i volumi scritti dagli storiografi conversanesi, editi ed inediti, e li ha quindi messi al servizio della sua puntuale, ultima - in ordine di tempo - esaustiva ricostruzione. 
Per questo l'ultima monografia di Antonimo Fanizzi esamina i limiti della oltremodo celebrata "Storia di Conversano" del canonico Giuseppe Bolognini; i meriti parzialmente riconosciuti del "notaro" Francesco Giuliani senior; rimpiange la perdita delle memorie ch'era sul punto di pubblicare, ma che poi sono andate perdute, del sacerdote don Stefano Sanduzzi di cui fa cenno nelle "Divae virginis insulae cupernanensis istoria" Paolo Antonio Tarsia; celebrano, senza enfasi alcuna, le benemerenze di Paolo Antonio Tarsia; quindi poi pure quelle del primecerio Giuseppe Antonio Morisco, dell'architetto Sante Simone e del canonico Donato de Jatta. Quindi poi ancora segnala - mettendone in risalto pregi e limiti - la "storia" giornalistica di Alessandro Loehrl; le "Storie" di Luigi Sylos, di Vincenzo Roppo e di Oronzo Marangelli.
Accenna quindi a un'altra, non meglio definita "Storia di Conversano" andata anch'essa purtroppo perduta. Poi, ancora, menziona il rilievo che ha l'<<Italia Sacra>>, del padre cistercense Ferdinando Ughelli, che rielabora notizie e documenti, sulla diocesi di Conversano, che gli sono state fornite dal notaio per antonomasia di Conversano: Francesco Giulianis senior. 
Quindi tratteggia le benemerenze dell'abate Gian Battista Pacichelli, resocontista di viaggi, che ci ha donato la prima veduta prospettiva della realistica pianta di Conversano di fine '600. 
Infine segnala la voce di dizionario dedicata a Conversano da Lorenzo Giustiniani. E dopo tutti questi autori ha almeno un cenno anche per coloro che hanno scritto, sai pur brevemente, su Conversano e i monumenti o i suoi personaggi più illustri. 
Naturalmente l'autore di "Armi e baroni" non poteva mancare, proprio a conclusione del suo excursus storico-erudito, di presentare ben tre inedite mini-storie di Conversano. 
La documentata rassegna delle "Storie di Conversano" è , però, dovuta iniziare con una sconsolata constatazione. Antonio Fanizzi vi sostiene, per l'appunto, che una vera e propria storia di Conversano - che cioè rispecchi le ineludibili attuali indicazioni della più avvertita storiografia contemporanea - dev'essere - purtroppo - tutta ancora da scrivere. 
In merito, Antonio Fanizzi non ha potuto infatti fare a meno di segnalare la felice riuscita e quindi le benemerenze acquisite dalla recente "Storia di Bari" curata da Fratesco Tateo e pubblicata da Laterza. E, per ciò stesso, non ha neppure potuto fare a meno d'indicare - come esempio da proseguire - le pionieristiche iniziative promosse, caldeggiate e poi condotte felicemente in porto - tra mille intoppi - proprio in questo stesso ambito culturale, da Vito L'Abbate. 
Iniziative che poi sono state, inopinatamente, lasciate morire per l'incuria dei nostri amministratori che, per questo, dimenticano che se non si ha cura di ricostruire il nostro passato - sia pur esso nobile e culturalmente invidiabile - la nostra comunità corre il rischio di ripeterne solo gli errori. E non i suoi oramai passati splendori. 
A conclusione di questa nostra segnalazione ci preme segnalare, inoltre, alcuni piacevoli sorprese che ci offre il quarto quaderno della collana "Crescamus". Queste si devono alla cura che vi ha posto, Leo Brescia, che ha curato l'impaginazione e la riproduzione delle foto inserite nel corpo del testo. Anche gli stessi apparati paratestuali vi appaiono più curati. Fanizzi ha, infatti, riportato l'indice dei nomi citati nel corpo del testo e nelle note; poi l'indice generale con le sue partizioni in paragrafi e quindi un numero non esiguo di illustrazioni che impreziosiscono la monografia. 
E' stata accolta, infine, con questo "Creascamus" una nostra precedente raccomandazione. Un'intera pagina del quinto quaderno dei "Crescamus" è stata dedicata a ricordare i numeri già editi nel recente passato. Ma manca ancora, a nostro avviso, l'indicazione del loro prezzo e presso chi si può, eventualmente, acquistarli. Riteniamo, inoltre, che non sarebbe del tutto inutile indicare quali saranno i titoli della collana che stanno per essere editi. O che i direttori dei quaderni si propongono di pubblicare, nell'immediato futuro. 
I "Crescamus", oramai, costituiscono una nota felice nel desolato panorama culturale cittadino, quindi destano nuove e legittime aspettative che non devono, per l'appunto, essere frustrate. In proposito ci permettiamo quindi di consigliare ad Angelo Fanelli e a Vito Castiglione Minischetti, direttori della collana, di provvedere, sin d'ora, a segnalare - nei modi che riterranno più opportuni - la possibilità di poter prenotare - indicandone, altresì, contenuto, pagine e prezzo - il prossimo numero dei "Ceescamus". Dato il successo di stima che oramai circonda la loro qualità, la "prenotazione per l'acquisto certo" potrebbe assicurar loro un vita più lunga di quella che sin d'ora è facile pronosticare.

