Per quanto possa sin anche apparire paradossale, avere sotto gli occhi il ventitreesimo volume della collana dei ‘crescamus 1’, non ci sembra per nulla un evento straordinario. Eppure (si tenga presente che la collana vanta ben ventitré volumi 2 che, per altro, non sono mai passati sotto silenzio 3) proprio questo ventitreesimo volume della oramai prestigiosa collana dei ‘crescamus’ 4 si propone all’attenzione del lettore (anche più provveduto) grazie ad una serie singolarmente doviziosa di innovazioni (quindi non unicamente grafiche e tipografiche) che non può non considerarsi addirittura come una sorta di pietra miliare di un percorso che ci auguriamo segni, davvero significativamente, il tratto di un viaggio che ci auguriamo passi, come un vero e proprio gioiellino, addirittura di diritto: negli annali della microstoria della nostra comunità. Se, quindi, non ci hanno affatto sopresi il formato tipografico extralarge e quindi quasi neppure l’accattivante disposizione grafica del corredo iconografico che fa risplendere, per suo conto, questo XXIII’ crescamus’: ciò è dovuto (lo si sarà, almeno in parte, già intuito) ad un preciso, quanto incontestabile e poi anche confortante dato di fatto. È, per l’appunto, un elemento oggettivo che non permette altro che congratularsi con Angelo Fanelli 5 che è il benemerito direttore di una collana 6 che ha acquisito nel corso del decennio appena trascorso (il primo volume è infatti dell’oramai lontano 2003 7) tali e tanti indubbi meriti storico-culturali che ci pare quindi quanto mai logico (quando si ha innanzi uno dei volumi della collana dei ‘crescamus’) prendere, sia pure per l’ennesima volta, atto che abbiamo tra le mani un volume che deve, quanto meno, essere attentamente studiato. Infatti non si può, affatto, perdere l’occasione (che ci viene offerta, per di più, in maniera particolarmente accattivante) di arricchire il nostro bagaglio storico-culturale. Insomma alla festa per gli occhi che di fatto ci viene squadernata con sapiente abilità (grazie alle fotografie riprodotte ed alla perizia dei grafici che ne hanno curata la disposizione strategica in seno a questo ‘750º di Dameta 8, prima badessa mitrata di Conversano’) si somma il piacere di leggere testi e, quindi poi anche commenti: del tutto originali. Di alcune pergamene (utilizzate per celebrare questo ‘750º di Dameta, prima badessa mitrata di Conversano 9’) addirittura si ha sin anche il privilegio di leggerle per la prima volta. Si tratta, infatti, di inediti mai prima d’ora accolti neppure nel celebre ‘Chartularium’ 10 curato da Domenico Morea 11 e Francesco Muciacia 12. Sicché chi ha la fortuna di avere questo XXII volume dei ‘crescamus’ (edito in occasione della manifestazione con la quale la nostra comunità incorona Conversano ‘La città delle donne’ 13) ha più di una occasione per meditare non solo su un avvenimento quasi capitale per la nostra comunità (cioè il ‘750º di Dameta, prima badessa mitrata di Conversano’) quanto poi anche il non affatto modesto privilegio di poter usufruire di una pubblicazione che sin ora non aveva mai avuto un suo pari.
1 Cfr. La città delle donne. 750º di Dameta prima badessa mitrata di Conversano, testi a c. di A. Fanelli, progetto grafico V. Perillo, foto R. Di Benedetti, disegni di D. Giglio, Archivio Diocesano di Conversano – Archivio Capitolare Conversano – Biblioteca Diocesana ‘D. Morea’, Conversano, dicembre 2016, stampa Aga - Arti grafiche Alberobello, Alberobello (Ba) 2016.
8 Cfr. F. S. Jatta, Dameta o Dametta? in “Nugae eruditae” in corso di pubblicazione
9 Per l’elenco, sia pure in parte parziale, delle badesse mitrate che hanno retto il monastero di san Benedetto cfr. A. Fanizzi, Catalogo badessale, in Angelo Fanelli Appendice in Cronotassi episcopale della chiesa di Conversano. Note bibliografiche, iconografiche, araldiche e documenti archivistici inediti. Vol. I: la protostoria, collana “Biblioteca di cultura pugliese, n. 38”, Congedo, Galatina 1987, pp. 185-186, nota n. 63.