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Scheda bibliografica
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Autore Antonio Fanizzi
Titolo Historie edite e inedite di Conversano
Editore Arti Grafiche Scisci Conversanoi
Prezzo s.p.i.
data pub. febbraio 2006
In vendita presso: Emmaus - Conversano
Edicola p.za Castello - Conversano
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Vicende e personaggi della storia di Conversano
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Recensione
  
Saggi

La sezione di Conversano dell’Associazione Arma Aeronautica diretta dal generale Mastromarino, si è fatta promotrice di un’altra sua lodevole iniziativa culturale. Questa volta il meritorio progetto oltre che avere notevoli valenze culturali somma pure nuove e pur più notevoli benemerenze di cui siamo grati sia al responsabile locale dell’Associazione Arma Aeronautica quanto a tutti i suoi soci. Infatti la pubblicazione che viene pubblicata sotto il loro patrocinio (“Vicende e personaggi della storia di Conversano” s.d., ma 2005) rimette in circolazione alcuni saggi di Antonio Fanizzi, uno dei nostri più attendibili, noti, ed apprezzati cultori di storia municipale.

I contributi di Fanizzi che vengono riediti erano stati, infatti, originariamente, ospitati in riviste specialistiche che - com’è noto - non sono sempre di facile reperibilità. La loro ripubblicazione, priva di note, li pone quindi a disposizione di una platea quanto mai ampia. La pubblicazione è, infatti, rivolta a quel lettore appunto che ama veder ricostruire con attendibilità perché desunta dallo studio e quindi dall’esame dei documenti il nostro più o meno recente passato.

Tutti i contributi sono, quindi, già stati pubblicati e per ciò, sono praticamente riproposti. Inedito è, invece, solo il testo di una conferenza che Antonio Fanizzi ha tenuto, nel marzo del 2000, nella sede della locale Associazione Arma Aeronautica. Una tradizione, quella delle periodiche ricorrenti conferenze, che caratterizza anche la sua fervidissima vita sociale che fa proprio della cultura anche uno dei suoi maggiori motivi di vanto.

Il testo inedito è intitolato “Dorotoea Acquaviva d’Aragona e Rodolfo Carafa: fuga dal monastero”. Narra una vicenda che, sul finire del ‘600, fece davvero scalpore in Terra di Bari. Perché una monaca di clausura del convento di San Benedetto tornava allo stato laicale (era, probabilmente, divenuta monaca contro la sua volontà, com’era costume dei tempi: per risparmiare una dote che avrebbe alienato beni che intendevano assegnarsi al primogenito) E perché la mal monacata apparteneva agli Acquaviva d’Aragona. Infatti, Vita Modesta Acquaviva d’Aragona, che una volta monaca aveva assunto il nome di Dorotea, era la quinta figlia femmina di Cosino Acquaviva d’Aragona e di Maria di Capua dei principi di Riccia.

La ricostruzione che Fanizzi ci offre della fuga di Dorotea dal convento di San Benedetto (fondata su una serrata analisi di documenti coevi all’episodio: com’è tradizione dei suoi contributi) ci dona, inoltre, uno straordinario, quanto vivace spaccato di vita del ‘600, oltre che immergerci nel bel mezzo di alcuni casi, oltremodo burrascosi, in cui incapparono alcuni Acquaviva d’Aragona al tramonto del XVII secolo.

La pubblicazione che non ha la pretesa di voler passare per un’opera scientifica, pur tuttavia non soddisfa una naturale curiosità. Non ci sarebbe, infatti, certo dispiaciuto poter conoscere i criteri che hanno determinato la scelta della silloge proposta. E, quindi, poi pure le ragioni delle omissioni (evidentissime). Perchè, come si sa, Tonino Fanizzi ha al suo attivo (oltre a due suoi citatissimi volumi) decine di pregevolissimi contributi, tutti meritevoli di essere conosciuti dal maggior numero possibile di nostri concittadini. Forse uno dei motivi della scelta (ma è solo una nostra mera supposizione) può essere rintracciata in un dato di fatto. Negativo. Nessuno dei contributi presenti in “Vicende e personaggi della storia di Conversano” è reperibile presso la nostra biblioteca civica. Il che torna solo a disdoro della nostra istituzione bibliotecaria, che meriterebbe, al contrario, ben altre attenzioni. Dai nostri amministratori.

È poi un vero peccato che la pubblicazione, illustrata con la riproduzione di numerosi, rari documenti d’epoca (in banco e nero e a colori), non abbia un indice dei nomi. Il personal computer, oggi, rende la compilazione di un indice un’operazione oltremodo semplice. Non più, quindi, una pedate ricerca certosina. E permette quindi di offrire, con poca fatica, uno strumento (indispensabile) per compulsare un testo storico.

Francesco Saverio Iatta
Scheda bibliografica
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Autore Antonio Fanizzi
Titolo Vicende e personaggi della storia di Conversano
Editore Associazione Arma Aeronautica Medaglia d'argento al V.M. " Michele Lorusso" Conversano
Prezzo s.p.i.
data pub. s.d. ma 2005
In vendita presso:
telefono 080/49 54 425
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Le ricerche del canonico Luigi Tarsia Incuria.Cultura agraria e scientifica in
Terra di Bari tra Settecento e Ottocento
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Recensito per "Scaffale" da Francesco Saverio Iatta
  
Cultura agraria e scientifica in terra di Bari tra settecento e ottocento

È il titolo dell’ultimo volume pubblicato da Antonio Fanizzi. E porta come ulteriore precisazione Cultura agraria e scientifica in Terra di bari tra ‘700 e ‘800. Fanizzi - nostro concittadino - è noto per una serie di studi storici “locali” sparsi in vari periodici e per Controversie e duelli degli Acquaviva d’Aragona dal 1636 al 1723 (Bari 1985). 
In questa sua nuova monografia, invece, analizza il contributo scientifico che in campo botanico ha offerto, alla cultura pugliese del suo tempo, il sacerdote Luigi Tarsia Incuria, canonico della nostra cattedrale. 
La notorietà, la considerazione e la fama di cui godette Luigi Tarsia Incuria è testimoniata - tra l’altro - dal fatto che questi fu invitato a tenere il discorso d’inaugurazione in occasione della costituzione della “Società Economica di Terra di Bari”. 
Fanizzi, nella sua monografia, delinea il contesto socio culturale nel quale si forma e quindi fiorisce la figura scientifica di Luigi Tarsia Incuria. E, quindi, ne analizza gli studi e le ricerche botaniche. Ha prefato il saggio Gianfranco Dioguardi, che sottolinea l’acribia e la vasta conoscenza del ‘700 italiano, napoletano e quindi conversanese del Nostro e definisce il libro “curioso, inusuale, interessante e stimolante”. 
In 7 appendici sono riportati altrettanti contributi del canonico Tarsia Incuria, pubblicati in parte sul “Giornale Enciclopedico di Napoli” o giunti sino a noi manoscritti. 
È un vero peccato che la memoria di Fanizzi manchi di un indice dei nomi e dei luoghi più notevoli.