10 Cfr. D. Morea, Il chartularium del monastero di San Beneddetto di Conversano (Chartularium Cupersanense), vol. I, Montecassino 1892 e D. Morea - F. Mucciaccia, Le pergamene di Conversano. Seguito al Chartularium Cupersanense del Morea, Vecchi, Trani 1942. “Il fondo comprende pergamene provenienti sia da Conversano, in massima parte dal soppresso monastero di S. Benedetto, sia dagli altri luoghi della diocesi. Il fondo è stato oggetto di diverse edizioni la prima delle quali si deve a Domenico Morea che pubblicò, nel Chartularium Cupersanense nel 1892, circa duecento pergamene datate dal 901 al 1266, tutte inedite con l’eccezione di tre pubblicate dall’Ughelli – docc. nn.1, 66 e 140 – e di una pubblicata dal Trinchera - doc. n.2-; (i docc. nn. 1 e 2 sono oggi perduti). Nel 1943 Francesco Muciaccia edita altre pergamene cronologicamente successive datate dal 1266 al 1499, con l’aggiunta di quattro inedite datate nell’arco cronologico dal 1094 al 1266 sfuggite al Morea. Le pergamene datate dal 901 al 1265 sono state nuovamente editate, nel 1975, secondo le norme codificate da Alessandro Pratesi, da Giuseppe Coniglio, con l’aggiunta di tredici documenti ancora inediti. Le pergamene, fino ad allora conservate presso la biblioteca del Seminario vescovile di Conversano, nel 1981, furono trasferite, insieme all’archivio diocesano, nella nuova sede, al piano superiore del palazzo vescovile, in cassettiere metalliche. Il fondo è stato parzialmente oggetto di riproduzione digitale nell’ambito del progetto Pergamo attuato dalla Soprintendenza Archivistica per la Puglia presso la quale e presso l’archivio proprietario sono consultabili in video 534 pergamene con estremi cronologici compresi dal 901 al 1755”, cfr. Scheda descrittiva del Complesso archivistico digitalizzato .
11 Cfr. P. Corsi, Domenico Morea dalla cronaca alla storia in “Archivio storico pugliese”, a. LVI, (2003), pp.75-91 ma ora in Itinerari di ricerca III. Esperienze e problemi di storia del Medio evo, collana ‘Testi e documenti n.10 ’, Levante, Bar 2014, pp. 507-521; P. Mezzapesa, Domenico Morea. Una vita operosa al servizio della gioventù nel segno di Dio e della Patria, Edizioni Vivere in, Roma 2002; Id., P., Domenico Morea sotto la tonaca il cuor di patriota, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, dell’8/ottobre/2002, p. 20; Id., Ricordi di Domenico Morea. Orazione tenuta la sera del 30 dicembre 2000 ad Alberobello in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca parrocchiale intitolata al grande Educatore, Prefazione di G. Martellotta, Introduzione di A. Martellotta, Grafiche Spinosa, Alberobello 2002
12 Di Francesco Muciaccia ci piace riportare quanto in merito ha scritto, in tempi non sospetti, Marco Lanera che tiene a specificare quanto segue: “Se è così, a farlo sparire in maniera definitiva (temo) doveva provvedere tre secoli e mezzo dopo l’infausto Francesco Muciaccia, l’infelice editore del cosiddetto secondo volume del ‘Chartularium ’, ossia del volume XVII del ‘Codice Diplomatico Barese ’. Buon per noi che l’egregio Francesco Giuliani seniore aveva provveduto a trascrivere acconciamente il privilegio di Ladislao nel suo ‘Registrum scripturarum’ sennò avremmo dovuto contentarci dell’insignificante regesto muciacciano. Eppure il Muciaccia tiene una strada intitolata a Bari” mentre invece, “il solenne notaro, l’antesignano degli «antiquari» conversanesi [il notaio Francesco Giuliani senior,1574 – 1644] non ha nemmeno in Conversano «intitolato» manco un vicoletto, di quelli ciechi, che «non escono». Ma così va il mondo, specie in Italia, e peggio in «Bassitalia» ” (cfr. M. Lanera, Lettere della badessa. Conversano. La corrispondenza ordinaria del monastero di S. Benedetto (Sec. XVI), collana ‘Biblioteca di cultura pugliese diretta da Mario Congedo serie seconda n. 57’, patrocinata dal Centro conversanese ricerche di storia e arte di Conversano, Congedo, Galatina 1990, p. 142.
13 Cfr. “La città delle donne.750° di Dameta prima badessa mitrata di Conversano. Conversano Città d’Arte diventa fino all’estate del 2017 “La Città delle donne”. Saranno declinate al femminile importanti pagine della storia della città, scritte dalle badesse mitrate insediatesi nel monastero di San Benedetto e reinterpretate in chiave moderna, attraverso una serie di eventi che spaziano dal teatro al cinema, la musica, la fotografia e incontri letterari”, cfr. archiviodiocesano - info
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