Francesco Saverio Iatta

 

Scheda bibliografica
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Autore Antonio Fanizzi
Titolo Le ricerche del canonico Luigi Tarsia Incuria.Cultura agraria e scientifica in Terra di Bari tra Settecento e Ottocento
Editore Adda
Prezzo € 25,00
data pub. 2003, pp. 186
In vendita presso:
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Alfredo Violante 
nel cinquantesimo anniversario della morte
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Presentazioneo
  
Opuscolo

La figura di Alfredo Violante, cristallino modello di patriota antifascista, brillante giornalista e valente avvocato, meritava indubbiamente di essere riproposta con estrema rilevanza a tutti noi rutiglianesi di fine secolo, in occasione del 50° anniversario della sua barbara uccisione avvenuta il 24 aprile 1945 in un forno crematoio del tristemente famoso campo di concentramento austriaco di Mauthausen. Forse ben pochi conoscono le vicende biografiche unitamente alla attività giornalistica e di antifascista di questo nostro illustre concittadino, a cui peraltro è intitolata una piazza della nostra città. Per colmare queste lacune, c'è ora questo prezioso ed agile opuscolo curato da Antonio Fanizzi, il quale ha svolto un'eccellente, sicuramente non esaustiva, ricerca degli scritti innumerevoli di Alfredo Violante, a testimonianza di una infaticabile azione di stimolo delle coscienze, in un periodo certamente tra i più cupi della nostra storia.
Un sentito ringraziamento per la realizzazione di questa significativa iniziativa, oltre che all'autore, va doverosamente indirizzato ai familiari di Alfredo Violante, che hanno fortemente voluto questo progetto, al precedente Assessore alla Cultura del Comune di Rutigliano, prof. Antonio Meliota, con cui è stato avviato il lavoro e al C.R.S.E.C. Distretto BA/15 per la fattiva collaborazione offerta.
Ci auguriamo che questa proposta editoriale, contribuisca a trasmettere, soprattutto ai più giovani, gli alti ideali, sempre attuali, di democrazia, libertà e giustizia, gli stessi per i quali Alfredo Violante ha sacrificato la sua vita. .

 

L'Assessore alla Cultura
Marco Dell'Edera
Il Sindaco
dott.ssa Mariarosaria Limitone

 

Scheda bibliografica
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Autore Antonio Fanizzi
Titolo Alfredo Violante 
nel cinquantesimo anniversario della morte
Editore Arti Grafiche Scisci Conversanoi
Prezzo s.p.i.
data pub. novembre 1995
In vendita presso:
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Armi e Baroni
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Prefazione del Sen. Prof. Luigi Russo
  
Controversie e Duelli
degli Acquaviva D'Aragona

Molto per tempo Tonino Fanizzi ha manifestato i segni della sua vocazione; conversanese della più bell'acqua, si fa interprete della passione che i suoi migliori concittadini nutrono per le patrie tradizioni, incentratesi nel triangolo monumentale; cattedrale, S. Benedetto, castello, nucleo incomparabile di un glorioso centro storico.
Se studia Diritto, l'amore segreto ed irresistibile resta in lui quello della ricerca storica e non sì stanca, anche per l'attività che svolge nel mondo dei Beni Culturali, di allargare conoscenze e tecniche utili per il suo lavoro preferito.
Lo appassiona in particolare la storia conversanese; ma rielabora, senza ripetere, quanto tramandatoci dalle storie locali. Per questo lodevole scrupolo ama frugare negli archivi, interpretando con l'aiuto del benemerito ed instancabile prof. M. La Nera, vecchie ed intricate scritture, vagliando per più meditate valutazioni ciò che pare acquisito e pacifico.
É doveroso sottolineare la cortese disponibilità che lo contraddistingue nel fornire notizie anche di prima mano, per rispondere alle richieste di chi, a fini di studio, si rivolge a lui per cose che hanno attinenza col mondo conversanese.
Ne parlo anche per esperienza personale e mi è gradita l'occasione per ringraziarlo pubblicamente.
Giovane com'è, la sua attività di pubblicista rimonta al 1980, come testimoniano gli articoli che hanno
visto la luce in quell'anno ne "La Forbice" di Castellana G. n. 17-20.
Nella stessa rivista è presente nel 1981 n. 22 e nel 1982 n. 31. Collabora nello stesso anno in "Studi Bitontini" n. 32-33 ed a "La Gola" n. 9-10 1983.
Più sostanziosa si fa la collaborazione in "La Gazzetta del Mezzogiorno" (8 luglio, 8 set. 1983; 9 gen. 1984).
Notevole lo studio apparso in "Fogli per Castellana" (9-10 dic. 1982), pubblicato alla fine dell'83; Fonti per la Storia della Contea di Conversano: il -Rivelo- dei beni di Giangirolamo Acquaviva d'Aragona nel Catasto Onciario di Conversano (1754).
Lo studio che ora vede la luce ha per argomento 1 Duelli, non infrequenti nelle cronache della nostra nobiltà, legata alla corte napoletana, dal Cinquecento in poi, quando-vennero in onore con l'imperversare dell'etichetta spagnolesca. Parve degno di un compiuto cavaliere affidare al ferro ed alla destrezza dello sfidante il compito di vendicare oltraggi e di dirimere contese che avevano come movente gelosie di donne e più spesso rivendicazioni boriose e di potere.
Fino all'Ottocento è in auge il duello tra i militari e le classi privilegiate, non solo in Italia, e mietendo vittime, dà materia ad avventurosi romanzi.
Il nostro tempo che pure ci tiene col fiato sospeso per inaudite violenze e stragi feroci, guarda con indifferenza al duello classico ed al codice che lo regolamentava, come ad un ricordo romantico del passato. Sono in auge ben altri modi, meno rischiosi e cavallereschi per dare sfogo con armi micidiali e spietate aggressioni, a rancori che hanno al fondo loschi interessi ed odii destabilizzatiti dell'ordinamento civile.
A Fanizzi interessa nell'ampia tematica registrare con particolare attenzione gli scontri a cui si esposero gli Acquaviva d'Aragona, conti di Conversano, tra le più famose spade del Reame, contro i rivali feudatari di Puglia, a cominciare dal 1630.
Inoperanti o quasi i divieti e le disposizioni governative intese ad eliminare l'abuso che toglieva autorità alle leggi ed ai poteri centrali e turbava seriamente l'ordine pubblico. I potenti signori, formalmente disciplinati e sottomessi, si prendono gioco di intimazioni e minacce legali, confidano negli intrighi e nella corruzione ed hanno le mani nelle corti di Napoli e di Madrid.
Curioso scoprire nei cartelli di sfida, con svolazzi secenteschi, espressioni fiorite di galanteria che ha sapore di forte agrume, tra avversari che, mettendo a repentaglio la vita, si dicono onorati ed impazienti di battersi e concludono i messaggi col cerimoniale del baciamano.
Dal lungo e circostanziato excursus scaturisce una rassegna fitta di nomi e di avvenimenti che c'introduce in una trama di torbidi maneggi ed in una realtà politica e sociale che, tramandatasi a lungo, offre uno spaccato eloquente del nostro seicento spagnolesco.
Il testo, costituito quasi integralmente da un - collage - di citazioni desunte da documenti coevi, può riuscire alquanto formale, l'autore preferisce dare la parola a testimonianze dirette che ritiene attendibili ed eloquenti e lascia a chi legge la possibilità di formulare giudizi e di trarre opportune conclusioni.
Ricco di pregi ci sembra il nutrito apparato di note che, documentando lo scrupolo erudito dell'indagine, va visto come parte integrante del testo.
Si può per concludere, osservare che l'interesse che Fanizzi pone nello studio delle cose conversanesi, nell'attesa di frutti più cospicui della sua operosità, è, a dir poco, manifestazione di un grande amore per la sua città.
E fa bene sperare, con i tempi che corrono, scorgere ne i nostri giovani riserve di sano patriottismo; è bello vederli impegnati a meglio conoscere le proprie origini e le tradizioni plurisecolari della vita con le luci e le ombre che la contraddistinguono.
Così meritano lode se intendono onorare i cittadini migliori, noti e meno noti, che dentro e fuori delle proprie mura, nella vita civile e religiosa, col pensiero e l'azione, bene meritando, fecero onore alla propria terra.
Si sa; lo studio del passato nobilita lo spirito e sospinge a bene sperare.

 

Sen. Prof. Luigi Russo

 

Scheda bibliografica
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Autore Antonio Fanizzi
Titolo Armi e Baroni
Editore Levante
Prezzo € 10.00
data pub. 1985
In vendita presso:
Libreria Piepoli di Castellana Grotte
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